Regione sclerotizzata sviluppo a zero - QdS

Regione sclerotizzata sviluppo a zero

Carlo Alberto Tregua

Regione sclerotizzata sviluppo a zero

mercoledì 10 Febbraio 2010

Assunzioni e assunzioni, sprechi e sprechi

Non se ne può più di una Regione che continua a pagare stipendi a vuoto e mantiene personale inutile, che dovrebbe essere classificato nel bilancio come spesa per ammortizzatori sociali. Anche un giovane studente di Organizzazione capisce che, per produrre qualunque servizio economico e sociale, l’eccesso di personale costituisce un intasamento dei meccanismi, quindi un eccesso di spesa corrente e, quindi, uno spreco.
La Regione ha nel suo organico almeno diecimila dipendenti in più del necessario. Ribadiamo che è una favola il fatto che abbia più incombenze della Regione Lombardia che ha solo tremila dipendenti, anziché ventimila. C’è, dunque, un enorme eccesso di personale che mangia centinaia di milioni di euro da destinarsi, invece, ad investimenti produttivi e ad investimenti per infrastrutture, che mettono in moto migliaia di posti di lavoro veri.
Fra le partecipate della Regione, gestite dall’assessorato all’Economia, vi è la Resais Spa, un vecchio contenitore inventato da Democrazia cristiana e soci, nel quale sono confluiti migliaia e migliaia di dipendenti inutili, un vero e proprio ammortizzatore sociale.

Fra le partecipate della Regione vi è anche Multiservizi Spa, che ha come missione la fornitura di servizi in diversi settori quali logistica, sanificazione, manutenzione, digitalizzazione. L’acquisizione del pacchetto azionario della Spo Spa, società partecipata dell’amministrazione comunale di Palermo, alla Multiservizi Spa è un errore gravissimo, perché inquina la missione della seconda.
In una logica meramente assistenziale sarebbe stato minore danno trasferire la Spo e i suoi dipendenti, direttamente a quel contenitore assistenzialistico che è la Resais Spa.
Si capisce che questo Governo, pur intendendo riformare nella palude della conservazione, non può d’acchito mettere sul lastrico dieci o quindicimila persone. Però deve dire chiaramente ai contribuenti siciliani che il sostentamento di queste persone ha una funzione sociale, in quanto essi non servono all’amministrazione per la produzione dei servizi.
La chiarezza è indispensabile per attuare una trasparenza senza della quale l’opacità nasconde clientelismi e abusi di ogni genere.

 
La Regione è sclerotizzata perché al suo interno le procedure sono volutamente complicate, in modo che chiunque abbia bisogno di un servizio, ha la necessità di chiedere il favore. La Regione è sclerotizzata perché i diritti dei cittadini sono subordinati alle clientele, ai famigli e agli amici di coloro che hanno responsabilità politiche o burocratiche, ma si comportano da perfetti irresponsabili.
In questo quadro, nel quale il Governo non presenta disegni di legge di semplificazione e di riordino (ha perso già due anni), viene al pettine una vicenda cuffariana che è quella di promuovere come vice dirigenti mille dipendenti, senza che nessun organo abbia acclarato il loro merito per essere promossi e, peggio, senza nessun Piano industriale che ne preveda le responsabilità ed i compiti.

In questo quadro sclerotizzato, il Governo proroga con un decreto del 31 dicembre, anche se solo per tre mesi, il contratto a tempo determinato di oltre tremila precari.
In questo quadro sclerotizzato emerge con chiarezza uno scandalo che noi denunciamo da anni e, cioè, che dipendenti e pensionati regionali percepiscono assegni superiori ai loro colleghi statali nella misura del 40 per cento (Corriere della Sera e Le Figarò su fonte Corte dei Conti Sicilia). Ecco un’altra dimostrazione di come l’Autonomia sia stata usata per creare privilegi e ingiustizie della  corporazione dei dipendenti regionali, che sta molto bene, rispetto a milioni di siciliani che stanno molto male.
Per  sistemare quest’ultima dissennatezza basta un decreto del Presidente dei siciliani, fatto di un solo articolo: “I contratti di lavoro dei dipendenti regionali e gli assegni pensionistici degli ex dipendenti regionali sono equiparati a quelli di dipendenti e pensionati della Regione Lombardia”.

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