Definita la mappa dei boschi siciliani - QdS

Definita la mappa dei boschi siciliani

Raffaella Pessina

Definita la mappa dei boschi siciliani

sabato 12 Giugno 2010

Forum con Pietro Tolomeo, dirigente gen. del Corpo Forestale della Regione siciliana

Da più di un anno lei si trova al comando del Corpo Forestale. Qualè la situazione a tutt’oggi?
“Tutta la struttura ha grossi problemi di personale. Abbiamo la metà del personale che ci servirebbe e l’ultimo concorso è stato espletato nel 1984. L’età media del corpo di polizia Forestale è di 55 anni, e stando a norma di legge queste persone dovrebbero stare tutte in ufficio e nessuno dovrebbe fare servizio esterno. Praticamente ci  manca il 50 % del personale in divisa e in così pochi dobbiamo svolgere anche attività di polizia giudiziaria, mentre per quanto riguarda l’emergenza incendi, utilizziamo gli operai, soprattutto in campagna e montagna. In città operiamo molto poco”.
Esiste una mappa dei boschi in Sicilia?
“Abbiamo completato l’inventario forestale, che non è altro che la classificazione delle reali superifici boscate presenti in Sicilia, perché i dati precedentemente esistenti erano ormai superati, e gli elenchi presentavano dati estremamente inferiori alla realtà. Tutta la Regione siciliana ora è stata catalogata. Si tratta di un lavoro che è cominciato 3 anni fa. Ne è emerso che la superficie boscata è il doppio di quanto risultava dall’inventario nazionale. La differenza tra il dato vecchio e quello che noi abbiamo acquisito è da 350.000 ettari a 510.000 ettari. Infatti il contributo che lo Stato corrisponde alla Sicilia per la superficie boscata è veramente una miseria, proprio perché non è aggiornato e chiederò che venga fatto presente nella prossima conferenza Stato-Regioni”.
E i Comuni a che punto sono con la redazione dei piani antincendio?
“La maggior parte dei Comuni non lo ha fatto  e per questo noi del Corpo Forestale abbiamo realizzato un software che invieremo a tutti i Comuni per facilitare loro il compito”.
In termini di numeri quanti mezzi e quanti uomini avete a disposizione per la stagione estiva ormai alle porte e che è a rischio incendi?
“Gli operai sono 7.200 e sono addetti solo agli incendi boschivi. Queste unità entrano in servizio a tempo pieno dai primi di giugno fino al 15 ottobre, ma la fine del servizio dipende molto dalle condizioni climatiche. Finita la stagione antincendio, questi operai faranno altri tipi di attività. Si tratta dei cosiddetti centocinquantunisti e dei centounisti, e per fornire un supporto economico al termine di questo servizio verranno utilizzati per il rimboschimento. E’ il secondo anno che applichiamo questo sistema, perché in passato succedeva che, per completare le giornate, gli operai dovevano svolgere servizi antincendio a dicembre, ed era un controsenso. L’anno scorso gli operai il 15 ottobre sono stati trasferiti per 24 giorni lavorativi all’Azienda foreste.
Quest’anno dobbiamo organizzare ancora l’attività ed utilizzeremo i fondi Fas (Fondi Aree Sottosviluppate ). Si tratta di economie che devono essere certificate e quindi debbono avere le caratteristiche tecniche relative ai fondi strutturali. Per quanto riguarda questi fondi, il Cipe ha già fatto il decreto da più di un anno, e ora molti potranno essere spesi dopo un Apq (Accordo di programma quadro). Accordo che dovrà essere firmato da me e dai direttori del Bilancio e dell’Ambiente. Sarà qui che verrà definita la metodologia di spesa  e quello che sarà possibile o meno fare con quei fondi”.
Di che natura sono gli incendi?
“Sono quasi tutti di natura dolosi o colposi. Non si può quantificare la percentuale tra gli uni e gli altri. Già quest’anno si è verificata una morte, perchè una persona stava dando fuoco agli sterpi e non è riuscito a fermarlo. L’anno scorso i morti sono stati 3 o addirittura 4 e abbiamo fatto poco meno di 9.000 interventi, distribuiti nell’arco di tre mesi, cioè tantissimi. E questa è una media che prevediamo si potrà ripetere anche quest’anno.
Con i Vigili del fuoco abbiamo un accordo preciso: noi interveniamo contemporaneamente solo nei cosiddetti incendi di interfaccia, ossia negli incendi che si sviluppano tra le abitazioni e le aree boscate”.
 

 
Fondi Fas destinati alla tutela ambientale con nuove tecnologie innovative

Come verranno utilizzati i fondi del Fas?
“Li utilizzeremo per l’innovazione tecnologica innanzitutto, per la salvaguardia dell’ambiente, non solo per l’antincendio. Si tratta di un progetto a 360° che prevede una spesa di 283 mln di euro in tre anni. Naturalmente all’interno di questo progetto sono  stati previsti: la formazione del personale alle nuove tecnologie e le attrezzature necessarie. Non è previsto l’acquisto di elicotteri se non solo quello che avrà compiti diversi, di polizia giudiziaria. Non conviene comprare gli elicotteri perché poi dovremmo assumere personale qualificato che li piloti e ci costerebbe di più che affittarli. Tra le attrezzature, per esempio, prevediamo un sistema di controllo satellitare per il coordinamento dei mezzi. Infatti le cartografie esistenti ad oggi sui sistemi satellitari delle autovetture per noi non vanno bene, perché su quelle vengono segnalate solo le strade principali.
Ai Forestali serve una pianta dettagliata di sentieri per raggiungere e spegnere gli incendi che si vengono a sviluppare nei boschi ed in zone impervie e difficili da raggiungere. E’ necessario quindi sviluppare un sistema di planimetrie adeguate per un migliore coordinamenti dei centri operativi provinciali e regionali. Ma questa è solo una piccola parte del progetto e stiamo valutando la validità di un’altra novità, quella di piazzare un milione di telecamere, per un controllo totale dell’ambiente. Si tratterebbe di microchip a basso costo, che hanno un controllo di cento metri”.

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