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Palermo – Consolidato 2017: addio ai disallineamenti, ma sulle partecipate ora serve una svolta

Gaspare Ingargiola

Palermo – Consolidato 2017: addio ai disallineamenti, ma sulle partecipate ora serve una svolta

giovedì 03 Gennaio 2019

La maggioranza ha chiesto all’Amministrazione un cambio di passo nella gestione delle aziende. Verso la revisione dei Piani aziendali e la riorganizzazione dei contratti di servizio

PALERMO – La conferma dell’addio ai disallineamenti e l’assunzione a tempo indeterminato di 53 lavoratori precari ex Articolo 23. C’è tutto questo nel Bilancio consolidato 2017 che il Consiglio comunale ha approvato prima della sosta natalizia.
 
Viene definito “consolidato” il bilancio che, come prevede la legge ormai da qualche anno a questa parte, include non solo i conti del Comune ma anche quelli delle sue aziende partecipate. Così come voluto dal sindaco Leoluca Orlando e dall’Amministrazione attiva – e come sancito dai documenti finanziari già approvati nel corso dell’anno che volge al termine (il Consolidato 2016, il Consuntivo 2017 e il Previsionale 2018) – con il Consolidato 2017 viene ratificata l’uscita di scena definitiva dei disallineamenti, ovvero delle discrepanze tra crediti e debiti tra Comune e aziende (e in particolare Amat, Rap e Amap). Spariscono cioè le diverse valutazioni che le due parti facevano sul dare e avere, su quali somme fossero dovute e quali no.
 
Spiega una nota di Palazzo delle Aquile: “Il Consolidato 2017 supera di fatto i disallineamenti fra i crediti riconosciuti dal Comune e quelli vantati dalle società partecipate che dagli oltre 70 milioni del 2016 si riducono ad appena 1 milione e 400 mila euro. Sono stati riconosciuti alle società partecipate crediti per 28 milioni, già accantonati in sede di Rendiconto 2017, e sono stati accantonati nel Bilancio di previsione 2018/2020 del Comune 42,5 milioni con un fondo funzionale alla copertura delle potenziali perdite d’esercizio delle società partecipate in conseguenza dello stralcio dei crediti vantati dalle società ma non riconosciuti dal Comune”.
 
“I Revisori – hanno aggiunto dal Comune – hanno certificato la correttezza e veridicità dell’operato dell’amministrazione e asseverato i conti delle singole società e dei rapporti debiti-crediti. Il patrimonio comprende oltre 2 miliardi e 300 milioni di immobilizzazioni e oltre 900 milioni di attivo circolante. Il netto patrimoniale è di oltre 945 milioni. I fondi rischi che rafforzano la garanzia di solidità dei conti includono oltre 1 miliardo di fondo svalutazione crediti a copertura del rischio di insolvenza dei debitori. Ciò consentirà di assorbire l’impatto sul patrimonio delle recenti disposizioni normative sulla rottamazione dei ruoli. A voce propria figurano, poi, nel passivo patrimoniale, 192 milioni di fondi rischi per contenzioso e altri accantonamenti. I debiti diminuiscono di oltre 46 milioni”.
 
Per l’assessore con delega al Bilancio, Antonino Gentile, “il 2019 sarà l’anno dei nuovi Piani aziendali in cui devono essere indicati gli interventi da attuare e i riflessi sui ricavi e sui costi nonché sull’organizzazione del lavoro. Dovranno essere rivisti i contratti di servizio, nell’ottica dell’efficientamento e del miglioramento della qualità delle prestazioni”.
 
Anche l’esponente di maggioranza Massimiliano Giaconia ha chiesto che con il nuovo anno si punti il faro sulle aziende comunali: “È necessario – ha detto – risolvere le cause che in tutti questi anni hanno generato i disallineamenti e che potrebbero continuare a generarne”.
 
Un cambio di passo nella gestione chiesto anche da Paolo Caracausi, altro orlandiano del Mov130 in quota Idv. “I problemi – ha affermato – sono tanti e non si può più aspettare. Confidiamo che il sindaco, al più presto, prenda le opportune decisioni”.
 
Nel frattempo la Giunta ha già dato il via libera al Bilancio di previsione 2019, che analizzeremo nel corso delle prossime uscite.

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