"Lo stato dell'unione è forte" - QdS

“Lo stato dell’unione è forte”

Pino Grimaldi

“Lo stato dell’unione è forte”

venerdì 08 Febbraio 2019
The state of Union is strong! Con sei parole pronunciate dopo i primi minuti del suo lungo discorso (85m’), Donald Trump, 45° Presidente degli Stati Uniti d’America, ha spiazzato tutti: nemici ed amici.
 
L’indice di gradimento è balzato dal 38% del giorni avanti al 76% ! Uno dei più alti per un presidente a metà mandato.
“Il discorso sullo stato dell’unione” è atto previsto dallo Art II, Sezione3, Comma 1 della Costituzione vigente dal 1787. Sancisce: il Presidente deve “di tempo in tempo” mandare al Congresso il rendiconto su quanto operato ed illustrare cosa voglia fare la sua amministrazione . Il 20° emendamento precisa che debba essere fatto ogni anno tra gennaio e febbraio per iscritto od a voce. Nel 1913 per la prima volta fu pronunciato dinanzi al Congresso da Woodrow Wilson, il presidente che non vide mai la sua “Società delle Nazioni” ratificata dal Congresso .
 
La data viene stabilita dai due rami del Parlamento che votano il giorno in cui il Presidente può essere ascoltato. Tutto perfetto, ma non quest’anno.
 
Trump desiderava il 29 gennaio, la Signora Pelosi, speaker della Camera, rispose che fin quando ci fosse stato lo shutdown – blocco degli stipendi statali – che durava da più di un mese per l’ attrito tra la Camera (Democratica) e l’Amministrazione sui 5,2 miliardi dollari per il muro al confine del Messico, nessun invito gli sarebbe stato rivolto. Il Presidente ha dovuto sospendere per due settimane lo shutdown e solo allora ha ricevuto l’invito a presentarsi dinanzi al Congresso. Fatto mai avvenuto che ha visto scene come le rappresentanti donne democratiche vestite di bianco per dimostrare “purezza” ed inviolabilità (#Metoo) non alzarsi nelle quasi cento standing ovation e la Pelosi, seduta dietro Trump, accanto a Pence, Chairman “de iure”del Senato, non applaudire soprattutto quando Trump parlava del muro che “sarà costruito in ogni modo”.
 
E’ stato chiaro, preciso e documentato. Economia al massimo dagli ultimi 10 anni,armamento e forze tali da non dover temere alcunché – si direbbe “da qualsiasi parte provenga”- disoccupazione al minimo ed occupazione al massimo storico. Risolto conflitto con Nord Korea e fissato prossimo appuntamento tra i due leader. Ritiro delle truppe operanti in teatri di guerra. Ritorno in patria di svariate aziende traslocate per eccesso di tassazione grazie a riduzione fiscali. Obama-care migliorato con servizi ai più indigenti. Spazio controllato e ricerca in continua ascesa. E per il futuro lotta a criminalità ed immigrazione clandestina, ulteriore miglioramento del Pil, muro sulla frontiera terrestre – Messico – dalla quale entrano droga e crimine ideologico. Fine delle Inchieste non coordinate con l’opposizione perché discreditano l’America. Armonia e lavoro che crea ricchezza.
Si è assicurata la rielezione- 2020- per un altro quadriennio. Anche per demerito dei democratici che non trovano un candidato capace di parlare alla pancia del Paese.
 
L’apologo di Menenio Agrippa (494- AC) ha risuonato al Capitol.

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