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Catania – Dissesto, dipendenti salvi dalla tagliola. Bonaccorsi: “Qui non ci saranno esuberi”

Desiree Miranda

Catania – Dissesto, dipendenti salvi dalla tagliola. Bonaccorsi: “Qui non ci saranno esuberi”

mercoledì 28 Novembre 2018

In Comune 2.826 lavoratori: al di sotto dei limiti stabiliti dalla legge per gli enti in default. Secondo i parametri fissati dal ministero  per le città abitate da un numero di persone tra 250.000 e 499.999, il rapporto non può scendere al di sotto di un dipendente ogni 89 abitanti

CATANIA – “Siamo al di sotto del parametro stabilito dal ministero dell’Interno per gli enti locali, quindi non c’è nessun dubbio: non ci sono esuberi al Comune di Catania”. Sono queste le parole dell’assessore al Bilancio, Roberto Bonaccorsi, in vista dell’imminente dichiarazione del dissesto finanziario. Secondo il principale responsabile delle finanze comunali non ci sono dubbi sul fatto che nessuno al Comune rischia il posto di lavoro.
 
Il riferimento di legge è il decreto del 10 aprile del 2017 del ministero dell’Interno che individua i rapporti medi dipendenti-popolazione validi per gli enti in condizioni di dissesto, per il triennio 2017-2019. A stabilire che detti parametri vengano individuati ogni tre anni è l’articolo 263, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, laddove si legge che “con decreto a cadenza triennale, il ministro dell’Interno individua la media nazionale per classe demografica della consistenza delle dotazioni organiche per i Comuni e le Province ed i rapporti medi dipendenti-popolazione per classe demografica, validi per gli enti in condizioni di dissesto, ai fini di cui all’art. 259, comma 6”.
 
Questo significa che bisogna mettere in rapporto il numero dei dipendenti con il numero della popolazione al 31 dicembre dell’anno precedente. Secondo i dati dell’Istat Catania contava 311.620 residenti lo scorso dicembre, mentre i dipendenti comunali – “tra cui non contiamo i dipendenti delle partecipate”, come specifica l’assessore Bonaccorsi – sono, secondo i dati dello stesso Comune, 2.826. Il rapporto è dunque di circa un dipendente ogni 110 abitanti.
 
Secondo i parametri del triennio 2017/2019, fissati dal ministero dell’Interno, per le città che contano tra i 250.000 e i 499.999 abitanti, il rapporto non può scendere al di sotto di un dipendente ogni 89 abitanti. Come già detto e confermato quindi dall’assessore Bonaccorsi, Catania sta ampiamente oltre questa soglia e così, seppure in gravissime condizioni finanziarie, il Comune non sarà obbligato a licenziare nessuno.
 
Ciò che invece rimane in bilico, e per cui in questi giorni i dipendenti comunali stanno facendo sentire sempre più forte la loro voce, è la mancanza del pagamento degli stipendi. Lo conferma ancora una volta Bonaccorsi: “Il problema è di liquidità, non c’entra nulla con la quadratura”.
 
Una prima risposta concreta potrebbe arrivare a metà dicembre, data in cui si prevede l’erogazione dei due stipendi di ottobre e novembre. A seguito dell’approvazione del bilancio consuntiv,o la Regione dovrebbe deliberare le anticipazioni e il trasferimento di alcune somme al Comune. Anche gli introiti comunali come l’Imu dovrebbero portare un po’ di liquidità nelle casse comunali e con questi soldi dovrebbero essere pagati tredicesima e stipendio.
 
Inoltre, il governo nazionale dovrebbe mandare un po’ di liquidità attraverso il Fondo di solidarietà comunale. Si tratta di un contenitore per i rapporti economici tra Stato e Comuni, alimentato da una quota dell’Imposta municipale propria (Imu), e attraverso il quale i Comuni ricevono una ripartizione di questi introiti, tenendo conto dei costi e fabbisogni standard (criteri perequativi) nonché della variazione di gettito e delle variazioni nelle risorse disponibili comunali in seguito alla soppressione del precedente fondo (criteri compensativi). Si attendono circa 30 milioni di euro, ma ad oggi, nonostante le ripetute richieste, non è arrivata risposta.

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