Iniziativa della Cia Sicilia sempre più preoccupata per la crisi che coinvolge l’agricoltura isolana. Un bollino con la dicitura CIA con il numero di matricola del produttore tesserato
PALERMO – La rintracciabilità di un prodotto è un elemento divenuto indispensabile nel mondo d’oggi, dove il rischio di truffe alimentari è alto. Fonti d’inquinamento, procedure di macellazione a rischio, allevamenti non regolamentari, falsificazione di prodotti tipici, sono alcuni dei pericoli che minacciano la qualità del comparto agro-industriale e la salute dei consumatori.
Per tale motivo, negli anni sia l’Unione Europea, sia i consumatori hanno preteso maggiori controlli per tutelare i cittadini da truffe e pericoli. Il Governo regionale siciliano non ha ancora stabilito disposizioni chiare in tal senso, aumentando le difficoltà degli stessi produttori nel difendere la qualità dei loro prodotti. Non esiste ancora un regolamento che disciplini la qualità dei prodotti ed è assente una qualsiasi iniziativa di questo tipo nella Regione Sicilia.
Inoltre, la pressione della criminalità sull’agricoltura è fortissima in questo momento, acuendo la crisi dei produttori siciliani. Racket, estorsioni, usura, abigeati, macellazioni clandestine, sofisticazione, riciclaggio di capitali illeciti mediante reinvestimento in attività agricole, condizionamento dei mercati ortofrutticoli, controllo del lavoro degli immigrati clandestini, sono le molteplici attività che la mafia svolge nel settore agricolo e nella filiera agro-alimentare.
La CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) ha, così, deciso di promuovere un’iniziativa in proprio per stimolare un’azione più decisa da parte del Governo regionale e per offrire ai consumatori uno strumento di chiarezza. L’iniziativa consiste in un marchio che riporta la dicitura CIA con il numero di matricola del produttore tesserato evidenziato nei prodotti venduti. Si tratta di un impegno morale che l’azienda che aderisce, si assume nei confronti degli stessi consumatori e che vuole sensibilizzare la Politica regionale su problemi non più eludibili. Si rende sempre più necessario, infatti, che la classe dirigente della Regione intraprenda una seria politica di sviluppo nel settore agro-alimentare che si trova in gravi difficoltà, avvicinando l’agricoltore al consumatore.
Si tratta di un’iniziativa non vincolante da parte della Confederazione Agricoltori, ma che vuole tutelare sia la salute dei consumatori, sia la qualità dei prodotti commercializzati, sia l’immagine stessa dell’organizzazione. Per aderire all’iniziativa, il produttore deve essere in regola con i rinnovi e la produzione deve tassativamente provenire dall’azienda ubicata nel territorio siciliano. Una commissione valuterà le domande di adesione che perverranno dagli associati interessati dall’iniziativa. Questa commissione, poi, stabilirà se il produttore è idoneo all’iscrizione al “Circuito dell’agroalimentare prodotto in azienda associata a Cia Sicilia”. La Cia Sicilia è la prima organizzazione a promuovere quest’iniziativa in Italia, cui potrebbero seguire altre organizzazioni regionali. Il presidente regionale Cia Sicilia, Carmelo Gurrieri, ha dichiarato: “Non è una grande rivoluzione, ma può caratterizzare le organizzazioni agricole, fornendo agli agricoltori che partecipano, un elemento di distinzione”.
Un’iniziativa volta a valorizzare la produzione dell’Isola
PALERMO – Carmelo Gurrieri, presidente Cia Sicilia, ha affermato: “Abbiamo voluto costruire questo sistema agro-alimentare non solo per dare un valore aggiunto all’associato che aderisce alla Cia Siciliana, ma anche alla identificazione di un prodotto che viene dalla Sicilia. È un’iniziativa che vuole mettere in campo un’azione di valorizzazione della nostra produzione siciliana nei mercati ed è un’azione solo rivolta agli associati Cia, perché è l’organizzazione che si muove in questa direzione. Ma vuole essere anche un’iniziativa che spinga la Regione affinché, utilizzando le norme, espanda l’iniziativa e costruisca una filiera agro-alimentare siciliana che possa essere identificata e certificata in tutti i mercati. Noi siamo partiti dal presupposto che l’attuale situazione di crisi, che proviene da lontano, possa essere affrontata con un’azione sinergica nell’affrontare l’emergenza, intervenendo a favore delle aziende, ma anche affrontando il problema della valorizzazione del prodotto sui mercati. Quest’iniziativa va in questa direzione, utilizzando il brand Sicilia che molto apprezzato nei mercati nazionali e internazionali. Purtroppo, l’identificazione del prodotto siciliano è sempre scarso e poco rilevante. Con quest’azione abbiamo voluto mettere in campo un’iniziativa che possa dare un’identificazione della nostra Sicilia”.