Ddl Pd per ridurre a 14 le partecipate regionali - QdS

Ddl Pd per ridurre a 14 le partecipate regionali

Raffaella Pessina

Ddl Pd per ridurre a 14 le partecipate regionali

venerdì 05 Febbraio 2010

Presentato dal segretario regionale Lupo e dal capogruppo all’Ars Cracolici. Nel programma di Lombardo ne sono previste solo dieci

PALERMO – Torna alla ribalta politica il riordino delle società partecipate. Ieri mattina è stato presentato dal Partito democratico in una conferenza stampa con il segretario regionale Giuseppe Lupo e il capogruppo all’Ars Antonello Cracolici un disegno di legge per riorganizzare le società partecipate regionali e contenere  la spesa. Cracolici ha dichiarato che vorrebbe far esitare questo documento prima della approvazione della legge di bilancio: “è questo un primo passo – ha detto il capogruppo del Pd, Cracolici – per rendere più efficiente l’amministrazione. Troppo spesso queste società sono state infatti trasformate in parcheggi per candidati trombati o per deputati in pensione. Vere e proprie scatole cinesi. Bubboni di clientele e sprechi”. L’intervento porterebbe il numero complessivo di società a vario titolo partecipate da 27 a 14.

Delle sette società interamente partecipate dalla Regione  resterebbero in vita Ast, Beni Culturali (che assumerebbe la denominazione Gestione Servizi Spa), CineSicilia e Sviluppo Italia Sicilia, mentre verrebbero liquidate Sicilia e-Ricerca, Info Rac Map e Multiservizi. Delle dieci società a partecipazione maggioritaria, resterebbero Italkali, Terme di  Sciacca, Sicilia Patrimonio Immobiliare, Sicilia e-Servizi e Sicilia Emergenza e Urgenza Sanitaria, Biosphera verrebbe assorbita da Gestione Servizi Spa (ex Beni Culturali), Parco Scientifico e Tecnologico e Italia Lavoro Sicilia verrebbero assorbite da Sviluppo Italia Sicilia, mentre Mercati Agroalimentari Sicilia e Quarit verrebbero liquidate. Cracolici ha anche annunciato per i prossimi giorni un disegno di legge che intervenga sugli enti (citando ad esempio l’Ente di sviluppo agricolo), definiti “un altro bubbone della spesa”.

Infine, per quel che riguarda le società nelle quali la Regione detiene quote di minoranza, resta invariata la condizione in Cape Spa, Irfis, Riscossione Sicilia, Siciliacque, Stretto di Messina, Terme di Acireale e Unicredit, mentre verrebbero dismesse le quote di Archelios, Consorzio di Ricerca per l’Innovazione Tecnologica – Agrobio e Pesca, Consorzio di Ricerca per l’Innovazione Tecnologica – Trasporti navali, commerciali e da diporto, Distretto Tecnologico Sicilia – micro e nano sistemi, Società Mediterranea.

Sono invece già in liquidazione, Ciem, Risem, Siace, Sicilia Hydro, Sicilia e-Innovazione. La norma prevede anche dei tetti per gli emolumenti di amministratori (50 mila euro), consiglieri (25 mila) e revisori (20 mila). “Vogliamo un’inversione di logica – ha detto Giuseppe Lupo – le società non devono essere al servizio della politica per creare posti di sottogoverno, ma al servizio del mondo produttivo. E se i manager falliscono, vanno rimossi”. Il tema della riduzione delle società partecipate fa anche parte del programma di riforme del governo Lombardo e inoltre è stato al centro dell’attenzione della Commissione Attività Produttive all’Ars,  di cui è presidente Salvino Caputo (Pdl) con una serie di audizioni per verificarne efficienza e costi. è prevedibile quindi una attenta considerazione in aula ed una veloce approvazione di un documento che a questo punto potrebbe rappresentare la prova del nove di una alleanza formatasi proprio sul programma delle riforme.

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