Ponte sullo Stretto di Messina: parlano i siciliani - QdS

Ponte sullo Stretto di Messina: parlano i siciliani

Rosario Battiato

Ponte sullo Stretto di Messina: parlano i siciliani

giovedì 04 Ottobre 2018

Diversi i commenti degli utenti che con lucidità chiedono di avere le stesse possibilità degli altri italiani. Ancora possibile firmare la petizione online del QdS che chiede agli isolani di prendere posizione sulla costruzione

PALERMO – Circa 700 firmatari e diverse decine di commenti, con l’appoggio autorevole di alcuni soggetti istituzionali e imprenditoriali, come Alessandro Albanese, vicepresidente vicario di Sicindustria, intervistato a metà settembre dal QdS. Si riassume così il quadro della petizione lanciata su change.org da queste pagine per promuovere la costruzione del Ponte sullo Stretto e rimettere il cittadino siciliano al centro delle scelte della politica, superando i fuochi fatui delle promesse da campagna elettorale. È possibile firmare e commentare la petizione “Un Ponte contro l’isolitudine”, che risulta sempre in crescita di consensi di interazioni, cliccando sul link di riferimento (change.org/p/regione-siciliana-un-ponte-contro-l-isolitudine).
 
Sono tantissimi i sostenitori dell’Infrastruttura sullo Stretto che non si sono accontentati di firmare virtualmente, ma che hanno voluto anche lasciare impresse sul web le loro ragioni per promuovere la realizzazione del progetto. Tra questi c’è Aurelio Cilia che è molto preciso e circostanziato nel definire la necessità del Ponte: “due città – ha scritto – attraversate da un traffico autostradale imponente… due città private della possibilità di svilupparsi al servizio dei propri cittadini e non del traffico pendolare. Una regione impossibilitata ad avere una rete ferroviaria per il trasporto merci visto il collo di bottiglia dello stretto. Un turismo che per raggiungere velocemente la Sicilia è costretto ad utilizzare aerei e ad atterrare in aeroporti già saturi e che per questo necessiteranno di investimenti… e 1000 altri motivi che dimostrano come il ponte non sia solo necessario, ma fondamentale!”.
 
Più stringati e non per questo meno incisivi i messaggi di sostegno da parte di Marco Felice Lombardo – “perché è anche utile a creare l’area integrata dello Stretto” – e di Giovanni Alì che sostiene di ritenerlo “opportuno per la crescita siciliana”.
 
Di vicinanza materiale e non soltanto ideale all’Europa scrivono, in particolare, due utenti. Per Ignazio Oliveri, che commenta da Mascali, in provincia di Catania, il ponte “avvicina la Sicilia e i siciliani al resto dell’Europa” perché “siamo europei, ma considerati isolani”. Per Cinzia La Spada, da Messina, il Ponte è assolutamente necessario e “in tempi stretti” perché “siamo fuori dal mondo”.
 
Non ha dubbi nemmeno Gianfranco Guzzardi, che commenta dal centro etneo, dichiarando che “il ponte è una scelta ineludibile”.
 
Per altri ancora ci sono ragioni ambientali evidenti, come per Massimo Scarafia che la definisce un’opera prioritaria per Italia ed Ue e che risulta “meno inquinante dell’attuale sistema di attraversamento a mezzo di navi traghetto” e che “è stata progettata per resistere a terremoti ed a venti di fortissima intensità”. Un’idea appoggiata da Antonio Spinella di Catania che spiega come ormai sia da “retrogradi pensare che nel 21mo secolo si debba fermare la libera circolazione di merci e persone davanti ad un tratto di mare” e perché, gli fa eco Francesco Cataudo di Lamezia, è “impensabile nel 2018 che un’isola di 5 milioni di abitanti e distante solo 3 km dal continente sia ancora collegata con le zattere”.
 
Commenti severi e pareri che lasciano intravedere, nel loro complesso, un’attenta valutazione del fenomeno e una piena coscienza della necessità del Ponte. Conoscenze, coscienza e coraggio che sembrano essere mancati ai politici di riferimento degli ultimi decenni.
 
 
Un Ponte contro l’isolitudine
La costruzione del Ponte è un passaggio necessario per ridurre i tempi di percorrenza e per rendere utili ai fini economici gli investimenti sulla rete ferroviaria isolana che dovrebbe permettere, a partire dal 2024, di portare l’alta capacità lungo la direttrice ferroviaria Me-Ct-Pa. Passaggio essenziale per intercettare il flusso di merci in arrivo da Suez e per entrare a pieno titolo nei mercati europei (…).
La soluzione
Secondo una stima del Quotidiano di Sicilia, la realizzazione di una rete ad alta velocità/capacità e la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina permetterebbero – annullando il tempo impiegato dai treni per traghettare – di abbattere il minutaggio di percorrenza tra Catania e Milano, presi come riferimenti, di circa la metà. È sufficiente considerare il risparmio dei tempi sullo Stretto e il potenziale utilizzo dell’alta velocità/capacità per il treno merci (180 chilometri orari) rispetto all’attuale assai inferiore da distribuire sugli oltre 1100 chilometri che separano le due città.

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