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Catania – Beni confiscati: le assegnazioni vanno avanti a passo di lumaca

Alessandro Petralia

Catania – Beni confiscati: le assegnazioni vanno avanti a passo di lumaca

giovedì 01 Aprile 2010

I dati sono contenuti nel dossier reso pubblico dal Commissario straordinario del Governo. In provincia il numero degli immobili concessi non supera il 35 per cento

CATANIA – Molti sono ormai i fronti della lotta alla mafia e uno dei più importanti è certamente costituito dall’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati dalla malavita. Parliamo in particolare del sequestro e della confisca dei beni mobili e immobili e del loro utilizzo, un aspetto messo in evidenza dal dossier reso recentemente pubblico dall’ufficio del Commissario straordinario del Governo per i Beni confiscati, che contiene tutti i dati relativi a confisca e utilizzo dei beni sottratti alla mafia in ogni singola provincia. Dati che, per quanto riguarda Catania, mostrano luci e ombre.
Al 31 dicembre del 2009 il totale dei beni immobili confiscati nel territorio della provincia raggiunge infatti quota 494, con un incremento di ben 55 unità rispetto al dato relativo alla fine dell’anno precedente. Cifra che testimonia l’incremento dell’attività di aggressione ai patrimoni illeciti da parte della magistratura etnea e che fa della provincia di Catania la seconda in Sicilia, dopo Palermo, per numero di beni confiscati. L’altro dato riguarda la crescita dei provvedimenti di destinazione degli stessi beni immobili ai sensi della legge 109/96 (e successive modifiche), che ha dettato norme precise circa obiettivi, tempi e modalità di utilizzo dei beni sottratti alle mafie: nonostante il già citato incremento di confische, il numero di beni ancora in gestione al Demanio, e cioè inutilizzati e non valorizzati, aumenta di una sola unità, passando dai 317 del 31 dicembre del 2008 ai 318 di un anno dopo. Ciò significa che il numero di beni destinati a finalità sociali (cooperative, associazioni, enti del terzo settore o altro) o istituzionali (Forze dell’ordine, scuole, Enti locali) è sensibilmente aumentato: dai 101 beni destinati e consegnati del 2008 si è passati ai 140 attuali, così come dai 21 immobili destinati ma non consegnati relativi sempre al 2008 si è passati ai 26 di fine 2009.
È dunque evidente come in provincia di Catania si stia innescando un processo virtuoso in grado di abbattere la percentuale di beni immobili confiscati e lasciati al macero con grave nocumento dell’immagine stessa della lotta alla mafia. Ciò grazie anche all’utilizzo di alcuni efficaci strumenti previsti dalla legislazione in materia. Ci si riferisce da un lato alla costituenda cooperativa Libera terra, che già da tempo opera su alcuni terreni confiscati in territorio di Belpasso e che vedrà ufficialmente la luce tra maggio e giugno, e dall’altro al Consorzio etneo per la legalità, l’unione dei 16 Comuni con la maggior densità di immobili confiscati, che finalmente dopo anni di inattività (inizialmente era stato battezzato Consorzio legalità e libertà) ha iniziato a operare con serietà.
Molto resta tuttavia da fare per colmare i ritardi storici di Catania nella lotta alla mafia, anche dal punto di vista dei beni confiscati. Basti fare un raffronto con la provincia di Palermo, dove su un totale di 2.789 immobili confiscati ben 1.386, e cioè il 49,5%, ha già avuto un provvedimento di destinazione. Nella provincia etnea tale percentuale non supera ancora il 35,6%.

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