Sistemi di videosorveglianza, aumenta la tutela della privacy - QdS

Sistemi di videosorveglianza, aumenta la tutela della privacy

Massimo Mobilia

Sistemi di videosorveglianza, aumenta la tutela della privacy

giovedì 06 Maggio 2010

Eccessivo utilizzo di telecamere. Il garante obbliga ad esporre cartelli informativi sulla loro presenza. Regione Siciliana copre il 50% di spese delle pmi per l’installazione degli impianti

ROMA – L’Autorità garante per la protezione dei dati personali ha fissato nuove regole per l’uso dei sistemi di videosorveglianza, con lo scopo di tutelare maggiormente la libertà delle persone. Il provvedimento, che sostituisce quello del 2004 e tiene conto delle indicazioni del Ministero dell’Interno e dell’Anci, introduce importanti novità, rese necessarie dall’aumento dell’utilizzo di telecamere di sicurezza in ogni settore e dai numerosi interventi legislativi adottati in materia.
Da adesso, sarà obbligatorio, ad esempio, esporre cartelli indicanti la presenza delle telecamere, per informare i cittadini che transiteranno nelle aree sorvegliate, specificatamente nel caso siano collegate alle forze di polizia, ma fatto salve quelle installate ai fini di pubblica sicurezza, per la prevenzione, l’accertamento e la repressione dei reati.
Riguardo alla conservazione delle immagini, invece, sarà consentito un utilizzo non superiore alle 24 ore, ad eccezione di speciali esigenze giudiziarie oppure per luoghi a rischio, come le banche, dove è ammissibile un tempo più ampio che non superi comunque una settimana.
Il Garante si rivolge, poi, a settori di particolare interesse, come i sistemi di videosorveglianza integrati, cioè telecamere che collegano soggetti diversi, sia pubblici che privati, a cui viene ribadito il dovere di predisporre specifiche misure di sicurezza contro gli accessi abusivi alle immagini. Per i sistemi “intelligenti”, quelli dotati di un software capace di associare le immagini a dati biometrici, invece, diventa obbligatoria la verifica preliminare dell’Authority.
Rimane anche l’obbligo di esposizione dei cartelli che segnalano la presenza di sistemi elettronici per il rilevamento di infrazioni del Codice della strada, ma le telecamere potranno riprendere solo la targa del veicolo, salvaguardando la privacy di passeggeri o pedoni, mentre foto o video delle infrazioni non potranno essere inviati al domicilio del proprietario del veicolo. Lecito, infine, l’utilizzo di telecamere in discariche o eco piazzole, per monitorare la tipologia dei rifiuti scaricati ed evitare la rimessa di sostanze pericolose.
Sulla possibilità, per le piccole e medie imprese, di accedere a contributi pubblici per dotarsi di impianti di videosorveglianza, la Regione Sicilia, ha recentemente sbloccato i fondi del Fesr 2007/2010, grazie al parere favorevole sul Programma Operativo di aiuto alle imprese, emesso dalla commissione Attività produttive dell’Ars. Altre pmi avevano già beneficiato, invece, lo scorso anno, degli aiuti stabiliti da un decreto dell’assessorato per la Cooperazione e Commercio, “per l’acquisto e l’installazione di impianti di videosorveglianza”, collegati alle forze dell’ordine con lo scopo di combattere il racket e l’illegalità. In quell’occasione, la Regione era arrivata a stanziare circa 735 mila euro, garantendo una copertura del 50 % delle spese sostenute dalle imprese, fino ad un importo massimo di 2 mila euro per ciascun locale commerciale, dando la possibilità ad ogni beneficiario di ottenere l’agevolazione fino a tre punti vendita.
 


Le indicazioni dell’Autorità garante dei dati personali
 
ROMA – Le nuove regole stabilite dal Garante della privacy, si rivolgono anche ad alcuni settori specifici. Sui luoghi di lavoro, ad esempio, le telecamere possono essere installate solo nel rispetto delle norme vigenti in materia di lavoro, fermo restando il divieto di controllare a distanza i lavoratori.
Assoluto divieto, invece, di diffondere immagini relative a persone malate mediante monitor collocati in locali pubblici. In casi strettamente indispensabili, è consentito il monitoraggio, dei pazienti ricoverati in particolari condizioni, da parte del personale sanitario, con immagini accessibili anche ai familiari dei pazienti.
Nelle scuole, invece, è possibile installare sistemi di videosorveglianza, per prevenire possibili atti vandalici, ma limitando le riprese alle aree interessate e solo nei giorni e negli orari in cui gli istituti rimangono chiusi. Lecita anche la collocazione di telecamere sui mezzi di trasporto pubblico e nelle fermate, ma rispettando dei limiti come l’angolo visuale circoscritto o il divieto di utilizzare lo zoom. Anche per l’utilizzo di webcam a scopo turistico, rimane la regola di registrare immagini che non rendano possibile identificare una persona.

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