Un patrimonio composto da quasi 7.500 immobili con un aumento del numero delle manutenzioni
MESSINA – ArisMe non si sovrappone nelle competenze all’Iacp, la sua finalità è lo sbaraccamento e il risanamento delle aree degradate nei sette ambiti. L’Istituto resta operativo nella gestione dell’edilizia popolare dell’intera provincia con la conferma, ufficializzata da una delibera di Giunta regionale del 27 febbraio, di Leonardo Santoro a commissario straordinario dell’Ente.
Ci si avvia, almeno sembra, alla fine della diatriba tra Comune e Iacp, dopo le disposizioni inserite nella Finanziaria regionale e dopo una serie di incontri per la definizione di alcune questioni a iniziare dall’identificazione del patrimonio che deve passare dall’Iacp all’Agenzia. “A fine gennaio – ha affermato Santoro – abbiamo consegnato ad ArisMe la documentazione di tutti gli immobili che sono stati realizzati con la Legge 10/90. Sono 480 alloggi e 18 botteghe. Cosa diversa è l’intero patrimonio degli appartamenti di proprietà dell’Iacp a Messina, che sono circa tremila. Abbiamo consegnato l’elenco degli assegnatari e degli amministratori di condominio, perché dal punto di vista giuridico, gli immobili costruiti con i fondi sul risanamento sono già, per legge, di proprietà del Comune. Nella prima versione della disposizione regionale, erroneamente si parlava di trasferimento a titolo gratuito degli alloggi e delle aree, poi è stato corretto il tiro e l’articolo 37 parla solo del trasferimento delle ‘aree degradate’ dei sette ambiti”.
Non tutte le aree quindi, ma solo porzioni che dovranno essere individuate in un confronto tra i tecnici di ArisMe e quelli di Iacp. Santoro ha citato una zona di Bisconte trasformata in discarica e tra l’altro sequestrata dall’Autorità giudiziaria e il sito di Fondo De Pasquale, sbaraccato a suo tempo e poi destinato alla costruzione, mai avvenuta, di nuovi alloggi. Un tema delicato su cui potrebbe non essere semplice raggiungere un accordo.
Quei 498 immobili potevano già da tempo essere presi in carico dal Comune, con l’incasso dei fitti e la cura della manutenzione. “La Legge 10/90 – ha spiegato il commissario straordinario Iacp – assegnava i finanziamenti direttamente al Comune, che poi stipulò una convenzione che impegnava l’Iacp a occuparsi della progettazione, della direzione lavori e della manutenzione”. Con la delibera di Giunta comunale dello scorso dicembre, recepita dall’Istituto con un suo atto, si mette fine a ogni funzione dell’Istituto in materia di Legge 10”.
“Saranno loro adesso – ha aggiunto Santoro – a incassare i canoni d’affitto e a farsi carico della manutenzione, mentre finora ci ha pensato l’Istituto”.
Certo non si può dire pero che l’Iacp abbia brillato in questi anni sul fronte degli interventi di manutenzione. “Il nostro personale – ha spiegato il manager dell’Istituto – si è ridotto a 74 unità e di questi solo una decina sono tecnici, tra dirigenti e funzionari direttivi, e questo ha limitato l’attività”.
ArisMe non ha ancora attivato una struttura amministrativa e in questo momento di transizione a essere penalizzati sono gli inquilini, che non sanno più come e a chi pagare l’affitto. Un’altra questione che Santoro ha discusso con il presidente di ArisMe Marcello Scurria riguarda il riavvio dei due cantieri dei parchi urbani: Iacp lascia il posto all’Agenzia che da adesso seguirà tutti i rapporti l’impresa.
L’Iacp continuerà a gestire il resto del suo patrimonio, che non è di poco conto: si tratta di 7.436 immobili di cui 472 a uso commerciale e 520 di proprietà dell’Amministrazione regionale. “Dai canoni d’affitto – ha sottolineato Santoro – incassiamo circa otto milioni l’anno e dobbiamo pagare gli stipendi oltre che gli interventi. Ci sono appalti in corso per circa 4 milioni riguardanti una ventina di cantieri per le manutenzioni che sono partiti o stanno per partire in diversi comuni della provincia. Per il 2019 ho programmato il doppio degli interventi. Abbiamo progettato altri 40 di essi partecipando a un bando regionale e se otteniamo il finanziamento di circa otto milioni dall’Assessorato alle Infrastrutture e Trasporti, sarà un ulteriore contributo alla risoluzione delle necessità manutentive”.