Carte di credito, quale scegliere da quella a “saldo” alla revolving - QdS

Carte di credito, quale scegliere da quella a “saldo” alla revolving

Elisa Latella

Carte di credito, quale scegliere da quella a “saldo” alla revolving

martedì 23 Marzo 2010

In Italia ancora poco diffuso il “denaro di plastica”, probabilmente a causa dei costi alti delle transazioni. La seconda, che consente di rateizzare i pagamenti, è usata dal 10,8% dei siciliani

PALERMO – Denaro di plastica? Dovrebbe essere l’equivalente del contante, ma di fatto in Italia è ancora molto poco diffuso, probabilmente a causa dei costi  alti delle transazioni. Le carte di credito un po’ attirano un po’ fanno paura ai tradizionali consumatori italiani.
La Sicilia non fa eccezione, salvo il dato interessante delle carte di credito revolving ( le carte cosiddette “ricaricabili”): nell’Isola circola il 10,8% di quelle presenti su tutto il territorio nazionale. Questa diffidenza dei consumatori italiani è confermata dalle statistiche relative al  2008, l’anno caratterizzato da una forte crisi economica, durante il quale  l’Italia ha riportato rispetto agli altri paesi europei un dato relativo ad un uso ancora limitato degli strumenti di pagamento alternativi al contante e delle carte di credito in particolare. Ma andiamo con ordine. Quando sono nate e quali sono le principali tipologie di carte di credito? Come può il consumatore orientarsi nella giungla del denaro di plastica?
La prima carta di credito nasce nel lontano 1950 negli Stati Uniti d’America per pagare al ristorante; da qui il nome “diners”. Da allora di tempo ne è passato ed i consumatori possono scegliere tra più opportunità. Tutte più o meno convenienti? In generale più meno che più. Perché- ed è questo uno degli ostacoli alla loro diffusione- le carte di credito o di debito sono più sicure rispetto al contante, permettono di dilazionare le spese, ma realisticamente “costano” di più. 
Andiamo a vedere i dettagli sui  principali tipi di carte di credito: la carta di credito “a saldo”, la più comune, è generalmente offerta come servizio aggiuntivo all’apertura di un conto corrente: consente di dilazionare il pagamento della merce acquistata di un breve periodo  senza oneri aggiuntivi per l’acquirente. Vale a dire, dà la possibilità di pagare tutte le spese effettuate nell’arco di un mese solare, in un’unica soluzione, il mese successivo. La carta di credito revolving consente di rateizzare il pagamento della merce acquistata, ma comporta un costo aggiuntivo per l’acquirente dovuto per la corresponsione degli interessi sul finanziamento, entro un importo massimo detto “fido”. La carta di credito co-branded infine  è emessa da una banca o istituto finanziario in collaborazione con una terza azienda che facilita la distribuzione dello strumento presso la propria clientela ed offre servizi aggiuntivi per fidelizzare i possessori della carta di credito.
Ed ora spazio ai numeri, ai dati recentemente presentati nel corso della settima edizione dell’Osservatorio sulle carte di credito Assofin – Crif Decision Solutions – GfK Eurisko: è diminuito il numero di carte di credito attive (-0,7% nel 2008 rispetto al +9,4% dell’anno precedente) ed è calato anche il tasso di attività, che dal 47,0% del 2007 si è attestato al 39,5% del 2008, anche se il numero delle carte di credito e di debito in circolazione nel nostro Paese è cresciuto.
 Dall’analisi a livello regionale del tasso di diffusione – uno studio svolto  dall’Osservatorio su un campione di oltre 12 milioni di carte – emerge che le  carte revolving, in un contesto di generale stabilità, mantengono la maggiore diffusione in Lombardia (14,3%) e nel Lazio (11,0%). Significativa permane appunto la quota per Sicilia (10,8%) e  per la Campania (9,4%).
 


Una banda magnetica alla base del suo funzionamento
 
La carta di credito è uno strumento di pagamento, costituito da una carta plastificata con dispositivo per il riconoscimento dei dati identificativi del titolare e dell’istituto bancario o finanziario emittente. Il primo dispositivo applicato sulla carta è stato una banda magnetica; per far fronte ai bisogni crescenti di sicurezza e all’avanzare del fenomeno delle frodi, dal 1993 è stato applicato alla carta anche un microchip, rendendola una smart card, in grado di memorizzare le informazioni in modo sicuro per poi utilizzarle durante la transazione e durante altre eventuali funzioni. Questa caratteristica propria delle smart card è chiamata “multi-applicazione”. Invece, le carte con sola banda magnetica permettono in genere solo una o due funzioni di pagamento, come l’accesso diretto al conto e/o l’accesso ad una linea di credito (carta di credito). La carta di credito viene rilasciata da una banca o da un istituto finanziario di moneta elettronica presso il quale un cliente è titolare di un conto corrente. L’utilizzo della disponibilità della carta varia quindi in funzione dell’affidabilità del cliente stesso.

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