Migranti: Orlando a Salvini, "Genocidio" - QdS

Migranti: Orlando a Salvini, “Genocidio”

Pietro Crisafulli

Migranti: Orlando a Salvini, “Genocidio”

domenica 20 Gennaio 2019

Il sindaco di Palermo invoca un secondo Processo di Norimberga per i crimini contro l'Umanità. Ieri 170 vittime in due naufragi. Open Arms, "Otto morti al giorno". E mentre il grillino Di Maio parla di "lacrime di coccodrillo", il capo della Lega Nord ribadisce, "Porti chiusi, occupiamoci degli italiani". Laura Boldrini, "politica migratoria criminale". Casellati: "Mediterraneo non sia fossa comune". I sopravvissuti, "meglio morire che tornare in Libia"

Centosettanta vittime in due naufragi.
 
Centosettanta persone morte negli ultimi giorni in un Mediterraneo che, anche in questo scorcio del 2019, si conferma "cimitero dei migranti".
 
"Otto persone al giorno muoiono nel Mediterraneo" denuncia Open Arms, mentre i barconi del sogno europeo continuano a fuggire da quella Libia diventata sinonimo di "violenze e abusi", di torture dei centri di detenzione, come raccontano i fortunati che ce la fanno.
 
"Meglio morire che tornare in Libia" hanno sottolineato però i sopravvissuti.
 
Solo tre superstiti del naufragio in cui sono morte 120 persone. Che, a Lampedusa, hanno rivelato che sul gommone c’erano dieci donne e anche un bimbo di due mesi. Un altro naufragio, invece, avvenuto nei giorni scorsi, è costato la vita a 53 migranti che tentavano di raggiungere l’Europa sulla rotta nel Mediterraneo occidentale, in direzione della Spagna.
 
Parlando della tragedia il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso ieri "profondo dolore", mentre il premier Giuseppe Conte si è detto "scioccato". Nonostante ciò i due vicepremier del suo governo hanno continuato, con cinismo, a riproporre come un disco rotto affermazioni non più sostenibili alla luce dei fatti.
 
Variegata la posizione grillina, anche se il capo politico Luigi Di Maio, ha definito ieri "lacrime di coccodrillo quelle che sta versando una parte dell’Europa", e ha attaccato la Francia "Per i suoi interessi coloniali", il presidente della Camera Roberto Fico – a conferma di frizioni all’interno del Movimento – ha affermato: "Una società sana salva le vite umane, se non ci riusciamo è un fallimento di tutti".
 
"Non possiamo rassegnarci ad accettare la morte di tanti poveri innocenti – ha commentato oggi a Palermo la presidente del Senato Elisabetta Casellati -. Il Mediterraneo deve essere un mare di pace, non una fossa comune".
 
Cinicamente coerente il capo della Lega Nord Matteo Salvini, che stamattina su Facebook ha scritto: "Io non sono stato, non sono e non sarò mai complice dei trafficanti di esseri umani che con i loro guadagni investono in armi e droga, e delle Ong che non rispettano regole e ordini". E ha attaccato la sinistra che "dovrebbe occuparsi del lavoro e del benessere dei loro cittadini, visto che sono gli italiani a pagare loro lo stipendio".
 
Durissime sono state le prese di posizione contro il ministro dell’Interno da parte della politica e della società civile.
 
"E’ genocidio" ha detto ieri il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che ha parlato esplicitamente di crimini contro l’Umanità affermando, "Ci sarà un secondo Processo di Norimberga e Salvini non potrà dire che non sapeva".
 
E il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, in un tweet di oggi, ha detto: "Salvini e il suo Governo attaccano le ong nel Mediterraneo perché salvano vite umane e sono testimoni della loro disumanità e dei crimini contro l’umanità che si stanno consumando".
 
L’ex presidente della Camera Laura Boldrini ha parlato di "politica migratoria criminale" e un attacco frontale a Salvini è venuto da esponenti della Chiesa.
 
"Questi morti – ha scritto oggi in un tweet don Luigi Ciotti da Libera – che devono pesare sulle coscienze di tutti. Basta a chi fa propaganda su queste tragedie, basta a chi cerca scorciatoie con leggi che negano i diritti, alimentano illegalità e disperazione".
 
"I nostri nipoti – gli ha fatto eco padre Alex Zanotelli – diranno di noi quello che noi diciamo dei nazisti. Come cristiani non possiamo rimanere in silenzio davanti a questo genocidio".
 
E si moltiplicano gli appelli a una svolta anche dal mondo delle organizzazioni non governative, come l’Unhcr e Medici Senza Frontiere, che condannano le politiche europee sulla gestione dei salvataggi in mare.
 
Su quanto accaduto indagano la procura militare di Roma e quella ordinaria di Agrigento.
 
Intanto il senatore e ufficiale delle capitanerie Gregorio De Falco – quello di Schettino, per intenderci, che dopo essere stato eletto tra i grillini è stato espulso per essersi astenuto sul cosiddetto Decreto Sicurezza voluto da Salvini e che ha causato problemi di applicazione – ha invocato chiarezza: "Spero che la Marina militare e la Guardia Costiera ci forniscano ogni ragguaglio della situazione".
 
"Ricordiamoci – ha aggiunto – che esistono obblighi di soccorso derivanti sia da norme di diritto internazionale che interno, oltre al buon senso. Il naufragio è una cosa e l’immigrazione un’altra".
 
"Noi siamo l’Italia – ha scritto al proposito Matteo Renzi -: se c’è gente in mare, prima la salviamo. Poi si discute".
 
Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, non è andata oltre un generico appello all’Europa, affermando che "non può più restare a guardare".
 
Ma in realtà il governo del quale fa parte non si smuove di un millimetro: solo ieri altri tre gommoni sono stati avvistati al largo di Tripoli e due sono stati riportati in Libia.
 
Ma un altro con a bordo 47 migranti è stato soccorso da Sea Watch, che resta ora in attesa di indicazioni dalle autorità per un porto sicuro.
 
Salvini, sfoggiando competenze anche in geografia, ha già risposto sui social: "In Italia no. Vadano a Berlino e facciano il giro lungo passando da Rotterdam, facendoli scendere ad Amburgo".
 

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