Rifiuti, la versione di Musumeci: la relazione sulla crisi ieri in Aula - QdS

Rifiuti, la versione di Musumeci: la relazione sulla crisi ieri in Aula

Raffaella Pessina

Rifiuti, la versione di Musumeci: la relazione sulla crisi ieri in Aula

venerdì 12 Ottobre 2018

L’impietoso quadro di un’emergenza che si trascina ormai da anni. Il presidente: ereditata una situazione da cui stiamo cercando di uscire

PALERMO – Seduta d’Aula a Palazzo dei Normanni dedicata alla relazione resa al Parlamento dal presidente della Regione Nello Musumeci sulla situazione dell’emergenza rifiuti in Sicilia. Un impietoso quadro su una situazione che si trascina ormai da anni, senza trovare una soluzione.
 
Musumeci ha ricordato che questi anni sono stati caratterizzati da una scarsa raccolta differenziata da parte dei 390 Comuni e da parte delle attuali 18 società di gestione dei rifiuti e in precedenza da parte delle Ato. Tutto ciò, come evidenziato dal presidente, ha prodotto 1 miliardo e 850 milioni di debiti e circa 4 mila assunzioni, molte delle quali senza selezione pubblica. Il tutto mentre la raccolta differenziata si è attestata al 15,60% nel 2016 e al 20 per cento nel 2017.
 
 
Il governatore ha sottolineato come già da anni il ministero al ramo avesse chiesto una nuova geografia impiantistica e che soprattutto il Governo nazionale ha spinto per il conferimento dei rifiuti fuori regione, azione richiesta da Roma. “L’ordinanza dello scorso mese di febbraio – ha detto Musumeci – prevede il trasferimento dei rifiuti fuori regione. Non l’abbiamo deciso noi. Si è trattato di una richiesta precisa del Governo Gentiloni che non è stata negata dall’attuale Governo nazionale”.
 
Il presidente ha ripercorso le tappe del problema della gestione dei rifiuti dal momento in cui il Governo regionale si è insediato. Un’eredità pesante e una situazione di emergenza, dovuta a una bassissima percentuale di raccolta differenziata. Situazione che è stata riferita al Governo nazionale, chiedendo al ministro dell’Ambiente e al capo del Governo lo stato di emergenza nominando un commissario per risolvere tale situazione. Nel febbraio 2018, quanto richiesto, è stato accordato ed è stato nominato proprio Musumeci come commissario straordinario per la gestione dei rifiuti in Sicilia.
 
“Preciso – ha detto il presidente – che mi sento un commissario straordinario dimezzato, perché i poteri speciali sono solo nei titoli dei giornali. Per farsi un’idea ricordo l’ordinanza del 2010 in cui il presidente della Regione aveva specifici poteri, come la possibilità di predisporre entro 60 giorni gli adeguamenti al Piano regionale dei rifiuti, attraverso procedure semplificate. Piano che poteva essere approvato con decreto del ministro dell’Ambiente. In questa ordinanza, invece, i poteri sono solo per l’ordinaria amministrazione e peraltro con una strutture del dipartimento carente. Quando mi sono insediato al dipartimento rifiuti mancavano quattro dirigenti, mentre si sarebbe dovuta potenziare”.
 
I poteri sono stati concessi solo per sei interventi, tutti circoscritti per le province di Palermo e Trapani e uno solo per la provincia di Agrigento. Il Governatore ha detto che il Dipartimento si è comunque messo al lavoro sollecitando la raccolta differenziata ai Comuni. “Abbiamo adottato – ha riferito – specifiche azioni per l’aumento della raccolta differenziata e iniziative contro le inadempienze, e allo stesso tempo abbiamo raccolto gli appelli dei sindaci che hanno chiesto più tempo per organizzarsi”. A oggi ottanta comuni su 390 non raggiungono il 20 per cento di differenziata, mentre ce ne sono 93 che ad agosto non superavano il 30 per cento. Musumeci ha cadenzato il programma futuro: l’obiettivo resta sempre il 31 dicembre del 2018.
 
Come sottolineato da Musumeci, per la piena operatività del Piano, “è stata avviata la procedura Vas ed è stata adottata la relazione preliminare del Piano ambientale, ma prima si deve approvare il ddl sul piano dei rifiuti”.
 
Nel frattempo, qualche ora prima, il presidente della Regione ha parlato anche dei programmi per la approvazione del bilancio di previsione. “Quest’anno – ha detto – pensiamo di presentare il documento contabile per essere approvato entro il 31 dicembre 2018. Questo ci consentirà di programmare appieno le attività e permetterà agli Enti locali di aver maggiori certezze nella programmazione. È uno sforzo notevole, perché molto personale è impegnato a rendicontare sulla certificazione dei fondi Europei: una corsa contro il tempo”.
 
Sui possibili effetti della manovra del Governo nazionale nell’Isola, Musumeci ha poi aggiunto: “Gli uffici stanno già lavorando, speriamo che l’effetto temuto non arrivi in una regione già fortemente debilitata”.

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