Sanità, nelle aziende pubbliche assenti i revisori dei conti - QdS

Sanità, nelle aziende pubbliche assenti i revisori dei conti

Melania Tanteri

Sanità, nelle aziende pubbliche assenti i revisori dei conti

mercoledì 14 Aprile 2010

Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari in Sicilia orientale. Strutture da chiudere che funzionano, mentre quelle nuove rimangono chiuse

CATANIA – Ha fatto tappa a Catania una delegazione della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali, presieduta da Leoluca Orlando e composta da Giovanni Burtone, Maria Grazia Laganà Fortugno e Antonino Minardo, in missione in Sicilia con l’obiettivo di fare un bilancio sulla situazione sanitaria della parte orientale dell’Isola, con particolare riferimento al piano sanitario regionale e al diritto alla tutela della salute sul territorio. È stato completato così il programma, riferito all’intera Regione, già avviato con il precedente sopralluogo del 15 marzo scorso a Palermo, nel quale si erano approfondite le realtà della Sicilia occidentale e della provincia di Messina. La delegazione, presso la prefettura di Catania, ha convocato i rappresentanti sindacali, i rappresentanti del mondo accademico, i direttori generali delle aziende Policlinico, Cannizzaro, Garibaldi e della Asp 3, i rappresentanti della Croce Rossa e il direttore dell’azienda sanitaria di Siracusa e poi parlato alla stampa, prima di ascoltare i direttori delle aziende sanitarie di Ragusa ed Enna e il presidente dell’Unione province italiane.
Non positivo il quadro venuto fuori dalle audizioni, che hanno avuto tra i vari temi all’ordine del giorno, i piani di rientro, la situazione strutture sanitarie siciliane e l’adeguatezza delle norme, il servizio 118, la razionalizzazione della spesa, lo stato di attuazione del Cup (centro unico per le prenotazioni sanitarie) regionale, le piante organiche, i punti nascita e Unità di terapia intensiva neonatale (Utin).
“Da un esame attento di tutti i bilanci – spiega Orlando – abbiamo notato che manca la cultura del dato. Ci sono continui disallineamenti ovvero si verificano anomalie, come la registrazione di un credito da parte di un Ente che non coincide  nel bilancio dell’ente debitore”.
Evidenziata, poi, l’assenza o la mancata nomina dei Revisori dei Conti nelle aziende, come ad esempio al Garibaldi, o la situazione di disagio dei rapporti con l’Università. Nell’area del catanese, sarebbe stata registrata poi, una grossa confusione relativamente alla presenza sul territorio delle varie strutture, con quelle da chiudere che continuerebbero a funzionare, e quelle nuove che non sarebbero ancora entrate in funzione. La commissione ha poi evidenziato l’inadeguatezza delle strutture Utin, gravi carenze relative alla riabilitazione e il problema delle liste di attesa e dell’assenza dei Cup.
A parte l’argomento 118, definito dallo stesso presidente Orlando, uno scandalo e sulla cui gestione la Corte dei Conti, nel gennaio 2008, ha presentato una relazione contenente dati allarmanti.
Il numero delle ambulanze, ad esempio, passato da 161 a 280 nel 2008, un personale che supera le tremila unità, di cui ben 270 sono amministrativi; un impegno per il servizio da parte della Regione passato dai 10 milioni di euro nel 2002, ai 120 nel 2006, le modalità di assunzione. Da chiarire, poi, il motivo per cui le ambulanze siano in leasing, operazione che ha comportato una spesa pari a 113 milioni, piuttosto che acquistate, operazione che avrebbe richiesto una spesa quasi pari, di 117 milioni. Ancora da acquisire il dato sul numero delle effettive chiamate annue e da verificare le modalità di assunzione del personale.

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