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Messina – Il trasporto pubblico finisce nella bufera al centro dello scontro Comune-sindacati

Messina – Il trasporto pubblico finisce nella bufera al centro dello scontro Comune-sindacati

giovedì 20 Settembre 2018

I rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto maggiore chiarezza sui conti e la gestione di Atm. Anche gli studenti hanno scritto al sindaco De Luca contro l’ipotesi di sopprimere il tram

MESSINA – In attesa di conoscere il nuovo Piano di trasporto urbano, elaborato dall’Amministrazione comunale, si sente sempre più l’esigenza di sapere quale sia la reale situazione finanziaria dell’Atm. In questi mesi c’è stata una sorta di guerra dei numeri, con due narrazioni diametralmente opposte: da una parte l’esecutivo di Palazzo Zanca che parla di un azienda in crisi e da riorganizzare, con debiti per 70 milioni di euro; dall’altra le organizzazioni sindacali che evidenziano come ci siano anche dei crediti di cui tenere conto e che parte del disavanzo, prodotto peraltro dalla gestione precedente al 2013, era stato spalmato sul Piano di riequilibrio, in corso di rimodulazione.
 
Altre riflessioni suscita l’annuncio del sindaco Cateno De Luca che, sempre nell’ambito del nuovo sistema di trasporto pubblico, prevede entro giugno 2019 l’eliminazione del tram. L’associazione studentesca Atreju ha chiesto al primo cittadino di rivedere il progetto e avviare un dialogo sia con l’Amministrazione universitaria che con i rappresentanti delle associazioni studentesche per individuare i problemi e le carenze ed elaborare un nuovo progetto di mobilità urbana, favorendo gli investimenti sui mezzi a impatto zero. “Non comprendiamo – hanno scritto gli studenti – come il sindaco possa pensare di eliminare l’unico mezzo con cui la maggior parte degli studenti si reca giornalmente nei poli distaccati del Papardo, dell’Annunziata e del Policlinico, penalizzando l’utenza ma anche l’Università”.
 
Anche i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil, hanno chiesto un confronto su Atm e altre tematiche, ma il sindaco ha finora sempre rinviato gli incontri. Giovanni Mastroeni, segretario generale Cgil ha elencato tutta una serie di scelte fatte dai nuovi vertici che avrebbero peggiorato il servizio e il clima all’interno dell’azienda, tanto da fare temere che l’obiettivo reale sia la dismissione dell’Atm. Il rappresentante della Cgil ha sottolineato come esista una grande preoccupazione tra gli oltre 500 lavoratori e vi siano disagi in città, nonostante negli ultimi due anni il servizio bus (da 12 a 65 mezzi circolanti) e tram fosse migliorato con una crescita di entrate per la stessa Atm. “In soli 90 giorni dell’Amministrazione De Luca – ha detto Mastroeni – è stato fortemente ridimensionato il servizio e la sua qualità, creando disagi nelle periferie, ormai isolate dal centro”.
 
Una posizione ribadita, insieme a Cisl e Uil, durante l’audizione in I Commissione consiliare Viabilità. “Come mai nell’ultimo mese – ha chiesto Michele Barresi di Uil trasporti – si è improvvisamente scoperta una mole debitoria talmente grande da mettere a rischio la sostenibilità economica dell’azienda e i servizi? Serve una società terza che certifichi i bilanci fino al 2016 finora approvati: non possiamo penalizzare subito l’utenza prima ancora di capire il vero stato di Atm. Dal 16 agosto si è ridimensionato il servizio offerto sulla base di una scelta economica: il 38% in meno di corse non è riorganizzazione ma tagli. Si sta facendo un danno all’azienda, agli utenti, all’idea di trasporto pubblico in città. Isolare i villaggi e tagliare le prime e ultime corse della giornata non è scelta intelligente. A monte c’è l’assunto di un buco di bilancio tale da giustificare questi tagli. Nel frattempo però si è già proceduto a esternalizzare le attività di soccorso a cui potrebbe seguire la privatizzazione dell’officina”.
 
I sindacati hanno puntato il dito anche contro il blocco delle assunzioni dei conducenti – di cui si stava occupando un’agenzia interinale – deciso dal sindaco in raccordo con il nuovo Cda. “Se non ci saranno assunzioni di autisti – hanno affermato i rappresentanti dei lavoratori – possono inventarsi qualunque forma di riorganizzazione. Si parla tanto di servizi a pettine, ma servono tanti bus e tanti mezzi per realizzarli. Finora l’unica cosa che vediamo sono di nuovo le persone alle fermate in attesa di un autobus che non passa”.

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