Coinvolgere i Paesi in via di sviluppo nella lotta al cambiamento climatico - QdS

Coinvolgere i Paesi in via di sviluppo nella lotta al cambiamento climatico

Coinvolgere i Paesi in via di sviluppo nella lotta al cambiamento climatico

domenica 16 Dicembre 2018

“Non c’è soluzione al dilemma energetico senza investire nelle zone che avranno il maggior boom demografico”. Eni trasforma la raffinazione e la chimica puntando su produzione bio e circolarità

GELA (CL) – Eni sta investendo in tecnologie che permettono il recupero dei rifiuti e degli scarti urbani e industriali. Inoltre, sta trasformando la raffinazione e la chimica puntando su produzione bio e circolarità. Tutto questo servirà a stimolare una spesa crescente anche in Italia e a creare un nuovo indotto con relativi posti di lavoro e professionalità innovative.
 
Come afferma Claudio Descalzi, l’amministratore delegato Eni, se si vogliono fare passi in avanti nella risoluzione del problema, non è sufficiente fare scelte che coinvolgono esclusivamente i Paesi più sviluppati, ma è necessario includere anche quelli in via di sviluppo. “I 35 Paesi dell’Ocse messi insieme raccolgono il 17% della popolazione mondiale, ma contribuiscono al 63% del Pil globale – afferma Descalzi – La disparità è evidente in Africa, dove vive il 17% della popolazione del pianeta con solo il 3% del Pil globale, nonostante il continente abbia più riserve di petrolio e gas degli Usa e un potenziale enorme in termini di produzione solare ed eolica. Non c’è soluzione al dilemma energetico senza investire in queste zone, che avranno il maggior boom demografico. Bisogna portare l’energia dove serve, distribuirla meglio, offrire occasioni di sviluppo”.
 
“Oltre un miliardo di persone, ha ricordato Papa Francesco, vivono senza elettricità – aggiunge l’amministratore delegato – Da qui nasce la sfida di riuscire a garantire l’enorme quantità di energia necessaria per tutti, con modalità di sfruttamento delle risorse che evitino di produrre squilibri ambientali tali da causare un processo di degrado e inquinamento, da cui l’intera umanità di oggi e di domani resterebbe gravemente ferita.
 
Dobbiamo agire ora, insieme, governi, società e anche i grandi fondi. Dobbiamo farlo creando nuove opportunità per tutti, legate all’economia circolare. Ma qualcosa può farlo anche ciascuno di noi. Cominciando, per esempio, dallo sprecare meno ed essere più efficienti nell’uso dell’energia”.
 
Un esempio molto importante di economia circolare e di riciclo è offerto dall’Orquesta de Reciclados, composta da una quarantina di ragazzi tra i 15 e i 25 anni. Ci troviamo in Paraguay, precisamente a Cateura, città dove è presente la più grande discarica del Paese: una tonnellata e mezzo di rifiuti scaricata ogni giorno, su una montagna attorno alla quale vivono 25 mila famiglie. Qui moltissimi sono i cosiddetti riciclatori “fai da te”: passano la giornata tra i mucchi di scarti, per trovare qualcosa da usare di nuovo. Separano plastica e alluminio, recuperano il metallo, vendono tutto quello che può trovare una seconda vita, inattesa.
 
Da qui l’idea di utilizzare i materiali da riciclo per dare vita a strumenti musicali. Questi ragazzi sono capaci di mostrare a tutto il mondo che peso possono avere nella vita degli uomini parole come “riciclo”, “riuso” e persino “economia circolare”, con quegli strumenti che alla bellezza dei suoni aggiungono quella di forme e colori insoliti. È nato tutto nel 2006, quando a Cateura arriva Favio Chávez. All’epoca ha 31 anni, è un maestro di musica, ma si trasferisce in zona per occuparsi proprio di riciclo. L’Orchestra ha generato un cambiamento enorme nella loro vita, qualcosa che si riflette nel modo di pensare, di lottare, di guardare a sé stessi e al loro valore.
 
 
“I ragazzi hanno capito che studiare serve – afferma Chávez – I poveri hanno bisogno di mangiare oggi, non pensano al domani. Ma per studiare musica devi farlo, devi imparare a guardare avanti. È una sfida convincere un ragazzo di qui che se vuole suonare il piano deve stare seduto su una sedia tre ore al giorno, e provare. Ma succede. E quando la accettano, smettono di vivere in uno stato di disperazione, fatto di un domani incerto e senza possibilità. Possono pensare al futuro come a un progetto di vita”.
 
L’Orquesta da qualche anno gira il mondo. Ha suonato in Brasile e Giappone, Stati Uniti e Israele, Francia, Canada e Messico. Nel 2017 ha anche preso parte a Sanremo. Nel 2015 i ragazzi hanno suonato davanti al Papa, quando è andato in visita in Paraguay e all’Onu.

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