Sicilia: è allarme disoccupazione e gli Atenei hanno poche risorse - QdS

Sicilia: è allarme disoccupazione e gli Atenei hanno poche risorse

Vanessa Paradiso

Sicilia: è allarme disoccupazione e gli Atenei hanno poche risorse

giovedì 27 Maggio 2010

Secondo la Cgil regionale nei settori produttivi sono stati persi 54 mila posti di lavoro dal 2006 a oggi. I contratti per gli specializzandi non potranno essere rinnovati dalle tre Università

PALERMO – Tra il 2006 ed il 2009  secondo la Cgil regionale, nei settori produttivi in Sicilia sono andati perduti 54mila posti di lavoro.
Non dobbiamo dimenticare quante volte la Regione Siciliana ha assunto l’impegno istituzionale ed ha predisposto strumenti normativi per canalizzare ed incrementare i processi di sviluppo del sistema economico siciliano, al fine di creare le condizioni per attrarre e coinvolgere virtuosamente le più importanti personalità industriali ed imprenditoriali e per farle diventare ambasciatrici della Sicilia nel mondo. Da quanto tempo alla Regione studiano incentivi normativi per snellire le pratiche burocratiche e dar vita ad un credito agevolato per i siciliani che vogliono tornare ad investire nella loro terra.
Inoltre, 400 milioni di euro sono stati assegnati alla Sicilia (almeno secondo il protocollo d’intesa firmato a metà anno 2009) e su questo il presidente Lombardo dichiarava “di aver conseguito un risultato importante che consentiva di movimentare in un settore così strategico per la nostra regione”. Una significativa disponibilità di risorse, cui si aggiungevano anche quelle previste dai finanziamenti comunitari del Por Sicilia 2007-2013, pari a circa 200 milioni di euro.
Oggi, le tre Università siciliane sono costrette a denunciare che “i fondi della Finanziaria regionale sono assolutamente esigui, rispetto al credito di circa 30 milioni vantato dalle Università di Catania, Palermo e Messina. Senza un, adeguato e certo, piano di rientro del debito da parte del Governo e del Parlamento regionale, considerate le gravi difficoltà di cassa delle nostre Università, non potremo procedere alla stipula dei nuovi contratti regionali per gli specializzandi”.
Di fronte agli impegni che intende assumere il Governo nazionale, sta di fatto che, in Sicilia manca persino la copertura finanziaria, relativa alla corresponsione del trattamento economico, che riguarda i contratti di formazione medica avviati negli anni precedenti ed i cui oneri sono stati anticipati annualmente dai tre Atenei. Le Università sottolineano che “l’art. 34 (commi 3 e 4) della legge regionale n. 11 del 12 maggio 2010 riporta una previsione di copertura, che, seppur in misura non sufficiente a soddisfare le legittime istanze degli Atenei siciliani, si pone come riconoscimento del credito vantato dagli stessi nei confronti della Regione”.
Ora il Governo nazionale annuncia incentivi fiscali per i cervelli in fuga che decidono di fare rientro in Italia. In base a questo provvedimento tutti i cittadini comunitari che hanno meno di 40 anni, che studiano, lavorano o che hanno conseguito una specializzazione post-laurea all’estero e che decidono di rientrare perché hanno trovato un lavoro dipendente, oppure perché hanno deciso di avviare una attività di impresa o di lavoro autonomo, avranno diritto ad un bonus a condizione che trasferiscono il proprio domicilio in Italia.
Di fronte ai buoni propositi, intanto i ricercatori protestano, poiché tengono corsi universitari anche se per contratto dovrebbero dedicarsi alla ricerca. Lavorano gratis in 20 mila regalando al sistema universitario italiano circa 100 ore didattica l’anno. Il tutto mentre l’avanzamento di carriera rimane un miraggio a causa del blocco dei concorsi.
 

 
I giovani laureati. Ritorna a crescere l’emigrazione verso il Nord
 
PALERMO – I siciliani tornano ad emigrare, i giovani laureati quando possono scappano all’estero, ma in ogni caso vanno via dalla Sicilia. Nel rapporto “Noi Italia 2010” elaborato dall’Istat si osserva che nel Mezzogiorno ci sono le quote di disoccupati di lunga durata più elevate, pari a circa il 54 per cento del totale dei disoccupati nel 2008, con un picco del 58,1 per cento in Sicilia.
Tra il 2000 ed il 2005 sono emigrati solamente dal Sud verso il Nord oltre 80 mila laureati. La Sicilia diventa sempre meno capace di trattenere il proprio capitale umano, impoverendosi della dotazione di uno dei fattori chiave per la crescita socio-economica regionale. Ben 90 sono i milioni di euro assegnati alla Sicilia con il progetto Fondi Pon.
Il programma operativo nazionale “Ricerca e competitività 2007-2013” ha previsto che dell’intervento devono beneficiare, oltre ai centri di ricerca, anche le imprese che esercitano attività industriale in Sicilia, diretta alla produzione di beni e servizi o attività di trasporto, imprese artigiane di produzione, consorzi e società consortili e parchi scientifici e tecnologici.

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