Musumeci: "Certi burocrati come criminali, fuori a calci" - QdS

Musumeci: “Certi burocrati come criminali, fuori a calci”

Patrizia Penna

Musumeci: “Certi burocrati come criminali, fuori a calci”

sabato 29 Settembre 2018

Lo sfogo e il monito del Presidente della Regione siciliana. Malafede o incapacità: “Molto spesso la classe dirigente politica non riesce a raggiungere i risultati rispetto alla programmazione che si è data, per gli ostacoli frapposti da una certa burocrazia. Una tragedia che vivo quotidianamente. Una certa pubblica amministrazione è colpevole tanto quanto le organizzazioni criminali”

PALERMO – “Spesso nella Pubblica amministrazione non si è protagonisti del processo di ricambio. Una certa pubblica amministrazione è colpevole tanto quanto le organizzazioni criminali ed è da cacciare a calci nel sedere il burocrate che fa ostruzionismo".
 
Lo ha dichiarato il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, a Palermo, presso la scuola “Giovanni Falcone” del quartiere Zen, per sigliare insieme al ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, il protocollo di intesa sull’avvio del tempo pieno nell’istituto scolastico palermitano.
 
La lotta alla burocrazia e la riforma della pubblica amministrazione sono, giustamente, una vera ossessione per il Presidente della Regione: un’impresa a dir poco ardua, della cui difficoltà Musumeci era consapevole già in campagna elettorale. Molto più che un problema: qualcosa che lui stesso definisce una “tragedia” che vive a sue spese “giorno dopo giorno”.
 
“Molto spesso la classe dirigente politica non riesce a raggiungere i risultati rispetto alla programmazione che si è data, per gli ostacoli frapposti da una certa burocrazia. All’interno dell’apparato burocratico ci sono soggetti che fanno un sottile ostruzionismo, qualche volta in mala fede, spesso per incapacità. Se potessimo individuarli, li accompagneremmo fuori molto ben volentieri”, ha aggiunto Musumeci.
“Quando la burocrazia ostacola la crescita e lo sviluppo economico di un territorio – sottolinea il Governatore -, è come se si comportasse alla stessa stregua di una organizzazione criminale: per esempio, quando due dirigenti appartenenti allo stesso dipartimento o alla stessa amministrazione, piuttosto che affrontare un problema con una telefonata, si scrivono come se vivessero in due emisferi diversi del mondo”.
 
Musumeci ha poi evidenziato le difficoltà di chi fa impresa: “Ci sono casi in cui un imprenditore è costretto a tredici, quattordici passaggi di enti diversi. Quando un imprenditore è costretto a tornare nello stesso ufficio per cinque, sei volte e si sente dire che la sua pratica è alla firma del direttore e passano due, tre, quattro settimane, quello non è più un disagio fisiologico, ma patologico”.
 
“Chi governa – ha aggiunto Musumeci – deve vigilare di questi aspetti. Il mio è un richiamo costante e un plauso a chi fa bene il proprio dovere. Ma è anche un avvertimento a chi, invece, è convinto di potere remare contro. C’era qualcuno che mi ha preceduto che faceva finta di individuarli e poi tutto finiva a tarallucci e vino. Noi abbiamo individuato, due – tre burocrati e sono sotto monitoraggio”. Chi ha orecchie per intendere, dunque, intenda.
 
“Nonostante la legge di riforma, voluta dall’allora assessore Chinnici – prosegue Musumeci -, i risultati non sono stati per nulla quelli che erano attesi. Alcuni giorni fa, abbiamo votato, in Giunta, un disegno di legge sulla trasparenza delle procedure amministrative, che spero passi presto all’esame della competente Commissione parlamentare. Credo che serva una maggiore consapevolezza, da parte del burocrate, sul ruolo che svolge e credo che qualche direttore generale della Regione debba essere richiamato alla propria responsabilità”.

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