Diritti umani: smentita su Digos nell'Ufficio anagrafe di Palermo - QdS

Diritti umani: smentita su Digos nell’Ufficio anagrafe di Palermo

Bartolo Catania

Diritti umani: smentita su Digos nell’Ufficio anagrafe di Palermo

venerdì 04 Gennaio 2019

Da parte della Questura.  Il dirigente ha inviato al personale la nota del sindaco sulla sospensione delle procedure del Decreto Salvini. In migliaia a manifestazione in piazza davanti al Municipio palermitano con Orlando. E l'arcivescovo Lorefice tuona: "Non rimanere in silenzio dinnanzi ai disumani decreti"

Una notizia probabilmente diffusa ad arte quella che agenti della Digos si fossero presentati questa mattina nell’ufficio anagrafe del Comune di Palermo dopo le direttive impartite dal sindaco Leoluca Orlando al capo area Maurizio Pedicone.
 
La Questura di Palermo ha infatti definito "destituita di ogni fondamento" la notizia di "una asserita presenza di personale della Digos di Palermo presso l’Ufficio Anagrafe del Comune, per assumere informazioni sulle procedure sui richiedenti asilo politico: nessun dipendente della locale Digos ha fatto accesso negli uffici comunali".
 
Alcuni impiegati avevano riferito che gli agenti "avevano chiesto cosa accadesse quando vogliamo regolarizzare la posizione di un richiedente asilo e quali sono le procedure che stiamo seguendo".
 
Con una nota inviata ieri all’Ufficio anagrafe di Palermo, il capo area Maurizio Pedicone aveva trasmesso la disposizione del sindaco dello scorso 21 dicembre, "ricevuta – si legge – da questo ufficio soltanto ieri (2 gennaio, ndr) alle ore 17.07, in merito alle procedure per la residenza anagrafica degli stranieri".
 
Con la disposizione, si legge nella nota, "Si impartisce l’ordine di sospendere le procedure previste dalla legge 132/2018, nelle more, stante la complessità della stessa, di approfondire i precetti di numerose norme del suddetto provvedimento legislativo che presentano aspetti di difficile interpretazione, che quindi, non considererebbero una corretta applicazione senza ledere i diritti fondamentali costituzionalmente garantiti della persona".
 
"Pertanto – conclude la nota – codesto ufficio provvederà, fino a nuova disposizione sindacale, a porre in essere gli adempimenti conseguenziali di competenza in materia di residenza anagrafica degli stranieri".
 
La sospensione, ricorda Pedicone, va praticata "nelle more di approfondire il provvedimento legislativo", la cui applicazione potrebbe "ledere i diritti fondamentali costituzionalmente garantiti della persona".
 
Le prime dieci richieste di residenza da parte di extracomunitari, pervenute stamane, sono state rimandate a fine mese per l’esame dei documenti.
 
Intanto un migliaio di persone ha partecipato, nonostante la pioggia, a un sit di sostegno davanti al Municipio di Palermo durante il quale Orlando ha ribadito: "Voglio difendere i diritti umani dei migranti, che sono persone".
 
Tu, Gesù, sei stato il primo profugo dell’era cristiana. Aiutaci ad aiutare ogni uomo che chiede accoglienza" ha detto invece
l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, nell’omelia della messa celebrata nel palazzo delle Aquile durante il sit in.
 
"Rendici capaci – ha aggiunto l’arcivescovo rivolgendosi a Cristo – di preparare il vero presepe, di aprire le nostre strutture e le nostre famiglie. Fai in modo che che non ci accada di rimanere in silenzio dinnanzi ai disumani decreti che aggravano la sofferenza di chi è vessato dalla povertà e dalla guerra".
 
Fuori dal Municipio non c’erano bandiere ma solo uno striscione: "Palermo per accoglienza e solidarietà" e attorno a esso esponenti di varie associazioni, dirigenti sindacali, cittadini. A un angolo della piazza anche alcuni immigrati africani.
 
"Al nervosismo di Salvini – ha detto Orlando, tra gli applausi – rispondo che ho esercitato le mie funzioni di sindaco: ho sospeso l’applicazione di norme di esclusiva competenza comunale che potevano pregiudicare i diritti umani dei migranti".
 
"Adesso – ha ribadito il Sindaco – mi rivolgerò all’autorità giudiziaria perché, in quella sede, il caso possa essere rimesso alla Corte Costituzionale che giudicherà la legittimità o l’illegittimità costituzionale di norme che hanno un sapore certamente disumano e criminogeno".
 
Maria Consuelo Spera, una dirigente dell’Anpi con il fazzoletto dell’associazione partigiani, citando la dichiarazione dei diritti umani ha detto che sono in discussione principi di umanità e solidarietà.
 
"Reagiamo prima che sia troppo tardi", ha aggiunto Salvatore Scibetta.
 
Il segretario della Cgil Palermo, Enzo Campo, ha lanciato un allarme contro un decreto che "restringe le garanzie e i diritti riconosciuti ai migranti e ai richiedenti protezione internazionale".
 
In piazza c’era anche Davide Faraone, segretario regionale del Pd.
 
"Contrastiamo in piazza – ha detto – come abbiamo fatto in Parlamento – un decreto che ha un carattere disumano. Sottrae diritti alle persone che ne hanno più bisogno. Saremo nelle piazze per contrastare le linee e le scelte di un governo che rivela un volto razzista e antimeridionalista".
 
Luca Casarini, esponente della sinistra antagonista, attacca: "Lo chiamerei decreto insicurezza perché alza i margini di influenza della criminalità e del lavoro nero".

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