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Messina – Variante di salvaguardia, stop confermato. Si attendono le mosse della Giunta

Lina Bruno

Messina – Variante di salvaguardia, stop confermato. Si attendono le mosse della Giunta

martedì 15 Gennaio 2019

Pianificazione urbanistica in primo piano: gli Ordini professionali chiedono un confronto. Amministrazione De Luca contro il “Salva colline” predisposto dal precedente Esecutivo

MESSINA – “Non riconosciamo e accettiamo quanto prodotto in questi cinque anni dall’assessore Sergio De Cola ed è pertanto necessario mettere un punto e ripartire”. Scriveva così nel suo programma elettorale il sindaco Cateno De Luca, che considera “la riqualificazione urbanistica ed edilizia come primo atto di indirizzo integrato e complementare a una pianificazione territoriale generale”.
 
Stop quindi alla Variante di salvaguardia, nota come “Salva colline”, predisposta dalla precedente Amministrazione e arenata per un anno in Aula consiliare senza mai arrivare al voto, e stop anche agli studi per la redazione del nuovo Piano regolatore commissionati nel 2015 a Carlo Gasparrini, urbanista, docente dell’Università Federico II di Napoli.
 
“La ‘Salva colline’ non è rispondente al nostro indirizzo politico-amministrativo”, ha ribadito Salvatore Mondello, vice sindaco e assessore all’Urbanistica, nella nota trasmessa al dirigente del dipartimento Politiche del territorio Antonio Cardia. “La salvaguardia – ha aggiunto il rappresentante dell’Amministrazione – e la messa in sicurezza delle aree libere collinari, è un obiettivo anche di questa Amministrazione, ma l’idea di un consumo di suolo zero deve essere indissolubilmente legata alla volontà di creare le condizioni perché l’imprenditoria del settore orienti i propri sforzi e le risorse disponibili verso la riqualificazione delle aree degradate, sia periferiche che centrali”.
 
Il provvedimento prevedeva l’azzeramento dell’edificabilità sulle zone collinari a rischio idrogeologico, col trasferimento delle cubature in una sorta di “banca dei volumi” da utilizzare attraverso i nuovi Piani urbanistici in altre aree, come il Piau, il Piano innovativo in ambito urbano, lungo la fascia costiera compresa tra la Stazione Centrale e Gazzi.
 
“Il primo esempio italiano – ha commentato l’ex assessore De Cola, rappresentante adesso di Messinaccomuna – di innovativa prevenzione tecnica del rischio, così riconosciuto dal Governo nazionale e dall’Istituto nazionale di Urbanistica, viene annullato. Gli indirizzi dell’Amministrazione De Luca in tema di salvaguardia del territorio sono dunque contrari a far discendere i vincoli edificatori dalla pericolosità del territorio, a cancellare l’edificabilità lì dove l’incrocio tra le mappe idrogeologiche e quelle sismiche evidenziano un livello alto di rischio. È finita l’onda emotiva del disastro di Giamplieri e sono tornati a imporsi gli interessi vecchi e le vecchie logiche”. L’ex assessore ha infine esortato il Consiglio comunale, gli Ordini e i professionisti a vigilare sulle future scelte.
 
Tra i punti di forza che dovranno caratterizzare il nuovo Prg prospettato da De Luca ci sono il completamento dei Piani di risanamento e la riqualificazione urbanistica ed edilizia. Nel programma si parla di un Piano operativo del sindaco in cui si individuano le priorità, il tutto all’interno di una pianificazione strategica attraverso la redazione di un documento programmatico che possa disegnare le tappe di sviluppo della città fino al 2023. A ciò si deve aggiungere un sistema regolativo univoco e non suscettibile di orientamenti e interpretazioni.
 
Il consiglio dell’Ordine degli architetti nei prossimi giorni avvierà un gruppo di lavoro sui temi del futuro della pianificazione urbanistica della città, chiedendo un confronto con il sindaco. “Non abbiamo ancora chiaro – ha spiegato il presidente Pino Falzea – quali siano le idee di questa Amministrazione e in che modo si differenzino dal precedente esecutivo. Siamo stati critici nei confronti della Variante di salvaguardia adesso ritirata, perché per esempio nel trasferimento dei volumi si escludevano le zone degradate della periferia e del centro, dove proponevamo interventi di rigenerazione urbana e riqualificazione. Si avvantaggiavano invece le aree Rfi, come per esempio quelle della Santa Cecilia, senza che si chiedesse in cambio a Fs una contropartita come l’eliminazione delle linee ferrate che fanno per chilometri da barriera all’affaccio a mare”.

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