Partito del Sud come la Lega - QdS

Partito del Sud come la Lega

Carlo Alberto Tregua

Partito del Sud come la Lega

sabato 24 Aprile 2010

Radicare l’autonomia in Sicilia

Abbiamo più volte scritto valutazioni negative sugli eccessi verbali di Umberto Bossi.
Tuttavia abbiamo riconosciuto che dietro una certa capacità mediatica è venuta fuori una capacità ancora più importante: quella organizzativa, che ha permesso a quel partito autonomista di aprire sezioni in tutti i comuni, di aggregare lo scontento degli elettori dimostrando che i propri amministratori locali sono persone che lavorano e che hanno a cuore gli interessi dei cittadini.
Si è trattato di un’operazione di radicamento nel territorio che dura da 21 anni (1989-2010), ma che proviene dai primi passi del Senatur del 1982.
Il successo della Lega, se continua a dare buona dimostrazione della propria capacità amministrativa, si accrescerà perché, d’altra parte, Pdl, Pd e partiti minori non hanno dato buona dimostrazione di sé nell’attività politico-amministrativa. La Lega ha un valore aggiunto rispetto ai partiti nazionali: proprio lo spirito autonomista di un territorio non vero, ma che comprende diverse regioni del Nord.

Il tentativo di riformare lo Stato, facendolo diventare federale, comporta un processo molto lungo, in attesa del quale le posizioni si consolidano e il divario fra Nord e Sud aumenta.
Ciò accade per responsabilità del Governo centrale che non riesce a fare le riforme necessarie, in modo da rendere moderna e funzionale la macchina pubblica, ma anche per una carenza d’iniziative del ceto politico meridionale che ha l’abitudine di basare il proprio consenso non su progetti strategici, né sulla buona amministrazione degli enti, bensì sullo scambio fra voto e bisogno.
Se i politici meridionali non invertono la loro direzione, se non comprendono che occorre dare risposte urgenti ai bisogni generali dei cittadini, otterranno il risultato negativo di fare aumentare il dissenso sotto forma di astensione dal voto. La discussione politica è necessaria, ma non può essere continua perché non produce risultati. E invece proprio di risultati si nutre la vita collettiva.

 
Lombardo sta cercando di aggregare e di tessere la rete con tanti altri movimenti autonomisti delle regioni meridionali, da Pisanu a Poli Bortone. Il Pd parla timidamente di partito federalista della Sicilia. Micciché col suo Pdl Sicilia resta in attesa che il Grande capo di Arcore si esprima. Mentre tutti traccheggiano, la Lega urla a gran voce: “Dateci le banche, le agenzie, le società pubbliche”. Chiede di entrare nelle Fondazioni, è già presente in Rai e Mediaset. Tutti atti concreti che le consentono di stringere ancora di più il rapporto con gli elettori e quindi di conseguire ulteriori successi.
I partiti autonomisti della Sicilia dovrebbero imitare la parte migliore dell’azione della Lega e cioè formare i propri quadri dirigenti distribuiti nel territorio, in modo che essi assumano conoscenza della storia e della tradizione della Sicilia, dei suoi bisogni e, soprattutto, del modo di risolverli. Insomma, serve concretezza dell’azione, fino ad oggi mancata, mentre vi è stata una dannosa inconcludenza.

I convegni sono momenti di aggregazione. Ne moderiamo parecchi in giro per la Sicilia e ci accorgiamo che i responsabili istituzionali coprono le idee, non chiare, con fiumi di parole che vogliono dire ben poco. Non riusciamo a fare esprimere con pochi concetti una programmazione dell’azione basata su atti concreti. Dal che ne derivano conseguenze confusionarie che non fanno smuovere di un millimetro la situazione economica e sociale dell’Isola. Qui e subito occorrono, invece, comportamenti di cui sia chiaro il percorso e l’obiettivo, evitando annacquamenti, ritardi (anche strumentali) che impediscono l’imbocco di un percorso di sviluppo che rallenti l’aumento del divario e, successivamente, ne tenti la diminuzione.
Per fare quanto precede occorrono veri leader, che agiscano sopra le parti con grande senso di responsabilità e mettendo in campo tutte le potenzialità per amministrare bene la Regione e i Comuni siciliani.

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