Le Province negano la trasparenza - QdS

Le Province negano la trasparenza

Marina Barrera e Carmelo Riccotti La Rocca

Le Province negano la trasparenza

mercoledì 03 Febbraio 2010

Enti locali. Documenti inaccessibili sui siti istituzionali.
La normativa. Le regole sono chiare: “Il diritto di accesso si esercita mediante esame ed estrazione di copia dei documenti amministrativi. L’esame dei documenti è gratuito”.
Il paradosso. A Ragusa ai cittadini viene chiesto di pagare per visionare le delibere. La semplice visione degli atti pubblici viene considerata alla stregua della copia conforme all’originale.

PALERMO – La trasparenza continua a essere una qualità rara e visionare gli atti amministrativi sui siti web delle Province regionali è ancora un’operazione impossibile. Fatta eccezione per Trapani, infatti, negli altri otto enti la consultazione dei documenti non è per niente agevole, perché se va bene si può accedere solo agli estremi dell’atto richiesto o a un semplice estratto, senza però ottenere il testo integrale.
 Addirittura, a Ragusa, per avere una copia bisogna pagare, come se si trattasse di un documento cartaceo. Eppure, c’è un’ampia normativa in materia: dalla legge sulla trasparenza, la 241/90, fino alla recentissima 69/09, che impone agli enti obblighi precisi. Che ancora oggi restano “puntualmente disattesi.
 
La trasparenza, a quanto pare, non è da tutti. Visionare degli atti pubblici, quali ad esempio le delibere di Giunta, nei portali delle Province regionali siciliane non è molto agevole – a volte per l’impostazione del sito internet – soprattutto perché nella maggior parte dei casi si trovano solamente gli oggetti del documento o un semplice estratto, ma non il testo integrale.
Nel caso della Provincia di Ragusa, per esempio, addirittura per visionare una delibera di Giunta occorre pagare. In pratica, la semplice visione degli atti pubblici viene considerata alla stessa stregua della copia cartacea conforme all’originale. Eppure, la legge 241/90 (modificata in alcuni passaggi dalla L. 265/99 e dalla recentissima L. 69/09) non lascia alcun dubbio. L’articolo 25, al comma 1, è chiaro: “Il diritto di accesso si esercita mediante esame ed estrazione di copia dei documenti amministrativi, nei modi e con i limiti indicati dalla presente legge. L’esame dei documenti è gratuito. Il rilascio di copia è subordinato soltanto al rimborso del costo di riproduzione, salve le disposizioni vigenti in materia di bollo, nonché i diritti di ricerca e di visura”.
Guardando al resto delle Province siciliane, visitando i portali, il modello ragusano permane. Internet con i suoi vantaggi, per la velocità nel reperire i documenti e la gratuità dell’accesso, sembra proprio non favorire la trasparenza. Tuttavia, la legge 15/09, la cosiddetta “legge Brunetta”, parla chiaro. All’art. 4 comma 7 recita: “La trasparenza è intesa come accessibilità totale, anche attraverso lo strumento della pubblicazione sui siti internet delle pubbliche amministrazioni, delle informazioni concernenti ogni aspetto dell’organizzazione delle pubbliche amministrazioni, degli indicatori relativi agli andamenti gestionali e all’utilizzo delle risorse per il perseguimento delle funzioni istituzionali, dei risultati dell’attività di misurazione e valutazione svolta in proposito dagli organi competenti, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo del rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità”.
Prendiamo in considerazione il sito internet della Provincia di Siracusa. Come la maggioranza delle province siciliane, attraverso il portale, ci si limita a rendere noto solamente l’oggetto della delibera, che tra l’altro bisogna già conoscere, altrimenti la ricerca diventa difficoltosa.  Se si clicca su ricerca atti, viene fuori una schermata con su scritto: data atto – numero atto- tipologia atto- settore o ente – parole di ricerca all’interno del testo dell’atto. Per effettuare la ricerca abbiamo inserito 2009 come data ed “edilizia pubblica e scolastica” come settore. Sono apparse una serie di delibere, abbiamo cliccato sulla prima, la numero 388, ed ecco che appare una finestra con “numero atto – settore – tipologia e l’oggetto”: “lavori di consolidamento e adeguamento degli impianti del Palazzo della provincia Via Malta- Rimodulazione quadro economico”. Queste sono le uniche informazioni che riusciamo ad ottenere.
Per la Provincia di Agrigento la musica non cambia, l’unica differenza è che l’oggetto risulta essere ancora più striminzito rispetto al sito della Provincia di Siracusa. Ancora più complicato è l’accesso agli atti nel sito della Provincia di Caltanissetta. Qui, prima di poter accedere agli atti, bisogna effettuare il login, ossia una registrazione inserendo indirizzo e-mail, password, cognome, nome e data di nascita. Noi abbiamo provato a registrarci  nella giornata di venerdì 8 gennaio, ma ad oggi non siamo in grado di accedere agli atti pubblici.
Niente da fare nemmeno per i portali delle Province di Palermo, Messina ed Enna per quanto riguarda la trasparenza degli atti pubblici. Visitando i rispettivi siti internet, vi troverete, infatti, solamente dinanzi agli oggetti delle delibere di Giunta, senza la possibilità di visionare il resto del documento. L’unica differenza tra un ente e l’altro si può ridurre solamente ad un’interfaccia più o meno chiara per l’utente, che condizionerà la velocità del reperimento delle informazioni.

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