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Catania – Depuratori nell’occhio del ciclone liquami in mare e sanzioni salate

Melania Tanteri

Catania – Depuratori nell’occhio del ciclone liquami in mare e sanzioni salate

sabato 05 Giugno 2010

La denuncia dell’Adoc e la presa del posizione del Comune, che parla di acqua in perfette condizioni. Impianti del catanese fra mancate realizzazioni e cattivo funzionamento

CATANIA – I depuratori d’acqua del catanese sono finiti sotto la lente di ingrandimento dell’Unione europea, che ha deferito l’Italia davanti la Corte di giustizia relativamente alla mancata realizzazione o al cattivo funzionamento degli stessi. Catania, Acireale, Misterbianco, Paternò: sono tante le località che rischiano una sanzione (200 mila euro per ogni anno di ritardo) e che, al più presto, dovranno mettersi in regola.
Quale sia lo stato di salute dell’acqua di mare lungo la costa sabbiosa della Plaja, in particolare durante la stagione balneare, è quello che anche l’Adoc, l’Associazione nazionale per la difesa e l’orientamento dei consumatori, si è domandata, chiedendo in una nota alla Azienda sanitaria provinciale e alla Capitaneria di porto quale fossero gli orientamenti in merito alla tutela ambientale e della fruizione del mare.
“Non avendo ricevuto risposta – hanno affermato i rappresentanti dell’associazione – abbiamo emesso un comunicato stampa dando le nostre impressioni, ovvero che non credevamo possibile che la giostra dello scarico a mare dei liquami per otto mesi l’anno, salvo ostruzione di parte dei canali che raggiungono il mare durante i mesi estivi, potesse tenere al riparo le spiagge catanesi e l’ambiente circostante da forme di inquinamento”.
Di mare in perfette condizioni di salute, tranne in corrispondenza dei corsi d’acqua, ha parlato, invece, l’amministrazione che, poco tempo prima dell’apertura ufficiale della stagione balneare, ha provveduto alla chiusura dei canali che sfociano direttamente sulla spiaggia, in prossimità dei lidi.
“Considerato – hanno aggiunto i rappresentanti dell’Adoc – che la zona industriale catanese si chiama Pantano e che sotto la città ci sono torrenti che nessuno sa da dove arrivino, la cosa non fa stare tranquilli. Noi non possiamo essere soddisfatti di una simile risposta. Chiediamo che il Comune, dopo qualche decennio, si attivi per fare usare ai catanesi il depuratore di cui questa città è dotata da decenni, pur se inutilmente, considerato che il 60% del territorio comunale non è servito da questa opera e non si sa dove scarichi i propri liquami”.
Un anno fa, anche il gruppo de La Destra al Comune aveva denunciato la situazione, parlando di “vera e propria emergenza ecologica”.
“Il depuratore comunale di Pantano d’Arci non funziona” aveva denunciato Nello Musumeci, sottolineando anche come “ben 600 litri al secondo di liquami provenienti dalla città e non depurati vengono riversati in mare, attraverso il canale Junghetto”.

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