No a nuove assunzioni nella P.a.. Prima si guardi alle risorse interne - QdS

No a nuove assunzioni nella P.a.. Prima si guardi alle risorse interne

Chiara Giarrusso

No a nuove assunzioni nella P.a.. Prima si guardi alle risorse interne

sabato 24 Aprile 2010

Accuse da più fronti: ci sarebbero logiche clientelari dietro ai bandi di Italia lavoro Sicilia spa. La ricerca di figure per il progetto “Re.La.S.” non è stato pubblicato sulla Gurs

PALERMO – È polemica sulle procedure con cui Italia Lavoro Sicilia Spa ha provveduto nei giorni scorsi a pubblicizzare la ricerca di personale da inserire nell’ambito del progetto “Re.La.S.- Rete Lavoro Sicilia”, affidatole in house providing dall’assessorato regionale Famiglia, Politiche Sociali e Lavoro e finalizzato alla messa a regime dei servizi pubblici per il lavoro nella regione.
Circa 70 le figure professionali da inserire in organico per la sola durata del progetto a poco più di mille euro al mese. Stando al bando incriminato, disponibile nel solo sito internet della società (partecipata al 51% dalla Regione), non pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, le domande sarebbero dovute pervenire entro il prossimo 30 aprile presso la sede di Italia Lavoro, per poi procedere alle selezioni. E invece scoppiato il caso, un netto dietro front proviene da quello stesso assessorato che il progetto l’ha finanziato. La motivazione? Non servono nuove assunzioni, sebbene siano solo 8 i dipendenti inseriti stabilmente presso la partecipata. Occorre prima verificare le disponibilità interne alla stessa Pa, e solo in seconda battuta procedere a nuove assunzioni.
Un monito ben preciso, in un momento particolare, il mancato inserimento nella Finanziaria della norma che prevede la stabilizzazione dei precari.
“La Pa non può assecondare il principio per cui la massima aspirazione – dichiara il deputato regionale del PD, Pino Apprendi – sia diventare precari sperando in una stabilizzazione. Siamo intervenuti già sul bando da 10 mln destinato agli ex detenuti e siamo riusciti a bloccarlo. Ritenevamo discutibili le metodologie utilizzate, come la pubblicazione dei bandi nel solo sito internet della società. Per quanto riguarda quest’ultimo, anche qui siamo in presenza di metodi discutibili. Piuttosto che incentivare nuove forme di precariato, la Regione dovrebbe verificare se le professionalità richieste siano già presenti in organico, anche tra gli stessi precari. Non si può utilizzare Italia Lavoro Sicilia per logiche clientelari”.
Una posizione condivisa trasversalmente da Pdl, Udc e Pd ed invocata a gran voce anche da sindacati e Confindustria. “Continuiamo a ribadire – dichiara Claudio Barone segretario generale della Uil Sicilia – che bisogna stabilizzare i precari esistenti. Sulla vicenda dei bandi pubblicati da Italia Lavoro sarebbe auspicabile maggiore trasparenza. Davanti a un’occasione di lavoro tutti dovrebbero essere informati. Tutti dovrebbero avere le stesse opportunità per partecipare”.Dello stesso avviso anche il segretario generale della Fp-Cgil Sicilia, Michele Palazzotto: “Occorre mettere fine a meccanismi che alimentano forme di precariato all’interno della Pa  e procedere prima di tutto alla stabilizzazione dei precari esistenti. La regione con un organico di 15.000 dipendenti possiede già potenzialità e competenze. All’interno delle partecipate della Pa. esiste spesso una volontà di non pubblicizzare bandi come questi, per fare in modo che le informazioni non trapelino. È un modo per creare solo clientele”.
 

 
Lino Leanza: “Utilizzare al meglio le risorse umane già in organico”
 
PALERMO – Abbiamo intervistato l’assessore alla famiglia, politiche sociali e lavoro Lino Leanza. Qual è la situazione ad oggi? “Si tratta di progetti, finanziati dal FSE, nati prima del mio insediamento. L’orientamento dell’assessorato da oggi è utilizzare al massimo le risorse umane e professionali interne e solo in un secondo momento rivolgersi a personale esterno. Abbiamo chiesto al presidente di verificare se il progetto può essere rimodulato e nello stesso tempo pubblicare i relativi avvisi nella Gurs”.
Come ovviare al problema dell’inserimento di nuovo personale, dal momento che Italia Lavoro Sicilia ha un organico stabilmente impiegato di soli 8 dipendenti?
“Con lo strumento dell’interpello all’interno della Pa. è un problema cui Italia Lavoro deve ovviare. La Regione, prima di affidarle un progetto, d’ora in poi dovrà verificare prima se ci sono le condizioni all’interno della Pa e solo in presenza di condizioni dichiarate e certificate ricorrere all’esterno”.
Come impiegherete i 10 mln di euro previsti per il progetto, finanziato dal FSE, destinato agli ex detenuti e poi bloccato?
“Questa cifra sarà comunque assegnata alle categorie a rischio di esclusione sociale, con un meccanismo per cui dei 10 mln di euro stanziati, 9,5 mln saranno destinati ai soggetti beneficiari”.

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