Chi scrive non conosce o manipola la storia - QdS

Chi scrive non conosce o manipola la storia

Raffaella Pessina

Chi scrive non conosce o manipola la storia

sabato 08 Maggio 2010

Sull’articolo pubblicato dal quotidiano britannico The Economist. Il governatore Lombardo: “Sud Italia culla della civiltà”

PALERMO – Ancora una volta la Sicilia diventa argomento di denigrazione da parte di qualche giornalista straniero in cerca di notorietà. Adesso è la volta del noto magazine britannico The Economist che in un articolo del 29 aprile si propone di ridisegnare la cartina dell’Europa. In quel disegno la Sicilia viene incorporata in uno stato che comprende l’Italia meridionale fino a Roma compresa, staccando in pratica il Norda dal Sud. Con la curiosità che l’unica città dal nord ad essere segnata sulla cartina è la città di Venezia, a dimostrazione di quanto poco conoscano gli inglesi della nostra Italia. 
Naturalmente vengono ridisegnati i confini di altre nazioni, ma questo pensiero, che all’autore sarà sembrato senz’altro arguto, ha invece urtato la sensibilità del Governatore Raffaele Lombardo, che dal suo blog, rende pubbliche alcune riflessioni su quanto successo. “Sarà pure humor inglese – scrive –  ma assomiglia tanto ad un proclama violentemente antimeridionale l’articolo pubblicato da The Economist, in cui si propone di ridisegnare i confini dell’Europa e di separare il Sud dall’Italia, associandolo alla Grecia, in uno Stato denominato “Bordello”.
 
Lombardo prosegue scrivendo che il newsmagazine britannico, espressione tradizionale dei poteri forti di quella globalizzazione senz’anima che sta distruggendo l’economia mondiale assieme alle radici storico-culturali dei territori, non conosce la storia. Il Sud, al tempo del Regno delle Due Sicilie, poteva vantare un sistema industriale in grado di competere con quelli di Inghilterra e Francia ed un’economia florida che fu depredata dopo l’Unità d’Italia. “La massoneria e la finanza inglesi non furono estranee –  prosegue il Governatore –  alla spoliazione delle cospicue riserve auree del Banco di Sicilia e di quello di Napoli a favore delle esangui casse dei Savoia. E poi , dato che sulla cartina l’Italia del Sud è stata accorpata alla Grecia, viene ricordato che proprio nel Mezzogiorno si sviluppò la straordinaria ricchezza culturale e civile della Magna Grecia.
“A proposito della Grecia – prosegue Lombardo – perché la Gran Bretagna, che depredò a cavallo del 700 e dell’800 l’immenso patrimonio artistico e archeologico ellenico, non restituisce a quella Nazione in gravi difficoltà economiche tutto ciò che fu trafugato, a cominciare dalle decorazioni dell’architrave del Partenone, che fanno bella mostra al British Museum?”.
Il Presidente della Regione conclude scrivendo che le dichiarazioni d’oltre Manica “hanno sicuramente suggeritori interessati nella politica, nell’economia e nei media italiani, e ribadiscono vieppiù come il Sud abbia bisogno di una rappresentanza politica forte e determinata per sostenere le proprie ragioni, attraverso processi riformatori finalizzati allo sviluppo economico, alla creazione di lavoro produttivo, alla crescita civile, liberando i territori dalla mafie e combattendo i tentativi di colonizzazione”.
Ben altri problemi e di portata più seria si troverà ad affrontare Raffaele Lombardo: i nove dirigenti generali esterni nominati dal suo Governo potrebbero essere lasciati a casa nelle prossime ore. Il segretario generale Enzo Emanuele avrebbe avuto mandato di verificare nuovamente i curricula degli esterni La vicenda risale al mese di marzo quando il Ministro Fitto aveva sollevato il conflitto di attribuzione, e aveva portato la cosa all’attenzione della Corte costituzionale. La delibera impugnata dal governo Berlusconi era quella del 20 dicembre dello scorso anno con cui si nominavano dirigenti generali nove esterni, cioè persone non facenti parte della pubblica amministrazione regionale.
L’intervento del governo, caldeggiato dal Pdl “lealista” siciliano, era stato considerato fuori luogo da Raffaele Lombardo perché in materia non sarebbe competente lo Stato bensì la Regione.

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