100 milioni di euro per rilanciare gli investimenti - QdS

100 milioni di euro per rilanciare gli investimenti

Patrizia Penna

100 milioni di euro per rilanciare gli investimenti

venerdì 11 Giugno 2010

Risorse assegnate alla nostra Isola dal Ministero alle Infrastrutture per riqualificare il territorio e favorire l’occupazione. A questo contributo si aggiungeranno anche 40 mln dei Comuni che hanno elaborato i progetti

PALERMO – La Sicilia avrà a disposizione per riqualificare il territorio e favorire l’occupazione oltre 100 milioni di euro, di cui 80 utilizzabili a breve. È quanto è stato stabilito a Roma in una riunione tra l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, Luigi Gentile, e il sottosegretario Mario Mantovani e il direttore generale Marcello Arredi del Ministero al ramo.
Questi alcuni dei provvedimenti adottati per rilanciare gli investimenti nell’Isola: nell’ambito dei “Contratti di Quartiere 2”, sono stati assegnati ai Comuni di Raddusa e Castelvetrano, rispettivamente 3 milioni e 5 milioni e 685 mila euro, di cui la Regione si farà carico per il 35%. A queste risorse vanno aggiunti altri contributi provenienti dai Comuni beneficiari e da privati, per un investimento complessivo di circa 20 milioni di euro per ciascun contratto.
Firmato anche l’accordo sugli interventi riferiti al “Programma di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile”, frutto dei progetti presentati dai 46 Comuni siciliani e dell’approvazione della relativa graduatoria.
“La Sicilia – ha spiegato l’assessore alle Infrastrutture Luigi Gentile – è la prima regione d’talia a firmare tale Accordo e ad ottenere il finanziamento grazie ai progetti presentati dai Comuni di Palazzolo Acreide, Fiumedinisi, Malvagna, Partanna, Erice, Palermo, Acicatena, Alcamo ed Agrigento, per un importo pari a 26 milioni e 738 mila euro. Anche questo contributo sarà implementato con i fondi aggiunti dagli stessi Comuni interessati e dei privati che partecipano ai programmi, pari a circa 13 milioni di euro, per un totale generale di circa 40 milioni.
È stato esaminato anche il “Contratto di quartiere 2” del Comune di Palma di Montechiaro, per il quale è in corso l’istruttoria. Lo stesso contratto è ammesso a finanziamento per 5 milioni e 200 mila euro.
Il sottosegretario Mantovani ha inoltre presentato le linee guida del Piano nazionale dell’edilizia abitativa. Alla Sicilia sono state assegnati 27 milioni ed 800 mila euro. Gli aiuti saranno messi a bando quanto prima dall’assessorato regionale alle Infrastrutture.
“La trasferta romana è stata utile e proficua – ha detto Gentile -. Sono state prese delle decisioni e conclusi importanti accordi per gli investimenti infrastrutturali in Sicilia”.
“Si tratta – ha aggiunto – di iniziative e, soprattutto, di risorse, che garantiranno una rapida ripresa delle attività di riqualificazione del territorio contro il degrado ed il disagio abitativo. Importanti saranno anche le ricadute economiche ed occupazionali legate all’avvio di numerose opere pubbliche”.
“La Cna-costruzioni esprime profonda preoccupazione in merito al disegno di legge presentato all’Ars dal presidente Raffaele Lombardo e dall’assessore alle Infrastrutture Luigi Gentile, sulle modifiche alla normativa regionale in materia di appalti”. Lo dice Giacomo Cuccia, segretario regionale Cna Costruzioni. “Non c’é dubbio – prosegue – che l’attuale criterio di aggiudicazione deve essere modificato, dato che oramai non esiste più gara e i lavori vengono assegnati esclusivamente con il sorteggio, per giunta non sempre lineare e trasparente”. Per la Cna però “la soluzione non può essere quella di introdurre la normativa nazionale con il criterio del massimo ribasso, perché avrebbe gravi ripercussioni per le imprese sane, per il rispetto dei diritti dei lavoratori, per la sicurezza nei cantieri, per la legalità e la trasparenza nell’affidamento delle opere e per il completamento delle opere stesse”.
“Già in passato in Sicilia, abbiamo vissuto quest’esperienza – sostiene Cuccia – ribassi al 30, 40 o al 50% hanno portato le imprese serie e sane a non partecipare più alle gare, lasciando spazio a imprese disperate, o ad imprese che non avevano nessun problema a lavorare in perdita. La conseguenza si è tradotta in un aumento fortissimo dei contenziosi, nel mancato completamento delle opere, oppure opere degradate che con il passare degli anni sono andate in malora, con gravi rischi per l’incolumità pubblica come è avvenuto per strade e ospedali”.
“È giusto dare risposte all’Ue o a sentenze della Corte Costituzionale – conclude – ma si valuti attentamente la possibilità di risposte diverse rispetto a quelle proposte con il disegno di legge”.

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