Farmacie e trasparenza dei prezzi a Pa solo il 10% espone i cartelli - QdS

Farmacie e trasparenza dei prezzi a Pa solo il 10% espone i cartelli

Marina Barrera

Farmacie e trasparenza dei prezzi a Pa solo il 10% espone i cartelli

venerdì 11 Giugno 2010

Rilevazione effettuato dall’associazione Altroconsumo ad aprile 2010 nei punti vendita dei medicinali. Il prezzo al pubblico è libero e deciso autonomamente da ogni farmacista

Palermo – Vuoto informativo per il cittadino che vuole acquistare un medicinale da banco. La campagna sui prezzi dei farmaci trasparenti si è rivelata un vero e proprio flop.
Lanciata dal Garante per la sorveglianza dei prezzi, in seguito all’entrata in vigore della legge sulla liberalizzazione dei prezzi dei farmaci da banco, ha oggi sempre meno seguito. L’esposizione di un cartello nelle farmacie con l’indicazione dei prezzi di vendita al pubblico dei 20 farmaci da banco più venduti è una pratica molto sporadica. Dalla rilevazione effettuata dall’associazione Altroconsumo, relativa ad aprile 2010, condotta nelle farmacie, parafarmacie e corner della grande distribuzione di dieci città italiane, emerge che solo un quarto dei punti vendita espone il cartello “prezzi trasparenti” e quasi mai in vetrina (solo tre volte su dieci).
Vediamo nel dettaglio cosa accade nelle farmacie del capoluogo siciliano. A Palermo solo il 10% dei punti vendita espone il cartello dei prezzi. Una percentuale fin troppo bassa, se rapportata al dato dell’aprile 2009. Il monitoraggio di Altroconsumo dello scorso anno aveva, infatti, dimostrato che il 44,40% delle farmacie o parafarmacie aveva aderito alla campagna sulla trasparenza dei prezzi. Se all’inizio, dunque, come dimostrano i dati,  l’iniziativa era stata accolta da poco meno della metà delle farmacie, oggi sono pochissime a dare seguito alla campagna per tutelare il consumatore. Palermo, sulle dieci città  in cui è stata condotta l’inchiesta di Altroconsumo, è quella dove il numero delle farmacie che rispettano la trasparenza dei prezzi si è abbassata clamorosamente. Poco confortante il trend generale: un po’ più della metà delle farmacie (54 su 100) esponeva i cartelli nel 2009, oggi il dato si attesta a poco meno del 30% (41 su 151). Inoltre, la lista dei farmaci più venduti in due anni non è mai stata aggiornata.
 
“L’iniziativa – spiega Altroconsumo – in verità non ha mai veramente preso piede. Oggi, a distanza di due anni dal nostro primo monitoraggio, i dati in nostro possesso dimostrano ancora una volta il suo scarso appeal. In compenso, quasi il 20% dei punti vendita espone cartelli promozionali, cosa che dimostra la tendenza, da noi spesso criticata, a trattare i farmaci come prodotti civetta per allettare i consumatori a comprare sempre più medicine e simili”.
Facciamo un breve viaggio all’indietro nel tempo. Da gennaio 2008 non c’è più l’obbligo di indicare il prezzo di vendita sulle confezioni dei farmaci senza prescrizione.
Il prezzo al pubblico è libero, ed è deciso autonomamente dal singolo farmacista. Sono gli effetti della legge di liberalizzazione dei prezzi dei farmaci che, se da un lato ha lo scopo di agevolare il meccanismo virtuoso della concorrenza, dall’altro crea un vuoto informativo per il cittadino, che non ha più alcun riferimento quando acquista un medicinale da banco. Per questo, il garante ha previsto una campagna informativa di trasparenza dei prezzi, partita il 16 ottobre 2008 e ancora attiva. Una soluzione evidentemente più di facciata che reale.
 

 
La campagna del garante per evitare il vuoto informativo
 
PALERMO – L’accordo con i farmacisti prevede che questi ultimi espongano un cartello in cui sono indicati i prezzi di vendita al pubblico di venti confezioni di farmaci da banco, scelte tra i più venduti. Roma e Torino ad oggi – secondo i dati diffusi da Altroconsumo – si confermano le città con un maggiore tasso di adesione (superiore al 50%). “Maglia nera” per Firenze. Il capoluogo toscano inizialmente aveva visto l’adesione di appena il 12,5% dei punti vendita, oggi nessuno rispetta la campagna lanciata dal Garante. Scarsissime le adesioni a Napoli (4%). Subito dopo, nella classifica delle 10 città che non offrono una “bussola” al consumatore,  segue Palermo con il 10%. Bari è l’unica città, invece, ad essere in controtendenza: nell’aprile 2009 nessun punto vendita esponeva i cartelli, oggi lo fanno la metà. Le parafarmacie non rispondono all’appello dell’associazione di consumatori: su 28  solo in una è stato trovato il cartello. Su 20 ipermercati, il cartellone Mr Prezzi era presente solo sei volte: alla Coop e all’Iperconad. Prendendo in considerazione tutti i punti vendita, la percentuale di adesioni scende al 24%.

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