Cure palliative, in Sicilia si riducono le prestazioni - QdS

Cure palliative, in Sicilia si riducono le prestazioni

Serena Giovanna Grasso

Cure palliative, in Sicilia si riducono le prestazioni

giovedì 21 Marzo 2019

Ministero Salute: nel 2016 gli utenti beneficiavano di 69.226 giorni in regime domiciliare, nel 2017 si scende a 53.564. Sono 6.575 i pazienti che in media beneficiano ciascuno del trattamento per otto giorni

PALERMO – A nove anni dall’entrata in vigore della Legge numero 38 del 15 marzo 2010, il ministero della Salute traccia un bilancio sullo stato di attuazione con il rapporto “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” recentemente pubblicato.
 
La Legge ha sancito il diritto di tutti i cittadini ad accedere alle cure palliative a tutela della dignità del malato e a garanzia della qualità della vita fino al suo termine. Ha altresì istituito le reti locali di cure palliative per assicurare la continuità nel percorso di cura del paziente in ospedale, nella struttura residenziale e in ambito domiciliare, per mezzo dell’integrazione di queste strutture sul territorio.
 
Tra il 2016 e il 2017 si verifica in molte regioni una tendenza alla riduzione del numero di giornate di cure palliative domiciliari: questo andamento si registra ad esempio in Lombardia, in Friuli-Venezia-Giulia, Abruzzo, Campania, Puglia e Sicilia. Fanno eccezione il Veneto, l’Emilia Romagna, la Toscana, l’Umbria, le Marche e il Lazio.
 
Nell’Isola ammonta a 6.575 il numero di pazienti che riceve cure palliative in regime domiciliare, 5.900 di questi ha una diagnosi di carattere oncologico. Se a livello nazionale si tratta del numero più cospicuo di assistiti (40.849 in Italia), il discorso cambia se facciamo riferimento al numero di giornate fruite. Infatti, come anticipato, tra il 2016 e il 2017 si è nettamente ridotto il numero di giornate di cure palliative domiciliari: se nel 2016 ammontavano a 69.226, nel 2017 se ne contano in totale appena 53.564 (ben 15.662 in meno, quasi il 23% in meno), pari ad appena otto giornate a persona.
 
Il Veneto, pur avendo un numero di assistiti a carico pari quasi alla metà di quello siciliano (3.298), riesce a garantire più giornate di cure domiciliari rispetto alla nostra regione: infatti, si parla complessivamente di 60.979 giornate, il numero più elevato a livello nazionale e più che raddoppiato rispetto al valore che si osservava nella stessa regione l’anno precedente (23.645), pari in media a 18,4 giorni per utente (oltre dieci giorni in più rispetto al dato siciliano). Altro valore degno di nota è osservabile in Emilia Romagna, regione che nel 2017 ha offerto un numero di giornate di cure domiciliari pari a 50.937, che divise per il numero di utenti (3.596) restituisce un valore procapite medio pari a 14,2 giorni.
 
Per quanto concerne gli accessi del medico palliativista, la situazione si presenta più critica dal momento che nei medesimi anni sono evidenti riduzioni più marcate in Piemonte, nella provincia autonoma di Trento, in Lombardia, nelle Marche, in Abruzzo, in Campania, in Puglia e in Sicilia. Fanno eccezione il Veneto, la Liguria, l’Emilia Romagna, la Toscana, il Lazio, il Molise e la Basilicata. In questo caso, in Sicilia il numero passa dalle 21.613 giornate del 2016, alle 14.723 del 2017 (esattamente il 32% in meno).
 
Sono sei i minori di diciotto anni ricoverati in regime di hospice che beneficiano di questa tipologia di cure (320 giorni nel 2017). In generale, le prestazioni erogate in regime di hospice si sono concentrate sul controllo del dolore, controllo dei sintomi gastro-enterici, controllo dei sintomi psico-comportamentali e ascolto e supporto al paziente e alla famiglia.

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