Frodi creditizie con furto di identità, una su dieci in Sicilia - QdS

Frodi creditizie con furto di identità, una su dieci in Sicilia

Eleonora Fichera

Frodi creditizie con furto di identità, una su dieci in Sicilia

martedì 08 Gennaio 2019

Osservatorio Crif gennaio-giugno 2018: la nostra Isola al 4° posto nella classifica nazionale. Solo nella provincia di Palermo 345 i casi registrati, su un totale regionale di 1.241

PALERMO – Aumentano le frodi creditizie con furto di identità.
Solo nel primo semestre del 2018, ne sono state registrate 12.100: circa 66 casi al giorno, per un danno stimato di 72 milioni di euro. La Sicilia, tra le regioni più coinvolte. Una frode su 10, infatti, viene commessa nella nostra Isola.
 
A rivelarlo, l’Osservatorio Crif che nei giorni scorsi ha diffuso l’ultimo rapporto sulle frodi creditizie con utilizzo di illecito dei dati personali e finanziari altrui per ottenere credito o acquisire beni senza poi rimborsare i finanziamenti stipulati. Stando ai numeri presentati dal Crif, nei primi sei mesi del 2018 in Sicilia sono state commesse 1.241 frodi creditizie. A livello nazionale, la nostra Regione si è posizionata quarta. Un’incidenza maggiore, infatti, si è registrata solo in Campania (1.758 casi), in Lombardia (1.505 casi) e nel Lazio (1.360 casi).
 
LA TIPOLOGIA – Il 72% dei casi registrati riguarda prestiti finalizzati (in crescita del 28% rispetto al primo semestre 2017). Seguono in classifica le frodi sulle carte di credito (12,2%) e quelle sui prestiti personali (7,1%). Tra le tipologie di beni e servizi acquistati attraverso frode primeggiano gli elettrodomestici (30,9% del totale). In notevole aumento, i casi relativi alla categoria auto-moto (il 13,6% del totale) che hanno registrato un +49,8 % rispetto allo stesso periodo di riferimento dell’anno precedente. Per quanto riguarda le fasce d’importo, invece, il maggior numero di casi registrati riguarda importi compresi tra i 3.000 e i 5.000 euro (il 21,2% del totale). In crescita del 20% i casi con importo superiore ai 20.000 euro.
 
LE VITTIME – Le principali vittime di frode creditizia sono gli uomini (63,4% contro il 36,6% delle donne). Le fasce d’età più colpite sono la 41-50 (25,6% del totale, in crescita del 6,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), la 31-40 (22,7%) e la 18-30 (20,3%). L’osservatorio Crif, però, ha registrato nel primi sei mesi del 2018 una crescita consistente delle frodi perpetrate ai danni degli over 60, in aumento dell’8,8% rispetto al primo semestre del 2017.
 
LA DISTRIBUZIONE REGIONALE – La provincia siciliana più colpita è Palermo (città al quinto posto del ranking nazionale), dove sono stati registrati 345 casi (circa due al giorno). Seguono Catania (271 casi registrati) e Messina e Trapani (entrambe 138).
 
LA MINACCIA DEL WEB – Stando all’Osservatorio Crif il 57% delle frodi viene scoperto entro i 6 mesi per finanziamenti con importi inferiori ai 10.000 euro. Più le cifre salgono, però, più i tempi si allungano. I casi di frode con importi superiori ai 10.000, infatti, necessitano di più mesi per essere scoperti: il 16%, addirittura, viene individuato dopo più di 5 anni. L’individuazione dei casi, si fa ancora più complicata con la continua crescita del mondo digitale e delle opportunità che da questo derivano per i truffatori. Fenomeno, questo, su cui lo stesso Crif mette in guardia.
 
“Sempre più persone e aziende – ha commentato Beatrice Rubini, direttore della linea Mister Credit di Crif – si stanno aprendo al mondo digitale e, di conseguenza, i frodatori non rimangono a guardare e si stanno specializzando sulle frodi online. La vulnerabilità alle frodi di identità si può verificare anche solo perché sul web sono pubblicati i nostri dati identificativi, ad esempio nome, cognome e codice fiscale, o dei dati di recapito, tipicamente l’email o il numero di cellulare. Nessuno può dirsi veramente al riparo dai rischi di subire una frode, ma in particolare tra gli over 40, che dall’ultima rilevazione risultano essere la categoria più colpita, sarebbe importante una presa di consapevolezza e la conseguente adozione di comportamenti virtuosi per ridurre i rischi”.

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