MESSINA – Entro la prossima stagione delle piogge. Pochi mesi per tentare di mettere in sicurezza il territorio ed evitare nuovi fenomeni luttuosi.
Questo l’obiettivo dell’amministrazione comunale, che di dissesto idrogeologico ha recentemente discusso in sede di Consiglio oltre ad aver già presentato alla Regione Siciliana il conto per tutti gli interventi necessari. Perché non c’è solo Giampilieri, ma da nord a sud a macchia di leopardo tutto il territorio cittadino, sventrato negli anni da una speculazione edilizia paurosa, rischia il cedimento. Ecco la mappa dei progetti inderogabili, finanziabili anche in poco tempo grazie ai fondi stanziati nell’ambito del Por Fesr 2007/2013.
Sulla costa. Statale 114 e Santa Margherita Marina (unico progetto esecutivo da 5,1 mln di euro). Poi progetti preliminari per: erosione tra S. Margherita e S. Stefano, 2,8 mln €; erosione tra S. Margherita e Galati Marina, 4.5 mln; Ortoliuzzo, 1,9 mln; Casabianca e Tono, 3,6 mln; Mezzana-Tono, 3,4 mln; Tremestieri, 3 mln di euro.
Gli abitati già colpiti. Bordonaro, opere di consolidamento e di messa in sicurezza per 425 mila euro; Galati Sant’Anna, 900 mila; Banditore, 740 mila; Larderia, 650 mila; Acqualadrone, 935 mila euro;
Quelli più a rischio. Cumia, Ponte Schiavo, Scoppo, Bordonaro, Santo Stefano, Giampilieri, San Giovannello, Rodia, Mili San Marco. Queste località sono oggetto di altri otto progetti di messa in sicurezza presentati a Palermo per essere finanziati.
E Poi San Saba, con una serie di interventi per un totale di quasi 20 milioni di euro, e i litorali tra i torrenti Briga e Schiavo (6,7 mln) e tra Capo Scaletta e il torrente Briga (8,3 mln di euro).
“Non è più il momento delle polemiche ma quello dell’azione”, ha ribadito il sindaco Peppino Buzzanca in Consiglio comunale, “si deve agire per la pianificazione, con interventi nell’interesse della città e dei cittadini messinesi. In un momento estremamente particolare riguardo alle risorse finanziarie che vengono trasferite ai Comuni, si ha un bagaglio progettuale dettagliato, prodotto dalle diverse sedi, concordato con i diversi dipartimenti grazie all’aiuto di molti tecnici interni. Nel passaggio dal “Lombardo bis” al “Lombardo ter” si è verificata una revisione dei finanziamenti destinati al Comune di Messina non solo per la prevenzione del dissesto idrogeologico ma anche per la protezione del suolo e delle coste. Le risorse dovranno servire ad affrontare la grave condizione delle coste e del dissesto idrogeologico e non solo nella fase di messa in sicurezza, ma anche per la previsione del rischio”.
Programmi. Il Piano regolatore da rivisitare
MESSINA – “Rivisitare il Piano Regolatore, strumento che ha pensato la città di Messina sottodimensionando il rapporto verde pubblico-abitanti e al contrario sovradimensionando all’ennesima potenza il numero dei vani”.
Anche in Consiglio comunale, finalmente, arriva il mea culpa della politica messinese. Sia ben chiaro, nessuno si è preso la responsabilità di nulla, come se le varianti, i progetti, le firme dei dirigenti si siano prodotte da sole, come per magia.
E nessuno, d’altra parte, fa in questo senso proposte concrete, a parte quella impraticabile del vicesindaco Ardizzone di bloccare tutto per qualche tempo prima di una totale messa in sicurezza.
Ritireranno, per esempio, il sindaco e l’assessore ai lavori pubblici, il Piano Strategico Messina 2020, che prevede il saccheggio di tutte le aree cittadine ancora non toccate dalla speculazione?
Ha ragione Buzzanca: “è il momento dell’azione”. E allora agisca, ma solo nel bene della città.