Affitti commerciali, ecco come funziona la nuova cedolare secca - QdS

Affitti commerciali, ecco come funziona la nuova cedolare secca

Maria Papotto

Affitti commerciali, ecco come funziona la nuova cedolare secca

martedì 05 Febbraio 2019

Tassazione agevolata al 21% oppure al 10% in caso di locazione a canone concordato. Vale anche per le locazioni transitorie o brevi, anche inferiori ai trenta giorni

ROMA – La nuova Legge di Bilancio 2019 (145/2018), tra le diverse novità, ha introdotto al comma 59 la possibilità di applicare la cedolare secca del 21%, ovvero del 10% in presenza di locazioni a canone concordato, sul reddito derivante dalla locazione di locali commerciali, negozi, uffici e altri fabbricati industriali, a patto di rinunciare all’adeguamento Istat del canone di locazione.
 
La tassazione agevolata dei canoni di locazione ad uso commerciale ha delle limitazioni di tipo oggettivo, che riguardano la categoria catastale, circoscritta alle unità immobiliari aventi categoria catastale C/1 e la dimensione, vale a dire la superficie complessivamente locata, che non deve essere superiore a 600 metri quadrati, escluse le pertinenze, ossia magazzini, garage, posti auto, cantine o quant’altro.
 
L’imposta cedolare secca sugli affitti commerciali è esente da imposta di registro e di bollo e consente di applicare sui redditi derivanti da canoni di locazione una tassazione separata – appunto cedolare secca – non facendo cumulo così con i restanti redditi percepiti nell’anno e soggetti a Irpef (imposte sulle persone fisiche). Ciò consente a coloro i quali possiedono un patrimonio immobiliare di optare per una tassazione fissa sui canoni di locazione fiscalmente agevolati, di contro, dovranno mantenere inalterato il canone di locazione anche in termini di variazione dell’indice dei prezzi Istat.
 
La rinuncia all’adeguamento Istat deve essere comunicata al conduttore e inserita nel contratto di locazione. Decorsi sei anni dalla stipula del contratto, qualora le parti intendessero prorogare il contratto di locazione, il locatore dovrà avere cura di inviare al conduttore una raccomandata A/R per comunicare la sua volontà di aderire al regime della cedolare secca anche nel periodo di proroga del contratto di locazione.
 
Qualora il locatore, nella stipula del contratto di locazione non ha optato per la cedolare secca può sempre esercitare tale facoltà di adesione in corrispondenza delle annualità successive, nel termine previsto per il versamento dell’imposta di registro cioè entro 30 giorni dalla scadenza di ciascuna annualità previa sempre comunicazione di adesione al regime della cedolare secca da inviare al conduttore con raccomandata A/R.
 
L’adesione vincola le parti fino alla fine della durata del contratto e potrà essere revocata alla prima scadenza del versamento dell’imposta di registro dovuta per l’annualità oggetto di revoca.
 
La nuova cedolare per contratti di locazione ad uso commerciale è prevista anche per locazioni transitorie o brevi, anche inferiore ai 30 giorni (fitti di locali commerciali, capannoni, negozi per attività stagionali e periodiche).
 
La scadenza e pagamento dell’imposta cedolare secca è associata al versamento annuale delle imposte sul reddito persone fisiche la cui scadenza naturale è prevista, per il saldo e il primo acconto, entro il 16 giugno, e per il secondo acconto entro il 30 di novembre.
 
In conclusione, sorge una riflessione: l’applicazione della cedolare secca, prevista dalla Legge di Bilancio 2019, riguarderebbe solo i contratti di locazione ad uso commerciale stipulati a partire da gennaio 2019 e solo fino al 31 dicembre 2019, salvo eventuali proroghe nella nuova finanziaria, che qualora non avvenisse, comporterebbe disagi per coloro i quali hanno optato per la cedolare secca, proprio perché i contratti di locazione ad uso commerciale hanno una durata minima di sei anni prorogabile per ulteriori sei anni, questo inficerebbe la decisione strategica di locare un immobile ad uso commerciale, usufruendo di una tassazione agevolata sui redditi solo per il 2019 e rischiando di ritrovarsi l’anno successivo con una tassazione ordinaria.

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