Arbitro per le controversie finanziarie, 113 ricorsi dalla Sicilia nel 2018 - QdS

Arbitro per le controversie finanziarie, 113 ricorsi dalla Sicilia nel 2018

Roberto Pelos

Arbitro per le controversie finanziarie, 113 ricorsi dalla Sicilia nel 2018

martedì 15 Gennaio 2019

L’organismo controllato dalla Consob ne ha ricevuti ben 1.824 a livello nazionale. A livello provinciale primeggia Palermo con 43 istanze, segue Messina con 21

ROMA – Sono 1.824 i ricorsi con richieste di ristoro presentati nel 2018 all’Arbitro controversie finanziarie, l’organismo istituito dalla Consob, per un controvalore complessivo che ammonta a circa 78 milioni di euro.
 
L’importo medio delle richieste di risarcimento è di circa 52 mila euro con minimo di un euro e un massimo di 500 mila euro, soglia che costituisce il tetto massimo delle istanze giudicabili in sede di Acf.
 
I ricorsi provengono prevalentemente dal Sud (35%) rispetto al 33% del Centro e al 32% del Nord. I ricorsi provenienti dalla Sicilia sono 113 e a livello provinciale, primeggia Palermo con 43 ricorsi, seguita da Messina (21), Catania (12), Agrigento e Trapani (da entrambe le province sono state presentate 9 istanze), Siracusa (8), Ragusa (7), Caltanissetta (3), chiude Enna con un solo ricorso presentato.
 
All’interno del panorama nazionale, nel 78% dei casi, le decisioni dell’Arbitro hanno accolto in tutto o in parte i ricorsi dei risparmiatori e rispetto al 2017, primo anno di lavoro dell’Acf, i ricorsi presentati nell’anno da poco terminato, si caratterizzano per una maggiore diversificazione delle fattispecie: circa 800 dei 1.839 ricorsi pervenuti nel 2017 (il 40% del totale) provenivano da azionisti delle due banche venete in liquidazione, mentre nel 2018, 1.727 istanze su 1.824 riguardano fattispecie diverse.
Dunque, il numero degli intermediari coinvolti è salito nel 2018 a 132 da 111 dell’anno precedente: segno che il contenzioso davanti all’Arbitro tende ad evolversi verso una tipologia di controversie non più segnata dalla prevalenza di fenomeni specifici e territorialmente localizzati.
 
Come sottolineano dall’Acf, “negli ultimi mesi del 2018, per effetto dell’entrata in vigore del decreto “mille-proroghe”, l’Arbitro si è occupato anche di valutare le richieste di risarcimento presentate dai risparmiatori delle due banche venete in liquidazione (e delle loro controllate) e delle quattro banche in risoluzione dal 2015. Sono stati riconosciuti 40 milioni di risarcimenti a 854 risparmiatori nei limiti e secondo le modalità previste dal “mille-proroghe” (ristoro parziale del 30% e tetto massimo a 100.00 euro)”.
Le rimostranze hanno riguardato, in particolar modo, i servizi di consulenza, l’esecuzione degli ordini e soprattutto il fenomeno degli “scavalcamenti”, cioè il mancato rispetto da parte degli intermediari del criterio cronologico nell’eseguire gli ordini dei clienti. Gianpaolo Barbuzzi, presidente dell’Acf, ha posto l’accento sull’importanza dell’informazione nell’ambito degli investimenti finanziari.
 
“I dati – commenta infatti Barbuzzi – evidenziano che occorre dare sostanza alle regole, superando l’approccio del mero adempimento formale, prevalente tra gli intermediari. D’altra parte i risparmiatori devono avere maggiore consapevolezza dei propri diritti e mettersi in condizione di comprendere l’investimento che stanno valutando. Fare domande prima di decidere – conclude Barbuzzi – riduce il rischio di contenziosi”.
 
L’arbitro per le controversie finanziarie ha dunque consolidato il proprio ruolo come organo di risoluzione stragiudiziale dei contenziosi tra intermediari e risparmiatori, affermandosi anche come punto di riferimento para-giurisprudenziale che contribuisce ad orientare le condotte degli operatori nei rapporti con la clientela. Tutte le decisioni prese nei primi due anni di attività dell’Arbitro (circa 1.400, di cui 1.100 nel 2018 e 300 nel 2017) sono pubblicate sul sito istituzionale www.acf.consob.it.

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