Molte imposte pagate al Fisco ma pochi servizi utili in cambio - QdS

Molte imposte pagate al Fisco ma pochi servizi utili in cambio

Lucia Russo

Molte imposte pagate al Fisco ma pochi servizi utili in cambio

martedì 09 Marzo 2010

Presentata la relazione annuale del Garante del contribuente della Sicilia ai sensi della l. 212/00. Inviata a Parlamento, Governo, presidente della Regione e assessore Economia

PALERMO – I rapporti fra i contribuenti siciliani e l’Agenzia delle Entrate sono senz’altro migliorati rispetto al passato, grazie anche al frequente confronto del Garante del contribuente con la Direzione Regionale. Emerge questo dato dalla relazione annuale che il Garante del Contribuente della Sicilia, ai sensi dell’articolo 13 della legge 27/7/2000 n. 212, commi 12 e comma 13 bis, ha recentemente trasmesso al Parlamento ed al Governo, nonché quella semestrale al Ministro dell’Economia e delle Finanze ai Direttori regionali delle Agenzie fiscali ed al Comandante regionale della Guardia di Finanza.
La relazione annuale è stata anche inviata al presidente della Regione ed all’assessore regionale all’Economia.
Il documento, che contiene anche opportune considerazioni e suggerimenti sul modo di meglio garantire la propria autonomia gestionale, dà atto della collaborazione ottenuta da tutti i referenti ed in particolare dall’Agenzia delle Entrate, dagli Enti locali e dall’Agente della Riscossione, evidenziando nel contempo le criticità riscontrate nel rapporto fisco-contribuenti nella nostra regione.
Dalla relazione emerge l’attuale particolare momento di crisi reddituale del nostro paese ed in particolare in Sicilia e, coevamente, l’inasprimento globale dell’onere fiscale a carico dei cittadini. Questi ultimi sono infastiditi dal fatto che molta parte delle imposte da loro pagate non si traducono in servizi utili, ma in spese quanto meno improduttive.Uno dei punti di criticità segnalati è quello che riguarda il rapporto fra contribuente e Agente della riscossione, per i metodi ritenuti talvolta eccessivamente invasivi posti in essere per il recupero delle somme iscritte a ruolo, e particolarmente nei casi di iscrizione di ipoteca per importi inferiori ad 8.000 Euro (in merito si segnala la recente Sentenza della Corte di Cassazione SS.UU. n. 4077 del 22/2/2010). Il rapporto tra l’Ufficio del Garante e l’Agente della riscossione è stato comunque sempre improntato a principi di massima collaborazione e trasparenza.
Le lamentele dei contribuenti in alcuni casi hanno riguardato le richieste della Tia (Tariffa igiene ambientale) da parte degli Ato, richieste che, per diversi motivi, ma principalmente perché detta tariffa nella maggior parte dei casi viene determinata dagli stessi Ato senza l’intervento dei consigli comunali, ha generato un nutritissimo contenzioso, sia di natura amministrativa davanti ai Tar, che di natura fiscale davanti alle commissioni Tributarie .
Le segnalazioni pervenute fino al 31 dicembre 2009 sono state 554; quelle definite in corso d’anno sono state 475, riportate in dettaglio in tabella.
 


Uffici periferici Agenzia dell’Entrate in corso di riorganizzazione
 
Attualmente è in corso una nuova riorganizzazione degli uffici periferici dell’Agenzia delle Entrate. Al posto degli uffici locali, infatti, nel corso di quest’anno sarà completata l’istituzione delle Direzioni Provinciali, per lo svolgimento dell’attività di accertamento nei confronti di tutti i contribuenti aventi domicilio fiscale nel territorio della provincia, e degli Uffici territoriali i quali svolgeranno essenzialmente le attività di competenza dei “front-office” degli Uffici locali. In Sicilia, la nuova organizzazione ha visto già l’istituzione delle Direzioni Provinciali di Caltanissetta, Catania, Ragusa ed Enna, unitamente ai rispettivi uffici territoriali. Il Garante, pur se l’organizzazione ora cennata potrebbe rivelarsi più efficace sul piano dell’attività di accertamento, ha osservato che la contemporanea soppressione degli uffici locali potrebbe determinare disagi per l’utenza, specialmente per i contribuenti residenti in comuni diversi dal capoluogo di provincia i quali, per la trattazione di qualunque problema legato all’attività di controllo dell’ufficio provinciale, dovranno necessariamente recarsi nei locali dell’Ufficio del capoluogo.

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