Salute, in Sicilia si vive meno e peggio - QdS

Salute, in Sicilia si vive meno e peggio

Eleonora Fichera

Salute, in Sicilia si vive meno e peggio

giovedì 17 Gennaio 2019

Istat: speranza di vita alla nascita un anno più bassa rispetto alla media nazionale, preoccupa anche la mortalità infantile. L’isola è la regione più sedentaria, i siciliani sono pigri e poco attenti a dieta e a stili di vita corretti

PALERMO – I siciliani vivono meno e peggio rispetto al resto degli italiani e spesso sono poco attenti a tenere uno stile di vita corretto. A certificarlo è l’ultimo rapporto Istat sul Benessere equo e sostenibile in Italia. In quasi tutti gli indicatori utilizzati dall’Istituto nazionale di statistica per fotografare lo stato di salute del nostro Paese, infatti, la Sicilia ha ottenuto risultati decisamente poco incoraggianti.
 
La speranza di vita alla nascita (anno 2017) registrata dall’Istat in Sicilia è di 81,6 anni contro gli 82,7 della media nazionale. Peggio, solo la Campania: 81,1 la cifra indicata nel Rapporto. Sotto la media italiana, anche la speranza di vita in buona salute alla nascita: 55.8 anni il dato siciliano, circa 3 anni in meno rispetto alla media nazionale (58,7).
In linea con la media nazionale, invece, i dati relativi alla mortalità per tumore nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 64 anni. In questo caso, il tasso standardizzato per 10.000 residenti è di 8,9, (cifra identica alla media nazionale).
 
Particolarmente rilevanti, inoltre, risultano essere i dati relativi alla mortalità infantile. L’Istituto nazionale di statistica, infatti, ha registrato in Sicilia un tasso standardizzato di mortalità infantile di 4,1 per 1.000 nati vivi. Circa il doppio della media nazionale il cui dato riportato nel Rapporto è di 2.9. Peggio della nostra Isola, solo Basilicata (4,9), Molise e Umbria (4,6).
Non più incoraggianti, le cifre relative alla speranza di vita senza limitazioni nelle attività a 65 anni: 7,4 anni il dato siciliano contro i 9,7 della media italiana.
 
A ciò si aggiunge una carenza strutturale nei posti letto dei presidi socio-assistenziali e socio- sanitari. L’Istat ha infatti registrato nella nostra isola una disponibilità di 5,3 posti letto per 1.000 abitanti. Il dato italiano, invece, è di 6,4 posti letto ogni 1.000 abitanti.
 
Dall’ultimo rapporto sul Benessere equo-sostenibile, inoltre, emerge un’altra importante variabile. L’Istat, infatti, ci restituisce una fotografia della nostra Isola che vede i suoi abitanti come estremamente sedentari, disinteressati alla dieta e poco attenti a tenere stili di vita corretti e salutari. Metà degli isolani (il 51,4% dai 18 anni in su, per l’esattezza) ha problemi di eccesso di peso. Peggio ha fatto solo la Basilicata (52,2%), mentre il dato nazionale si ferma al 44,8%. Al sovrappeso si aggiungono sedentarietà e alimentazione non adeguata. Appena il 16% dei siciliani dai 3 anni in su , infatti, segue una corretta alimentazione (19,2% il dato nazionale).
 
Disastrosi i dati relativi allo svolgimento di attività fisica: l’Isola è infatti la regione più sedentaria d’Italia. Il fenomeno coinvolge il l 57 % degli over 14 (37,9 il dato italiano).
I siciliani, quindi, mangiano male e non fanno attività fisica. Ad aggravare la situazione, infine, si aggiunge la scarsa attenzione degli isolani a tenere stili di vita corretti che escludano attività dannose come il fumo. Il 20,5% dei siciliani con più di 14 anni, infatti, risulta fumatore (19% il dato italiano). Relativamente più confortanti, invece, sono i dati relativi al consumo di alcol. Solo il 10,6% degli over 14 isolani si dichiara consumatore abituale, contro il 16,7% della media nazionale.

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