Il Paese delle contraddizioni - QdS

Il Paese delle contraddizioni

Raffaella Tregua

Il Paese delle contraddizioni

mercoledì 21 Aprile 2010

Il fascino di un popolo dagli occhi che parlano, grandi occhi scuri che dicono tutto e niente. Tradizioni che si scontrano e incontrano di continuo con il progresso

foto di Nicoletta Fontana Conservo
 
Quando vai in India non puoi farlo da semplice turista. O credi che lì esistano un’energia ed una spiritualità che nulla hanno a che vedere con l’Occidente e col tuo mondo o non puoi comprendere. E già così, hai difficoltà serie. Forse non si è mai pronti a capire la sua intrinseca e profonda contraddizione. Il fascino di un’antica civiltà, culla delle religioni più antiche del mondo, quali induismo e buddhismo, contraddice lo sgomento che provi per la povertà ed il degrado delle sue città e della sua gente. Il popolo dagli occhi che parlano, così essi stessi si definiscono, con i loro grandi occhi scuri che dicono tutto e niente perché legati ad una filosofia che dà loro la forza e la serenità di accettare la condizione di vita del momento per quanto triste e precaria possa essere.
La tradizione e i riferimenti al passato si scontrano e si incontrano di continuo con la tecnologia ed il progresso di una nazione in pieno boom economico in cui si costruiscono metropolitane, strade, autostrade ai ritmi lenti e rilassati tipici dei Paesi caldi ed in via di sviluppo.

RELIGIONE

L’Induismo
(Sacra Trimurti)
Il primo passo è capire che, nonostante tutto, il loro cuore ed il loro sorriso emanano grande serenità. Credere che la vita sia basata sul Karma (le azioni) e sul Dharma (il dovere, la virtù) fa sì che uomini e donne si comportino nel migliore dei modi  per  potersi congiungere, incarnazione dopo incarnazione, all’Essere supremo. Esiste, quindi, una sorta di rassegnata e serena accettazione delle condizioni di vita come conseguenza delle azioni compiute nelle vite passate, rafforzata dall’appartenenza non modificabile ad una delle quattro caste.

Il Buddhismo
(Siddartha Gotama)
La quarta religione al mondo dopo Cristianesimo, Islam e Induismo si basa sul concetto che ogni uomo deve trovare da solo il cammino che porta alla sua salvezza grazie alla pratica meditativa, rifiuta le caste, riconosce l’uguaglianza degli uomini, ha indifferenza per il male, ma  si rifiuta di compierlo. E’ molto diverso quindi dall’Induismo, ma entrambe convivono lì, in India.

CULTURA
Le caste, ufficialmente abolite dal 1950, esistono eccome. Parlando con la gente, essa crede fermamente che l’appartenenza ad una casta sia l’unica via possibile e che questa condizione sia immodificabile. Quindi, un giovane in età di matrimonio non potrà mai scegliere la sua sposa in quanto questo compito spetterà ai suoi genitori che la conosceranno per primi e se ne saranno stati contenti acconsentiranno a darla in sposa al proprio figliolo. Egli la vedrà, per la prima volta, il giorno delle nozze senza che ciò possa turbarlo ancorchè. E’ la normalità, come lo è il fatto che i due giovani dovranno appartenere alla stessa casta poiché è vietato contaminarsi con caste inferiori o spostarsi dall’una all’altra.

Esistono gli artigiani e i servitori  (Shudra), i commercianti (Vaishya), i guerrieri (Kshatryia) e i sacerdoti (Brahamani); in fondo gli Intoccabili (Paria) cioè coloro che svolgono lavori impuri e con i   quali bisogna evitare il contatto.
Questo viaggio in India nasce da un sogno, il sogno di vedere col cuore e con la mente e non soltanto con gli occhi un luogo in cui cercare una parte di me. La sensazione di serenità è forte, la vita lì vale un nulla, uomini, donne, bambini vivono di niente e con niente, chiedendo ogni cosa cibo, oggetti, denaro. Ti sorridono però e ti guardano come se nulla potesse far loro del male con una dignità del vivere che lascia quantomeno stupiti e sgomenti. Qui, con un solo stipendio vivono circa 10 persone, poche le donne che lavorano e solo nelle metropoli, ma moltissimi di loro possiedono il cellulare, simbolo di uno status sociale che tende ad azzerare apparentemente ogni diversità. Il caldo umido toglie il fiato, la polvere è una costante che si infila ovunque, gli occhi bruciano, la bocca si impasta, ma quando li guardi, vedi bambini bellissimi, uomini e donne pazienti,  remissivi e sorridenti abituati da secoli alle dominazioni.
 
Una massa di fili elettrici sovrasta il cielo sopra di noi mentre corriamo sul risciò tirato da un giovane che peserà appena 50 kg,  ma che non si ferma mai, nemmeno quando dovrebbe. Scimmie, topi e scoiattoli saltellano allegri sui fili elettrici del tutto incuranti della confusione; i clacson suonano di continuo, attraversare la strada è una sfida al proprio destino. Sono 5 milioni i risciò a Delhi,  guadagnano  pochi euro al mese; 7 milioni sono le auto. Un’auto media di marca indiana Tata costa circa 6000 euro. La gente ha una gentilezza al limite della normalità, quasi una forma sottile di sottomissione, anche se è fortemente orgogliosa della propria cultura e tradizione. Un’altra delle grandi contraddizioni indiane.
 

 
La settima meraviglia del Mondo e la città della seta

Agra – Taj mahal. All’alba mi ritrovo ad ammirare una delle sette meraviglie del mondo. Il sogno di uomo, un re Mogol, che lo ha costruito quasi 400 anni fa (nel 1631) e dedicato alla sua donna, la regina. Costato 44.000 rupie, 22 anni di tempo e la fatica di 20.000 operai è un mausoleo che racchiude i corpi dei due sovrani. Non si può solo visitarlo, occorre sedersi lì e lasciare che la sua magia ci scorra dentro. I suoni silenziosi  dei nostri piedi scalzi, l’immobilità del paesaggio attorno, lo scorrere lento del fiume, la visione di grandezza e di bellezza lasciano senza fiato. Non potrai mai più dimenticare quella sensazione di pace che ti pervade lenta.

Jaipur.
La città della seta e delle pietre preziose ti intriga e ti coinvolge con i suoi colori, suoni, fascino. Fort Amber è maestoso, possiede un muro di cinta che sembra la muraglia cinese che si staglia contro un cielo azzurro immobile, tutto intorno è pace e silenzio. Al suo interno decorazioni di pietre dure e specchi incantano e sorprendono.
 

 
Lo sfruttamento dei bimbi pesa come un macigno
 
ATTUALITA’
Il fascino di una nazione, che ha 1 miliardo di abitanti di cui 15 milioni a Delhi, non può nascondere però dati sconvolgenti. Circa 400.000 bambini ogni anno sono obbligati alla prostituzione, secondo l’Unicef, come il traffico di essere umani e di organi ha dimensioni notevolissime; sono 450.000 le bambine tra i 6 e i 14 anni ad essere impiegate e sfruttate nei campi di cotone. Le duecento  multinazionali che lavorano in India ne approfittano poiché il costo del lavoro è pressoché nullo. Riescono però a  non comparire ufficialmente perché utilizzano intermediari che prendono accordi, organizzano la produzione e gestiscono il rapporto di lavoro tra la società e i coltivatori.

MAHATMA GANDHI (1869-1948)
Il suo ideale di non violenza e di amore è più forte di qualsiasi atto di forza. Ed è conosciuto in tutto il mondo. E’ adorato dal popolo come fosse un dio, è rispettato per quello che ha scelto e per quello che ha fatto, ma ancor più forse per ciò che ha lasciato. Quanto può in una vita un semplice uomo a volte, non può un esercito. Egli credeva che qualsiasi cosa si faccia per quanto insignificante possa sembrare, sia molto importante che la si faccia; chiedeva  di vivere come se si dovesse morire domani, ma di imparare come se si  dovesse vivere per sempre. Pensava che bisogna diventare il cambiamento che vogliamo vedere e che chi non conosce se stesso è perduto.
Esistevano cose per le quali era disposto a morire, ma nessuna per cui sarebbe stato disposto ad uccidere. Egli è stato ucciso, la sua tomba viene venerata ogni giorno da milioni di persone. Credeva anche che l’uomo è dove è il suo cuore, non dove è il suo corpo. E il suo cuore vive ancora lì in ogni essere umano, in ogni foglia, in ogni alito di vento.

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