PALERMO – Per lo stabilimento Fiat di Termini Imerese “ci sono acquirenti potenziali, sarà compito dellaFiat, del governo e della regione Sicilia trovare la soluzione” per “altre produzioni adeguate”. Lo ha ripetuto ieri, in linea con gli altri colleghi del Governo Berlusconi, il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta.
Secondo indiscrezioni, sarebbero ristretti a due i progetti che attirano l’interesse del gruppo creato nel ministero per lo Sviluppo economico, con il compito di vagliare le 14 manifestazioni d’interesse per rilevare lo stabilimento Fiat siciliano, dopo l’uscita della Casa torinese, a fine 2011.
Il primo è quello delle auto elettriche avanzato da Simone Cimino, che ha creato Cape Natixis, una società di gestione del risparmio dove la Regione Sicilia, che detiene il 49% delle azioni, è entrata con 14,4 milioni.
La seconda proposta sulla quale si sta concentrando l’attenzione è stata buttata sul tavolo da un amico intimo del presidente della Fiat Luca Cordero di Montezemolo. Si tratta Gianni Punzo, definito come uno degli imprenditori più vivaci in circolazione nel Mezzogiorno. Punzo è riuscito a costruire il grande Interporto di Nola dove sorge un colossale centro commerciale disegnato da Renzo Piano.
Qualche guaio con la giustizia a parte, Punzo è diventato socio di Ntv, l’azienda che a partire dal 2011 darà filo da torcere all’Alta Velocità di Trenitalia. Nei giorni scorsi Punzo ha smentito un articolo comparso su “Il Giornale” sul proprio progetto per Termini Imerese, ma pare che l’intenzione esista davvero, proprio in funzione dell’attività ferroviaria di Ntv che sul posto sta già assumendo numerosi dipendenti. C’è chi sostiene che il presidente della Fiat, proprietaria dello stabilimento di Termini Imerese, potrebbe dare una mano all’amico napoletano. Al Qds l’assessore regionale all’Economia, Michele Cimino, precisa che i 350 milioni di euro offerti a Fiat attraverso i Fas (Fondi aree svantaggiate) non saranno automaticamente dati a chi rileverà gli impianti. “è ancora troppo presto per decidere – dichiara -sarà la Giunta a decidere, ma solo al momento opportuno e dopo avere valutato l’investimento”.
Intanto, si susseguono le dichiarazioni attorno al caso SicilFiat. Servono “iniziative reali e di mercato”, dice il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia secondo la quale, per altro tra le 14 proposte arrivate al governo per l’impiego dello stabilimento siciliano ci sono “iniziative di valore” e che non riguardano soltanto il settore auto. Per Termini “il problema vero è il reimpiego delle persone con iniziative reali e di mercato: non si trovino soluzioni che – ha aggiunto Marcegaglia – tra qualche anno mostrino di non funzionare”.
Critico Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil. “Su Termini Imerese – ha detto Epifani – passa il tempo e non si concretizza nessuna ipotesi di uscita dalla situazione. Non ci sono binari su quali lavorare”. Secondo Epifani bisogna che “il governo spinga” valuti le proposte che ci sono e si confronti con le organizzazioni sindacali. “Questo non si sta facendo – ha aggiunto – si perde troppo tempo. Si corre il rischio di sfilacciare la situazione”. La situazione, secondo Epifani è “pesante” in assenza di un piano industriale che dia certezze. Non solo. Epifani ha attaccato la scelta di “dare i dividendi agli azionisti e messo in cassa integrazione i lavoratori: non si fa così, non bisogna dare i dividendi quando c’é crisi”, sottolineando che altre aziende automobilistiche in Europa non hanno fatto così.