Nave romana di Marausa esposta dall'11 aprile a Capo Boeo - QdS

Nave romana di Marausa esposta dall’11 aprile a Capo Boeo

Desiree Miranda

Nave romana di Marausa esposta dall’11 aprile a Capo Boeo

martedì 12 Febbraio 2019

Il museo archeologico regionale Lilibeo Baglio Anselmi a Capo Boeo ospiterà il relitto rinvenuto nel 1999. Larga 9 metri e lunga 27, si tratta del più grande esempio di imbarcazione romana mai ritrovata in Sicilia

MARSALA – “Il prossimo 11 aprile 2019 inaugureremo l’esposizione dell’intero relitto della nave romana di Marausa”. Sarà festa nella città di Marsala, in particolare al Museo archeologico regionale Lilibeo Baglio Anselmi a Capo Boeo, l’estrema punta occidentale della Sicilia, che ospiterà il relitto secondo quanto annuncia l’assessore ai Beni Culturali per la Regione Siciliana Sebastiano Tusa.
 
 
Rinvenuta nel 1999 nei fondali del lido di Marausa, in territorio di Trapani, a meno di 150 metri dalla costa, è larga 9 metri e lunga 27 e si tratta del più grande relitto romano mai ritrovato in Sicilia. La sua datazione è riferibile alla metà del III secolo d.C. grazie alla correlazione fra i dati forniti dai reperti anforacei e le informazioni numismatiche dalle cinque monete rinvenute, quattro in bronzo ed una in argento, e confermate dalle datazioni delle analisi al carbonio 14.
 
Il progetto per lo scavo, il recupero e il trattamento conservativo del relitto è stato redatto dalla Soprintendenza del Mare tra il 2000 e il 2001, allora guidata proprio da Sebastiano Tusa, è costato circa 800 mila euro ed è stato finanziato dall’Assessorato Beni culturali siciliano con fondi del Gioco del Lotto 2007-2009.
 
I lavori di scavo e recupero si sono svolti tra il 2010, quando è stata recuperata buona parte del carico anforaceo, e il 2011 quando si è provveduto al recupero dello scafo ed al restauro conservativo dei legni bagnati.
 
“Sono molto orgoglioso, è una nave tardo-romana che io ho riportato alla luce. Il mare rimane nel mio cuore anche se adesso penso anche alle tante bellezze sulla terra”, afferma l’assessore Sebastiano Tusa. L’esposizione della nave completerà il corredo ritrovato. Già dal 2015 infatti, in una delle sale del museo Baglio Anselmi, è esposta la chiglia e alcune anfore, ma dal prossimo aprile ci sarà tutta perché è finalmente finito il restauro effettuato a Salerno.
 
“Il primo step è stato il restauro della chiglia che abbiamo esposto con altri reperti a corredo in modo da creare sin da subito l’attenzione. Nel frattempo sono stati completati i lavori di restauro ed è arrivato il finanziamento per avviare il progetto espositivo. Attualmente la nave ce l’abbiamo noi, è già stata assemblata però manca la definizione dei lavori di allestimento della sala”, spiega Anna Maria Parrinello, responsabile della UO3 della direzione del museo Lilibeo.
 
Per ospitare la nave tardo romana il Museo ha dovuto fare degli adeguamenti. “Il relitto sarà visitabile in una sala già utilizzata per esporre un centinaio di anfore e alcuni legni di un altro relitto che quindi abbiamo spostato”, dice Parrinello. Non solo. Per essere certi che i locali siano idonei e sicuri, si stanno eseguendo dei lavori sui tetti. L’allestimento finale, che riguarderà soprattutto le vetrine e i pannelli illustrativi, dovrà quindi fare i conti con la tempistica dei lavori sui tetti, i quali, a loro volta, dovranno fare i conti con le precipitazioni atmosferiche.
 
Siamo quasi al traguardo comunque e il Museo archeologico regionale Lilibeo Baglio Anselmi potrà vantare di ospitare anche una nave tardo romana insieme al relitto punico della metà del III sec. a.C. – periodo della I Guerra Punica – già in esposizione dal 1986.
 
“Diventerà un polo museale di archeologia subacquea importante, forse l’unico in Sicilia”, conclude Parrinello.

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