Regione spreca 156 mln in farmaci - QdS

Regione spreca 156 mln in farmaci

Luigi Di Salvo

Regione spreca 156 mln in farmaci

martedì 23 Febbraio 2010

Sanità. Spesa farmaci senza controllo.
Le voci. La spesa farmaceutica ospedaliera merita un’attenzione particolare e uno studio mirato delle ripercussioni sul territorio di competenza delle Aziende sanitarie provinciali.
Dati Agenas. Negli ultimi 7 anni, dal 2003 al 2009, i cittadini siciliani hanno sborsato di tasca propria circa 617 milioni di euro in ticket per i farmaci. Coinvolgere i medici per cambiare.

Uno spreco di 156 milioni di euro nella spesa per farmaci si registra in Sicilia nel 2009, non essendo stata raggiunta la media nazionale del 14 per cento sulla spesa totale corrente della Sanità. In base ai dati dell’Age.Na.S – Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, in Sicilia, fino a ottobre 2009 incluso, risulta una spesa farmaceutica lorda di 1.048.505.703 euro, che proiettata per tutto il 2009 darebbe 1.258.206.843 euro, ben il 16 per cento sulla spesa totale corrente della Sanità risultante dal Bilancio preventivo 2009 della Regione siciliana pari a poco più di 8 miliardi. Dunque 156 milioni in più spesi in Sicilia rispetto alla media Italia, basti pensare che il numero delle ricette prescritte dal 2003 al 2008 è salito da 8,35 pro capite a 11,13 e il siciliano ha speso fino a novembre 2009 25 € di ticket, contro 12 € media Italia.
 
Rileggere la storia recente della farmaceutica siciliana, ancora oggi ben discosta dalla media nazionale e ancor di più rispetto a quella di altre regioni, può anche sembrare un esercizio inutile.
Tra l’anno 2003 e il 2009, anche se i dati ufficiali per l’intero anno 2009 non sono stati ancora pubblicati e facendo riferimento ai primi dieci mesi, si può osservare che la spesa farmaceutica in regime di convenzione con il Ssn raggiunge sempre valori elevati.
Nonostante i tentativi di cambiamento che si sono succeduti in questi ultimi anni e le diverse occasioni di novità, (come l’arrivo e la diffusione dei farmaci equivalenti di largo consumo, i cosiddetti generici, dal costo inferiore), incidere significativamente sull’argomento riducendo la spesa e possibilmente migliorando l’appropriatezza d’uso è difficile e forse impossibile. O almeno questo deve essere stato il pensiero dei non attenti ai cambiamenti del settore.
Certo, il meccanismo è fin troppo collaudato per sperare che si arrivi ad una qualificazione certa della spesa farmaceutica, attraverso sistemi di introduzione nel mercato di novità utili, di applicazioni di procedure d’uso qualificate e di controlli univoci e ripetibili, nonostante i contributi delle società scientifiche e delle norme disponibili.
Infatti, nonostante l’emanazione di provvedimenti mirati al soddisfacimento dei bisogni immediati dei pazienti e alla riduzione della spesa, come la Legge 405/2001 che prevede la dispensazione del primo ciclo di terapia alla dimissione ospedaliera e della possibilità di distribuzione diretta dei farmaci del Pht (Prontuario Ospedaliero Territoriale), esiste ancora oggi un margine di miglioramento piuttosto consistente che dovrà essere in qualche modo colmato, principalmente per quanto riguarda la legge 405/01.
Giusto per avere qualche riferimento e considerando la spesa farmaceutica sostenuta dai cittadini direttamente e indirettamente, composta cioè dalla spesa netta e dalla quota di compartecipazione (ticket), si ha la dimostrazione che non si è riusciti ad incidere realmente. Le considerazioni che seguono, attenzionano il fenomeno e vogliono semplicemente offrire spunti per progetti futuri di riqualificazione del settore.
La spesa farmaceutica netta dell’anno 2003 è stata di 1.114.247.344 Euro ai quali va sommata la quota di ticket sostenuta dai cittadini che è stata pari a 94.454.611.
Nei primi dieci mesi del 2009 la spesa farmaceutica netta siciliana si è attestata a 879.744.513 che sommati ai dati dei due mesi che mancano per la fine dell’anno, calcolati su base media, possono diventare circa 1.054.000.000 di euro. A questa somma  va ancora aggiunta la quota di compartecipazione dei cittadini che sarebbe complessivamente 131.000.000 Euro circa (109.924.039 Euro per i primi 10 mesi del 2009 ai quali va sommata la proiezione media dei due mesi mancanti).
Il che significa che nel corso dell’anno 2009 probabilmente la spesa farmaceutica (netta + ticket) si attesterà su 1.185.000.000 euro, mentre nel 2003 è stata complessivamente 1.208.701.955 Euro (1.114.247.344 Euro di spesa netta + 94.454.611 Euro di ticket). L’aspettativa era certamente per un diverso valore della diminuzione. La spesa 2009, sarà sicuramente inferiore alla spesa del 2003 ma non quanto ci si sarebbe aspettato, se solo si considera che sono trascorsi oltre sette anni, tra governi, assessori alla sanità e al bilancio vecchi e nuovi.
Nel 2009 la spesa netta pro capite si attesterà probabilmente vicina a 218 Euro, poco meno rispetto a quella del 2003 ( primo anno di riferimento del ticket dopo l’abolizione dello stesso avvenuta nel 2001) che è stata di 219,48.
Nel 2003 sono state prescritte 8,35 ricette pro capite e nel 2008 ne sono state prescritte 11,13: anche questo dato, che può sembrare ai disattenti un esercizio inutile, rivela invece un aspetto molto interessante da valutare nel computo complessivo dei costi sostenuti per la gestione della farmaceutica. La sola lettura ottica e l’elaborazione dei dati comporta una spesa specifica, (sia quando si opera in house- che in outsourcing), che non viene mai conteggiata nel computo complessivo dei costi sostenuti per il controllo delle prescrizioni.
Rimane da considerare che l’argomento non ha avuto, negli anni, un vero governo economico e clinico, perché se così non fosse stato, oggi ci sarebbe maggiore chiarezza nella lettura e interpretazione  dei dati e non ci sarebbe probabilmente motivo di mantenere il più facile sistema  del ticket, che, non certamente prassi normale pure nel territorio nazionale, non può e non deve essere  sostenuto sine die, specie dalla popolazione siciliana che ha ben altri problemi di bilancio familiare.

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