Migranti: flop di un'altra inchiesta sulle Ong - QdS

Migranti: flop di un’altra inchiesta sulle Ong

redazione

Migranti: flop di un’altra inchiesta sulle Ong

sabato 09 Febbraio 2019

Pubblicata la motivazione della sentenza del Tribunale del Riesame di Catania. I giudici, "Nessun traffico illecito di rifiuti" nella Vos Prudence e nella Aquarius. Ritenuto illegittimo anche il metodo di calcolo del profitto basato dalla Procura etnea su una norma della Convenzione Marpol  inapplicabile. La soddisfazione di Medici senza frontiere

Esiste la "ritenuta potenziale infettività dei rifiuti derivanti dalle operazioni di salvataggio (nello specifico vestiti e biancheria intima) che dunque avrebbero dovuto essere riferiti come rifiuti sanitari a rischio infettivo o sanitari pericolosi", tuttavia è "insussistente il contestato reato di traffico illecito di rifiuti".
 
Lo scrive il Tribunale del riesame di Catania nelle motivazioni con cui ha annullato il decreto del Gip che, a seguito dell’inchiesta "Bordeless" della Procura della Repubblica di Catania sulla gestione dei rifiuti da navi di Ong, disponeva il sequestro di duecentomila euro da due conti correnti intestati a Francesco Giannino, titolare della "Mediterranean shipping agency" di Augusta (Siracusa).
 
I giudici hanno anche ritenuto illegittimo il metodo di calcolo del profitto basato dalla Procura su una norma della Convenzione Marpol che era inapplicabile, riferendosi ad altro contesto e non alle condizioni economiche relative allo smaltimento dei rifiuti.
 
Al centro dell’inchiesta della Procura di Catania la gestione dei rifiuti da navi di Ong, come la Aquarius di Medici senza frontiere per cui è ancora pendente un provvedimento di sequestro emesso dal Gip per lo stesso reato che il Tribunale del riesame ritiene non configurabile.
 
"Gli indumenti e i vestiti indossati dai migranti – osserva il Tribunale del riesame nelle 28 pagine delle motivazioni firmate dal presidente Sebastiano Mignemi e dalla relatrice Laura Benanti -, a rischio di contaminazione da agenti patogeni e virus infettivi, e i rifiuti alimentari rappresentati dagli scarti degli alimenti somministrati ai migranti a bordo, potenziali veicoli, per contatto diretto, di microorganismi, virus e tossine non potevano essere raccolti e smaltiti in modo indifferenziato, quali residui del carico, assimilati ai rifiuti solidi urbani, bensì previa qualificazione degli stessi come rifiuti sanitari a rischio infettivo o sanitari pericolosi, e con modalità rispettose della salute pubblica".
 
Tuttavia, osservano i giudici, "la pluralità delle operazioni, e financo l’abitualità della condotta, non è però sufficiente a far ritenere integrato il reato contestato" di traffico illecito di rifiuti "essendo infatti necessario un quid pluris, consistente nell’allestimento di mezzi e attività continuative organizzate", in altri termini "una struttura rudimentale, nel cui alveo ricondurre i traffici illeciti, organizzando una forma di impresa".
 
Secondo il Tribunale le indagini avrebbero fotografato le modalità di smaltimento dei rifiuti prodotti a bordo delle due navi, Vos Prudence e Aquarius, quali attività semplici, non involgenti mezzi né organizzazione. Condotte che i giudici ritengono "difficilmente classificabili alla stregua di attività organizzate".
 
Nulla infatti è emerso in relazione a un eventuale coinvolgimento delle ditte portuali di ritiro e di smaltimento dei rifiuti, motivo per cui le attività successive alla consegna degli stessi non possono essere valorizzate ai fini della configurazione di un’organizzazione strutturata minima.
 
Medici Senza Frontiere in una nota si dice "soddisfatta per la decisione del Tribunale del Riesame, che di fatto smonta l’impianto accusatorio proposto dalla Procura di Catania, ritenendo insussistente il reato di traffico illecito di rifiuti sulla nave Aquarius".
 
"Ancora una volta – prosegue la nota -, accuse sproporzionate e infondate contro le navi umanitarie si rivelano per quello che sono: ostinati tentativi di fermare l’azione di soccorso in mare a tutti costi. Senza alcuna considerazione per le conseguenze di questa campagna di criminalizzazione sulla vita delle persone, oggi abbandonate a loro stesse in un Mediterraneo svuotato di navi di soccorso, con il rischio di naufragare senza testimoni o di essere riportate forzatamente nel circolo della detenzione in Libia".
 
Intanto lunedì e martedì prossimi – a quanto si apprende – tecnici del Ministero delle Infrastrutture e della Gestione delle acque dell’Olanda svolgeranno un’ispezione tecnica alla nave Sea Watch 3 ormeggiata nel porto di Catania.
 
Le autorità italiane sono state informate dell’ispezione tecnica da parte dello Stato di bandiera dell’imbarcazione umanitaria.
 
La nave – dopo aver ricevuto l’autorizzazione allo sbarco di 47 migranti soccorsi al largo della Libia – è ferma da due settimane a Catania.

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