“Eolico porta lavoro”: falso mito - QdS

“Eolico porta lavoro”: falso mito

Rosario Battiato

“Eolico porta lavoro”: falso mito

martedì 24 Marzo 2009

Energia. Altro motivo per dire “no” ai parchi spinti dal vento.
Lo studio. Oltre all’impatto sul paesaggio, una ricerca dell’Università Bocconi sostiene che l’eolico fornisce un’occupazione relativamente bassa, con valori non superiori al 3% dell’area di riferimento.
La previsione. L’associazione dei costruttori e la Uil affermano che la Sicilia possa offrire in  futuro oltre 7 mila posti. Ma tolta la realizzazione delle torri, rimarrebbero a lavorare gestori e manutentori

PALERMO – La querelle sull’eolico si presenta ad oggi come un problema complicato e figlio delle tematiche più delicate di questi anni. Alle recenti polemiche estive e alla battaglia antieolico condotta da Vittorio Sgarbi e da altri sindaci isolani, col beneplacito del presidente della Regione, è seguita l’approvazione Piano Energetico, che tuttavia non ha affatto risolto le controversie. Le opposte fazioni affilano le armi, ma intanto i difensori del verde invaso dalle pale possono contare sull’appoggio ferreo di Palazzo d’Orleans, in quanto, lo scorso 14 marzo, Raffaele Lombardo, nel corso della presentazione ufficiale del Piano energetico-ambientale regionale siciliano, alla presenza di Jeremy Rifkin, ha ribadito il blocco dei 139 impianti eolici in attesa di iniziare i lavori e momentaneamente congelati alla Regione.

Molti dubbi sullo sviluppo dell’eolico restano ancora irrisolti; compatibilità ambientale, ricavi, occupazione ed effettiva potenza erogata rispetto alla sostenibilità delle rete sono solo alcuni dei temi caldi che affliggono le prospettive dei fautori dell’eolico “senza se e senza ma”. Il pensiero corre subito alla possibilità che si creino nuovi ecomostri sul territorio. “L’opposizione all’eolico – ha precisato Laura Monni, ricercatrice junior presso l’Istituto di Economia e Politica dell’Energia e dell’Ambiente dell’Università Bocconi, nello studio “Energia dal vento: linee guida nazionali e obiettivi minimi per ogni Regione” – sta diventando una “questione di civiltà” secondo molti opinionisti.” Tuttavia, al di là degli aspetti puramente paesaggistici, già ampiamente approfonditi, altre questioni impongono attenzione. Uno studio dell’Università Bocconi di Milano sostiene che riguardo l’eolico “gli aspetti negativi si riferiscono in primo luogo all’occupazione del territorio: almeno in via teorica, un impianto è costituito da più torri che devono essere opportunamente distanziate e di conseguenza occupa una notevole superficie. Nella pratica risulta un’occupazione relativamente bassa, con valori non maggiori del 3% dell’area di riferimento, e con l’area circostante che non viene intaccata nelle vocazioni precedenti all’installazione, come ad esempio il suo utilizzo per il pascolo o per le coltivazioni agro-forestali”.

Di diverso avviso lo studio “Il Potenziale eolico Regionale: benefici occupazionale al 2020” realizzato dall’Anev (Associazione nazionale energia del vento) in collaborazione con la Uil, che prevede per la Sicilia 7537 impiegati nel settore, suddivisi in costruzioni macchine ed indotto (1378), sviluppo costruzione impianto (2228), installazione (568), manutenzione (704) e gestione (1703). A quanto pare gli unici settori che creano occupazione stabile, al di là quindi della costruzione e progettazione che creano lavoro solo per il periodo della realizzazione dell’impianto, fanno abbassare ulteriormente la quota fissata a poco più di 2400 unità. Dati aggiornati al 2007, lavorano in Sicilia 1556 unità, di cui 416 in maniera indiretta.

Neanche le imprese sembrano risultare autoctone e quindi potenzialmente interessate allo sviluppo economico dell’isola. L’Alerion Industries spa di Milano, holding partecipata da Allianz e di Mps a fine 2007 ha rastrellato società che avevano investito nell’eolico come la Eolo srl, impianto a Bivona (Ag), la Moncada Costruzioni, impianti ad Agrigento e Naro. Gli esperti parlano di un investimento di 200 milioni di euro. Altre multinazionali non stanno a guardare come i francesi della Theolia e l’inglese International Power.

L’eolico conviene perché oltre gli incentivi della legge 488 – nel 2006 su 146.377.655 di finanziamenti alla Sicilia il 31% è andato all’eolico – ci sono anche i certificati verdi, attestato rilasciato dal Gse, che permettono di guadagnare un ulteriore sovrappiù di 30 centesimi/KWh. Per il momento la Rete Terna non può superare i 500 MW di carico per l’eolico, mentre in Sicilia se ne producono già, secondo dati Terna del 2007, 635,3 MW.

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