Imprese del mare, in Sicilia l'11,5% del totale nazionale - QdS

Imprese del mare, in Sicilia l’11,5% del totale nazionale

Roberto Pelos

Imprese del mare, in Sicilia l’11,5% del totale nazionale

mercoledì 27 Marzo 2019

Rapporto del Centro studi e ricerche per il Mezzogiorno dal titolo “Italian maritime economy”: centrale il ruolo dell’Isola. Palermo è la 6a provincia italiana per valore aggiunto prodotto dal mare con 1,2 miliardi e 5a per numero di occupati

PALERMO – La Sicilia vanta un sistema marittimo con oltre 22 mila imprese, l’11,5% del totale nazionale e l’import-export della nostra regione, nel 2018, è stato pari a 22,3 miliardi di euro, in crescita del 18%. Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto dal titolo: “Italian maritime economy” realizzato dal Centro di studi e ricerche per il Mezzogiorno, presentato nei giorni scorsi presso la Sala conferenze di Intesa Sanpaolo.
 
Da registrare l’intervento di Mauro Nicosia, presidente della Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica (Confetra) per la Sicilia. “Il sistema geopolitico che si sta venendo a determinare riporta il Mediterraneo in una posizione di centralità; – ha sottolineato – questo lascia immaginare che nell’arco dei prossimi anni grandi flussi finanziari potranno passare davanti alla Sicilia e noi dobbiamo cercare di capire in che modo intercettarli. Purtroppo il sistema infrastrutturale al servizio della logistica oggi nella nostra terra è particolarmente carente ed è quindi irragionevole pensare che noi si possa diventare dei player competitivi in questo contesto. – ha proseguito Nicosia – Occorre guardare ad un processo di sviluppo portuale che sia organico alle esigenze dei siciliani, partendo dal mercato interno e guardando a quello esterno.
 
Bisogna intervenire sulla potenzialità dei sistemi ferroviari nel tentativo di permettere, attraverso lo sviluppo dell’intermodalità, di decongestionare i porti e quindi renderli più performanti e occorre soprattutto intervenire sul sistema di mobilità interno e mettere in cantiere l’asse nord-sud dal Tirreno al Mediterraneo. Bisogna poi capire – ha concluso il presidente di Confetra – quali dotazioni finanziarie avrà la legge sulle zone economiche speciali, quali saranno le modalità di erogazione dei crediti alle aziende che vorranno investirvi e portare avanti una politica di semplificazione delle questioni amministrative che oggi più di prima limitano la velocità delle merci più dei problemi infrastrutturali di cui abbiamo parlato”.
 
Alessandro Panaro, responsabile dell’Area Maritime e Mediterraneam Economy di Srm, ha parlato dell’importanza delle crociere e del Ro-Ro per l’effetto moltiplicatore che producono nell’economia siciliana e ha aggiunto: “Dobbiamo vedere come fare partire le zone economiche speciali che sono uno strumento per attirare investimenti industriali. Nel momento in cui questi ultimi cominciano ad arrivare generano traffico marittimo. Altro punto importante sono gli investimenti nella rete portuale in generale e dunque, la messa a sistema di tutti i porti siciliani anche con l’obiettivo di collegarli meglio con gli assi infrastrutturali viari e ferroviari”.
 
Il rapporto sull’economia del mare, presentato in conferenza stampa, mette particolarmente in risalto il ruolo di Palermo, sesta provincia italiana per valore aggiunto prodotto dal mare con 1,2 miliardi di euro e quinta per numero di occupati con 29.500 addetti.
 
Lo studio è focalizzato su due degli assett strategici del sistema portuale del capoluogo e degli altri scali che costituiscono l’Autorità del Sistema Portuale della Sicilia Occidentale-Termini Imerese e Porto Empedocle, ovvero le crociere e il Ro-ro. Il porto ha movimentato circa 7,4 milioni di tonnellate cargo con una crescita del 5,7% rispetto al 2017. Palermo, secondo l’indagine in oggetto, rappresenta il 6% del traffico nazionale. Il traffico del Ro-Ro del porto, importantissimo per il capoluogo, è cresciuto del 23,4% negli ultimi cinque anni.

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