Palermo - Termini Imerese in piazza a manifestare per il futuro dello stabilimento industriale - QdS

Palermo – Termini Imerese in piazza a manifestare per il futuro dello stabilimento industriale

Palermo – Termini Imerese in piazza a manifestare per il futuro dello stabilimento industriale

venerdì 22 Marzo 2019

Settecento operai e trecento lavoratori dell’indotto insieme a sindacati e rappresentanti istituzionali. Chiesta al Governo nazionale la riapertura di un tavolo di confronto al Mise con Fca

TERMINI IMERESE (PA) – Lavoratori dello stabilimento industriale, sindacati, semplici cittadini e istituzioni si sono riuniti ieri in città per una grande manifestazione convocata al fine di chiedere al Governo nazionale “la riapertura di un tavolo al Mise con Fca e la conferma degli ammortizzatori sociali” per i dipendenti della Blutec.
 
Nelle scorse settimane sono finiti agli arresti i vertici del management dell’azienda accusati di malversazione di fondi pubblici e la Procura ha anche sequestrato lo stabilimento.
 
Settecento gli operai ex Fiat e circa trecento i lavoratori dell’indotto che hanno chiesto risposte a Roma. Il corteo, dopo avere attraversato il centro di Termini Imerese, si è fermato in piazza Duomo, dove le saracinesche dei negozi sono state abbassate in segno di rispetto. Presenti anche numerosi studenti e cittadini, oltre a delegazioni Fim Fiom e Uilm, Cgil Cisl e Uil provinciali e regionali arrivati da tutta la Sicilia.
 
“Da anni – ha affermato Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil regionale – siamo impegnati in questa vertenza e in quella per la ripresa dell’industria in Sicilia. Mi auguro che la partecipata manifestazione di oggi risvegli coscienze che sembrano assopite che sappiano poi mettere in campo un’adeguata azione politica”.
 
“La convocazione per il 9 aprile al Mise – ha aggiunto Francesca Re David, segretaria generale nazionale della Fiom Cgil – deve servire a dire qual è il futuro per lo stabilimento e per i lavoratori. C’è un commissario che non può essere un commissario liquidatore, vogliamo sapere qual è il piano industriale con cui andare avanti, altrimenti è a rischio anche la cassa integrazione”.
 
“Occorre investire – ha detto – per arrestare il processo di deindustrializzazione in atto in Sicilia e i soldi devono servire non per le speculazioni finanziare ma esclusivamente per il rilancio industriale, come chiede questa piazza che dopo ben sette anni vede ancora insieme i lavoratori ex Fiat e dell’indotto”.
 
Linea dura anche da parte dei rappresentanti istituzionali, come dimostrano le parole del sindaco di Palermo e presidente di AnciSicilia, Leoluca Orlando. “La proprietà dello stabilimento – ha affermato – collocato a suo tempo strategicamente nella area industriale di Termini Imerese, appare ormai come lo strumento utilizzato dalla Fiat per tenere in ostaggio un intero territorio e i suoi lavoratori. Il Governo nazionale intervenga senza ulteriore indugio per interrompere quello che sembra essere ormai soltanto un balletto di aziende paravento che da oltre quindici anni tengono in stato di agonia un intero territorio”.
 
“Fca – ha ribadito il primo cittadino – è ormai una multinazionale inserita nella competizione internazionale, ma nella nostra realtà si comporta con logiche monopoliste, apparendo più attenta a evitare la presenza
di altri attori internazionali che non all’effettiva produttività dello stabilimento termitano. La mobilitazione massiccia e costante dei sindaci è uno stimolo forte anche alla Regione che chiediamo faccia sentire la propria voce: la vertenza ex Sicilfiat è un test e un messaggio di apertura o di chiusura per prospettive di investimenti e presenze internazionali in tutta l’Isola”.
 
Presente alla manifestazione anche l’assessore comunale al Lavoro del capoluogo siciliano, Giovanna Marano. “Oggi – ha detto – i lavoratori chiedono un impegno straordinario a seguito della vicenda giudiziaria che ha coinvolto i vertici di Blutec. Termini e la sua area industriale non possono pagare il conto di una vicenda che, ancor prima che giudiziaria, è sempre stata sociale, economica e politica. Valorizzare Termini Imerese deve essere l’impegno di tutti. In questo senso la presenza oggi esprime la nostra solidarietà ai lavoratori ed alle forze sindacali e l’impegno e il sostegno per la ricerca di una soluzione vera e percorribile”.

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