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Politica: donne e giovani restano a casa

Carmelo Lazzaro Danzuso e Oriana Gionfriddo

Politica: donne e giovani restano a casa

venerdì 30 Novembre 2018

Ifel: solo il 6,6% dei Comuni dell’Isola ha sindaci donna. Stessa percentuale per gli under 35. Tra gli amministratori locali c’è poco spazio per parità di genere e ricambio generazionale. Sicilia tra le peggiori regioni d’Italia (davanti solo a Campania e Calabria) per Enti locali “in rosa”

PALERMO – Giovani e donne possono attendere. La politica siciliana fatica a rinnovarsi dal punto di vista anagrafico, anche se questo è un problema diffuso a livello nazionale, ma ancor di più sembra incapace di aprirsi alle donne, affidando loro ruoli importanti come, per esempio, la guida di un Ente locale.
 
A dimostrazione di quanto affermato ci sono i dati diffusi da Ifel (Istituto per la finanza e l’economia locale della Fondazione Anci) all’interno del rapporto “I Comuni italiani 2019 – Numeri in tasca”, pubblicato lo scorso mese di ottobre. Un quadro dettagliato di come, a livello nazionale e regionale, la strada per il cambiamento sia molto più lontana di quanto sembri.
 
Sono i numeri, aggiornati al 20 settembre scorso, a scattare una fotografia della situazione, collocando la nostra regione agli ultimi posti per numero di donne alla guida di un Comune e un po’ sopra la media nazionale (ma comunque con numero piuttosto bassi) per ciò che concerne gli amministratori con meno di 35 anni.
 
(POCHE) DONNE AL COMANDO
 
Per quanto riguarda il primo dato, la percentuale di donne incaricate dai cittadini di reggere le sorti di un Comune si ferma al 6,6% del totale (da cui sono comunque esclusi gli eventuali Enti locali commissariati). Una risultato che piazza la Sicilia al terz’ultimo posto nazionale, davanti soltanto a Campania (la peggiore in assoluto con un’incidenza di amministratrici pari al 4,7% sul totale dei Comuni della regione) e Calabria (ferma invece al 6,5%).
Il Sud, dunque, non si distingue certo per favorire la parità di genere in politica. Basti pensare, infatti, che la media nazionale di donne sindaco sfiora il 14% (13,9 per l’esattezza) e a tirare su la media sono principalmente gli Enti locali delle regioni del Nord: in ordine Emilia Romagna (20,9%), Veneto (18,5%) e Piemonte (17,5%).
 
NON È UN PAESE PER GIOVANI
 
Sono sempre il 6,6% del totale, invece, i sindaci under 35 che amministrano i Comuni siciliani. Un dato anche in questo caso basso, ma che può essere letto in modo diverso perché è tutto il Paese a muoversi a rilento. La media siciliana, infattim, è di 1,6 punti percentuali sopra quella nazionale, ferma dunque al 5%.
La mancanza di giovani leve in politica è dunque un problema che attraversa il Paese da Nord a Sud, tanto che, al contrario di quanto accade per le donne, non è possibile fare una distinzione geografica netta.
Le regioni più virtuose sono infatti Emilia Romagna (9,4% di sindaci under 35 sul totale dei Comuni presenti nella regione), Basilicata (7,7%) e Trentino Alto Adige (7,2%). Le peggiori, invece, sono Campania (con un 2,5% che la condanna a essere l’ultima in entrambe le graduatorie), Liguria (2,6%) e Puglia (2,8%).
Al di la di qualche caso eccezionale, risulta comunque evidente che i concetti di rinnovamento anagrafico e di inserimento della parità di genere non sembrano essere propri della politica nazionale e siciliana.
Abbiamo chiesto di riflettere su questi argomenti a due sindaci siciliani che rappresentano le due categorie prese in esame: Anna Alba, primo sindaco donna nella storia di Favara, in provincia di Agrigento, e Saverio Bosco, primo cittadino di Lentini, uno degli amministratori più giovani eletti nella nostra Isola.
 

 
La prima donna a guidare Favara
Anna Alba: “Serve più coraggio”
 
FAVARA (AG) – Anna Alba, 36 anni, una laurea e una militanza nel Movimento 5 stelle, è una giovane donna che amministra una comunità di circa 30 mila abitanti. Un’amministratrice donna che, come dimostrano i dati Ifel, rappresenta una rarità in Sicilia, regione dove la presenza femminile in politica sembra essere ancora troppo limitata.
 
“Eppure – commenta Alba – in provincia di Agrigento abbiamo diverse presenze femminili nelle amministrazioni locali e devo dire che si tratta di numeri in rialzo. A Favara la mia elezione è stata quasi una rivoluzione e a testimoniarlo ci sono due enormi stanze in Municipio, tappezzate di foto del passato, un passato fatto di soli uomini. Mi piace pensare che con me si sia aperta una nuova era. Anche perché sono stata eletta con il 72% di preferenze, quindi sono stata molto voluta dalla mia comunità”.
 
“Io credo di rappresentare – ha aggiunto – un momento storico di transizione, e mi auguro che questo possa essere un messaggio positivo per il futuro, per tutti coloro i quali nella differenza di genere vedono anche un altro tipo di differenza, non esclusivamente quella fisica. Ci tengo a sottolineare che, dal mio punto di vista, tra uomini e donne non è una sfida: nessuno è più bravo di qualcun altro”.
 
Ha mai sentito qualcuno rivolgere frasi sessiste nei suoi confronti?
“Per fortuna no. Ma credo che in questo mi abbia aiutato molto anche il mio carattere deciso”.
 
Cosa manca per incrementare i numeri delle donne in politica?
“Io credo manchi un po’ di coraggio da parte delle donne, perché la comunità è pronta ad accoglierle. E ritengo di essere un esempio da questo punto di vista. D’altro canto, c’è anche da dire che in molti casi sono i colleghi maschi a non avere troppa fiducia nelle donne”.
 

 
Saverio Bosco è il presente di Lentini
Un giovane scelto per ripartire
 
LENTINI (SR) – Saverio Bosco, 35 anni, laureato e con un passato nel centro sinistra, è uno dei sindaci più giovani della Sicilia. Nel 2016 ha vinto le elezioni comunali che gli hanno consentito di diventare la guida della comunità di Lentini, in provincia di Siracusa.
 
“Quando si parla di giovani in politica – dice – si rischia di entrare nella retorica e di essere banali, però occorre distinguere fra due diverse categorie: coloro che sono stati allevati per un ruolo, e quelli che si fanno da soli. Io penso che in quest’ultima categoria rientri il caso di Lentini, il mio caso, anzi il nostro: un gruppo di giovani, figli di una generazione complicata, che ha deciso di fare qualcosa per la città, di farlo superando gli schemi. Questo tipo di ragionamento lo può fare soltanto chi è nato negli anni Ottanta, chi conosce la disoccupazione, le difficoltà dell’emigrazione ed economica. È molto facile essere attratti da un’onda di protesta, ma che non porta a niente. C’è però anche chi tiene a cuore una proposta, un’idea, e su essa basa il proprio impegno”.
 
E quanto accaduto a Lentini, secondo Bosco, rientra proprio in quest’ultimo caso. “I giovani – spiega il sindaco – non sono il futuro, ma il presente. Devono vivere il presente e governarne i processi, in questo caso la Pubblica amministrazione. Lentini è un esempio: una città vecchia dal punto di vista anagrafico, che però ha dato fiducia a un gruppo di ragazzi che hanno puntato sulla sincerità. Ci siamo presentati con un programma molto semplice e non abbiamo messo in campo il classico schema dei partiti, ma un movimento civico e apartitico”.
 
“Oggi – aggiunge – a distanza di due anni, abbiamo una città con un volto diverso. Lentini sta programmando la realizzazione di piste ciclabili, fa la differenziata, sta avviando una piccola rivoluzione nonostante le difficoltà economiche (il Comune è in dissesto, nda), e adesso ha messo in cantiere la nascita del primo Eco parco comunale della provincia di Siracusa”.
 
“Siamo la dimostrazione – ha concluso Bosco – che i giovani in politica possono dare un grande contributo”.

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