Sesso e fertilità, grave gap conoscitivo, gli adolescenti si informano sul web - QdS

Sesso e fertilità, grave gap conoscitivo, gli adolescenti si informano sul web

Sesso e fertilità, grave gap conoscitivo, gli adolescenti si informano sul web

mercoledì 20 Febbraio 2019

Pubblicato lo Studio nazionale fertilità, coordinato dall’Istituto superiore della Sanità. Cercano informazioni su internet l’89% dei ragazzi e l’84% delle ragazze

ROMA – Circa un adolescente su tre ha dichiarato di aver avuto rapporti sessuali completi (35% dei maschi e 28% delle femmine), i metodi contraccettivi più conosciuti sono il preservativo (99%) e la pillola (96%), c’è inoltre un’errata percezione (sovrastima) da parte dei ragazzi relativamente all’adeguatezza delle informazioni in loro possesso sulle tematiche della salute sessuale e riproduttiva che nella maggior parte dei casi (89% i maschi e 84% le femmine) cercano su internet.
 
Sono alcuni dei dati che emergono dallo Studio nazionale fertilità, promosso dal ministero della Salute e coordinato dall’Istituto superiore di sanità, che è stato presentato ieri matttina.
 
L’indagine è stata condotta, in ambito scolastico, con il supporto delle Regioni e dei professionisti del Ssn, su un campione, statisticamente rappresentativo, di 16.063 studenti prevalentemente di 16-17 anni. Ha coinvolto 941 classi terze di 482 scuole secondarie di secondo grado, distribuite su tutto il territorio nazionale. è stata registrata un’elevata rispondenza da parte dei ragazzi (80%).
 
“C’è un gap conoscitivo importante fra i giovani italiani relativamente alle tematiche della sessualità – ha spiegato il ministro della Salute, Giulia Grillo – Ci sono tante informazioni che ai ragazzi bisognerebbe dare e non si può demandare a internet la loro diffusione, anche se su questo voglio lavorare, mettendo a disposizione dati certificati sia per i giovani che per gli adulti. Credo che l’insegnamento nella scuola di temi legati alla sessualità e alla riproduzione possa fornire un punto fermo di informazioni certe e certificate”.
 
Una delle considerazioni contenute nello Studio riguarda l’infondato ottimismo sulle possibilità delle tecniche di Procreazione medicalmente assistita (Pma) di risolvere sempre i casi di infertilità. Persiste, inoltre, la tendenza a consigliare la Pma a pazienti in cui è evidentemente inutile, generando aspettative che procureranno frustrazione alle coppie.

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