Ddl Piano casa, pausa strategica - QdS

Ddl Piano casa, pausa strategica

Antonio Gallitto

Ddl Piano casa, pausa strategica

mercoledì 17 Febbraio 2010

I geologi siciliani, intanto, rimarcano la causa naturale: “Occorre una politica del suolo consapevole e razionale”. L’Ars rinvia l’esame in aula proprio nel momento in cui l’Isola subisce frane e smottamenti

PALERMO – Un gruppo di geologi, assieme alla Protezione civile regionale, controlleranno il territorio nebroideo.
è l’iniziativa lanciata dall’Ordine dei geologi della Sicilia, dopo aver visitato con una propria delegazione i luoghi colpiti dal grave dissesto nel Messinese. Intanto, il Ddl del Piano casa, fermo al palo perché deve essere ancora vagliato dai “magnifici” 90 dell’Ars. Fumata nera dunque lo scorso 9 febbraio, per gli interventi sulla riqualificazione urbanistica e il rilancio del settore edilizio nella nostra Isola. La discussione del Ddl slitterà probabilmente alla prossima settimana, ma intanto vediamo di fare un breve excursus.
L’approvazione dello schema di legge sul Piano casa, avveniva lo scorso mese di gennaio in Commissione Territorio e Ambiente della Regione siciliana. Ne frattempo entrano in scena i portatori d’interesse che introducono centinaia di emendamenti al testo. Tra questi ci sono i geologi di Sicilia, i quali, attraverso i loro correttivi, hanno rappresentato sostanziali modifiche, o meglio aggiunte, in merito al rischio idrogeologico e al rischio sismico. “Abbiamo proposto degli emendamenti al Piano Casa – ha detto Gian Vito Graziano, presidente dei geologi di Sicilia -, evidenziando soprattutto l’importanza della stabilità degli edifici, a partire dal terreno di fondazione. Abbiamo inserito il libretto del fabbricato. Ad oggi – ha continuato il presidente – abbiamo avuto notizie circa all’attenzione data dall’aula alle nostre proposte sul dissesto idrogeologico, ma nulla in merito a quanto da noi posto all’attenzione circa al libretto del fabbricato”.
Graziano continua a rimarcare la problematica del dissesto idrogeologico, prendendo come spunto proprio quanto recentemente accaduto a Sciara e Porto Empedocle: “Il nostro territorio continua a far registrare frane ed alluvioni, nonché danni e disagi alle persone ed al patrimonio edilizio – illustra Graziano-. Occorre una politica di difesa del suolo consapevole e razionale, senza allarmismi, ma che guardi costantemente al problema e non soltanto, sull’onda dell’emozione, all’indomani degli eventi. Abbiamo lanciato in Parlamento la proposta del geologo di zona, che, attraverso il presidio del territorio, ne sappia leggere preventivamente le dinamiche”.
Ma cos’è il libretto del fabbricato? Un po’ come la revisione per le macchine, cioè occorre monitorare ogni 5 anni lo stato di salute della struttura dell’edificio (eventuali crepe sui pilastri, i loro intonaci, i ferri dell’armatura, ecc..), ma, soprattutto, si deve monitorare il terreno di sedime delle fondazioni perché tutto quanto presente in esso (dalle cavità, all’acqua, alle pressioni che scarica al suolo la struttura) è soggetto a variazioni nel tempo, al contrario di quanto si creda normalmente.
A Favara, per esempio, tra le ipotesi al vaglio del crollo dell’edificio da parte del Genio Civile, pare ci sia una sopraelevazione, probabilmente abusiva, con una copertura in cemento armato e vasche di acqua che hanno avuto un effetto schiacciamento. Se in Sicilia esistesse il libretto del fabbricato, tutto ciò sarebbe sotto controllo e non accadrebbe. Anche il vicepresidente dei geologi isolani Carlo Cassaniti, si esprime nel merito: “Il percorso politico intrapreso, pare condurre a una interpretazione speculativa del Piano Casa. I geologi di Sicilia – ha affermato Cassaniti – chiedono di vietare l’applicazione della legge (il Piano casa, ndr) a tutte le aree a forte rischio idrogeologico, insieme alla prescrizione  dell’adeguamento sismico di tutti gli edifici da ampliare e ricadenti nei centri storici siciliani”.
 

 
Il Wwf: “Aumento di cubatura un inaccettabile emendamento”
 
ROMA – “Frana il territorio nel sud del paese, vittima delle forti piogge e dell’incuria dell’uomo e le risposte dello Stato ancora una volta appaiono inadeguate’’, per il Wwf. “All’indomani degli episodi gravi di smottamenti in Sicilia infatti – rileva l’associazione – continuano i lavori per l’approvazione del piano casa della Regione, che ha appena decretato lo stato di calamità per gran parte della provincia di Messina’’.
Per il Wwf “è assolutamente inaccettabile l’emendamento proposto che consentirà in Sicilia aumenti di cubatura. Secondo il disegno di legge in discussione sarà possibile aggirare l’ordinario iter legislativo e sostituirlo con la semplice Dichiarazione Inizio Attività corredata dalle sole relazioni tecniche, portando a un nuovo sacco edilizio in Sicilia. Questo preso atto della nota incapacità, per i singoli Comuni, di poter organizzare nel breve tempo adeguate risorse umane e finanziare per effettuare i controlli sulle DIA presentate in corso di costruzione’’.
 


Protezione civile. De Bernardinis: “A San Fratello un film già visto”
 
 ROMA – A San Fratello “la frana è lenta, ma in Sicilia la fragilità idrogeologica è diffusa. Indubbiamente un film già visto, ma oggi insediamenti anche antichissimi sono a rischio. Questo indica che dobbiamo considerare l’intrinseca evoluzione della vulnerabilità del territorio, raccordandola con le esigenze abitative. Se non lo facciamo in tutto il Paese, non facciamo altro che creare situazioni di rischio”.
Lo ha detto, in occasione del convegno dell’Anbi (Associazione nazionale bonifiche) sul “Piano per la sicurezza idrogeologica”, il vicecapo dipartimento della Protezione Civile Bernardo De Bernardinis che auspica “coordinamento, compensazione tra esigenze urbanistiche e di tutela, nonché politiche di investimento nell’ambito di conoscenze scientifiche, anche alla luce di cambiamenti climatici”. Da parte dei sindaci, a giudizio del vicecapo dipartimento della Protezione Civile, “sta crescendo la sensibilità ambientale”. Ed è “positivo”, aggiunge, il maggiore raccordo tra Regioni, ministero dell’Ambiente, e Protezione Civile che sta avvenendo in questi giorni. “Non vogliamo più tavolidiversi e proposte diverse; vogliamo – ha detto De Bernardinis – proposte uniche coordinate tra loro. E dopo anni di buio al ministero dell’Ambiente troviamo uno spiraglio tecnico, un Tavolo, per confrontare proposte sulle emergenze e sugli interventi urgenti per la mitigazione del rischio, dove sono giunte richieste di interventi per circa4 miliardi di euro: 1,3 per le emergenze vere e proprie; 2,6 mld per interventi urgenti di mitigazione del rischio”.

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