Paolo Gentiloni: "Questo Governo non onorerà i suoi impegni" - QdS

Paolo Gentiloni: “Questo Governo non onorerà i suoi impegni”

redazione

Paolo Gentiloni: “Questo Governo non onorerà i suoi impegni”

venerdì 07 Dicembre 2018

Intervista ESCLUSIVA all’ex premier, lunedì a Catania per presentare il suo libro

CATANIA – L’operato del Governo a trazione Movimento 5 stelle-Lega, l’esperienza come presidente del Consiglio dei ministri e il futuro del Pd. L’ex premier Paolo Gentiloni Silveri – che sarà lunedì pomeriggio alle 18 alla Feltrinelli di Catania per presentare il suo libro “La voce impopulista”, edito da Rizzoli – ha risposto alle domande del Quotidiano di Sicilia su presente, passato e futuro del Paese, senza dimenticare il momento estremamente delicato affrontato dal Partito democratico, alle prese con scelte decisive per il futuro del partito.
 
 
Partiamo dal presente: come giudica questi primi mesi di Governo Movimento 5 stelle-Lega?
“Molto male. Hanno promesso mari e monti in campagna elettorale e adesso, mese dopo mese, si capisce che non onoreranno non dico un decimo, ma neanche un centesimo degli impegni presi e disattesi: da quota 100 alla Flat tax – a proposito, ve la ricordate? – al Reddito di cittadinanza. Le poche cose fatte di questo Governo sono quelle realizzate dai nostri Esecutivi: basti pensare al lavoro fatto sull’immigrazione, con la decisa riduzione dei flussi fatta da noi e che adesso Salvini millanta come un suo risultato”.
 
Alla luce di ciò che sa accadendo, come vede il futuro del Paese?
“Sono molto preoccupato. Si stanno rivelando inesperti in un momento finanziario ed economico molto delicato per l’Italia. Se poi vai in giro ad attaccare briga con chiunque passi, dall’Europa ai nostri partner, non è che poi raccogli altro se non guai. Ecco, di tutto abbiamo bisogno oggi, e parlo dei cittadini, dei loro risparmi, del futuro dei nostri servizi sociali, non di cose astratte, tranne che di andarci a cercare guai a colpi di smargiassate”.
 
Tornando alla sua esperienza da presidente del Consiglio dei ministri, ha qualche rimpianto?
“Certo, molte cose si potevano fare e non abbiamo avuto il tempo o le condizioni per farle. Penso per esempio che il Reddito di inclusione, misura sacrosanta per provare ad alleviare la povertà che morde nel nostro Paese, andasse ampliato e sostenuto ancora di più. Oppure lo Ius soli, per il quale ci sono venuti a mancare i numeri in Senato”.
 
Cosa ci può dire della crisi del Pd: il partito sembra sempre più frammentato e, alla stato attuale, non sembra esserci nessuno in grado di ricompattarlo?
“Il Partito Democratico ha avviato un percorso congressuale per dotarsi di una leadership e di una agenda per il Paese. Fisiologico che ci si confronti, ma con l’obiettivo di renderlo più forte nel suo ruolo di opposizione oggi e in prospettiva nella costruzione di una alternativa a Lega e Cinque stelle”.
 
Chi, fra i candidati al ruolo di segretario, le sembra il più adatto a ricoprire questo incarico?
“Ho lavorato, e molto bene, con Minniti (che però proprio in queste ore sembra essersi ritirato dalla corsa al ruolo di segretario) e con Martina. E penso che Zingaretti abbia una nota di novità interessante. Ma ovviamente il mio impegno va al cento per cento al Pd”.

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