Riformare la Regione snellendo le procedure - QdS

Riformare la Regione snellendo le procedure

Raffaella Pessina

Riformare la Regione snellendo le procedure

sabato 24 Aprile 2010

Forum con Caterina Chinnici, Assessore regionale alle Autonomie locali e Funzione pubblica

La riforma della Pubblica Amministrazione, approvata in commissione Affari Istituzionali, è una riforma che guarda prevalentemente alla procedura amministrativa. Di che si tratta nello specifico?
“È una riforma che mira alla semplificazione, snellendo le procedure amministrative, ad abbreviare i tempi della procedura stessa, dando dei tempi certi, scanditi nelle varie fasi dei passaggi procedurali, e anche attraverso questa semplificazione burocratica, ad incentivare l’attivazione di nuove imprese nel nostro territorio, rendendo più facile la procedura amministrativa, prevedendo una fase dei controlli già successiva all’avvio dell’attività, che viene semplificata nella sua fase iniziale. Questa idea di riforma è stata concepita mettendo al centro delle procedure il cittadino, che deve essere  informato dell’avvio della procedura, che deve conoscere tutto il percorso burocratico e deve poter dialogare con la pubblica amministrazione. Il cittadino deve godere anche dei criteri di trasparenza e di informatizzazione dell’ente pubblico con cui ha a che fare”.
È prevista una maggiore responsabilizzazione dei dirigenti, nel controllo delle procedure?
“Nella attribuzione degli affari ai dirigenti sono previsti dei criteri obiettivi e predeterminati. Soltanto in casi eccezionali e motivati il dirigente può fare una variazione rispetto al tipo di assegnazione. Se non c’è un rispetto dei tempi e delle procedure, c’è la possibilità di intervenire in via disciplinare nei confronti di chi, funzionario, ha l’obbligo di vigilare. Nel nostro dipartimento le procedure disciplinari credo che funzionino. Si è anche arrivati a qualche licenziamento di dipendenti e quindi si è ritenuto in questa fase di inserire questo tipo di responsabilità, cioè quella disciplinare. Peraltro vi possono essere aspetti diversi di responsabilità. Proprio per rendere più responsabile il dipendente regionale nello svolgimento della propria attività, abbiamo inserito una serie di norme che abbiamo voluto rendere cogenti, che sono quelle del cosiddetto codice anticorruzione, il codice antimafia, del procuratore Pierluigi Vigna, elaborato da una Commissione appositamente insediata e che aveva avviato l’allora assessore Giovanni Ilarda. Abbiamo estrapolato alcune delle norme del codice, e le abbiamo inserite in questo disegno di legge proprio per voler dare una maggiore responsabilizzazione del dipendente regionale, il quale è tenuto, ad informare l’amministrazione di tutto ciò che lo riguarda: se per esempio ha rapporti con enti terzi, ha l’obbligo di non accettare e di non richiedere donazioni di ogni genere e tipo, ma di segnalare il fatto al proprio dirigente quando ciò accade. Inoltre il dirigente dovrà comunicare se è sottoposto a procedimento penale per fatti di particolare gravità (mafia, corruzione, ecc.)”.
Il suo disegno di legge si muove su quali direttrici?
“La prima riguarda le procedure, un’altra è sulla trasparenza e la terza riguarda la delegificazione e la semplificazione legislativa. Abbiamo previsto intanto quello che viene definito il rinvio dinamico alle norme statali. Laddove c’è il richiamo statale, con un aggiornamento o una modifica della legge, automaticamente viene applicato anche al nostro ordinamento.
Questa è una sorta di legge quadro, che dà i principi generali sulla semplificazione. Poi ciascun settore ha delle procedure proprie, delle esigenze specifiche e quindi attraverso il sistema del regolamento può personalizzare la delegificazione.
È una abitudine tutta italiana quella di produrre abbondanza di norme. Abbiamo previsto un anno di tempo perché ciascun ramo dell’amministrazione faccia una verifica e vada ad individuare quelle norme che possono essere ormai superate, non più attuali, ma tuttora in vigore. In Commissione Affari Istituzionali è una disegno di legge che è stato approvato all’unanimità. È un momento di grande impegno. Le idee e le iniziative sono tante e quindi bisgona lavorare con una programmazione”.
 

 
Stabilire la pianta organica per capire realmente il fabbisogno di personale dell’amministrazione

Cosa farà appena avrà in mano questa legge?
“Creerò dei piccoli gruppi di lavoro per mandare avanti le iniziative in termini di concretezza e appena vi sarà lo strumento vederemo di individuare quali sono i percorsi più veloci ed agevoli, certamente sentendo le parti perchè credo nella condivisione delle iniziative”.
Quali altre leggi volete mettere in cantiere?
“L’idea è quella di attuare anche nel campo del personale una grande riforma, trattadonsi di una materia molto complessa. Come è stato evidenziato dal ministro Brunetta, la Regione Sicilia ha una notevole quantità di personale, con molti precari e di conseguenza una serie di situazioni che vanno affrontate. Abbiamo già cominciato a lavorare sul disegno di legge di riforma. è necessario creare un documento che affronti in maniera organica la materia, dopo dieci anni dall’ultima legge sul personale (n. 10/2000)".
Quali sono i punti cardine?
“I punti fondamentali da affrontare sono tre: innanzitutto stabilire una pianta organica, mentre al momento esiste solo una dotazione organica. Sulla pianta organica poi si può cominciare a ragionare in funzione anche del secondo punto, che è quello della stabilizzazione dei precari. In Sicilia vi sono circa 5.000 unità, alcune delle quali hanno cominciato a lavorare per la Regione anche vent’anni fa e ancora non sono stati stabilizzati. Un altro punto riguarda l’incentivazione all’esodo, ma questa potrà essere attuata solo dopo aver completato la pianta del fabbisogno della Regione”.

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