Guide abusive, la Regione nascosta - QdS

Guide abusive, la Regione nascosta

Michele Giuliano

Guide abusive, la Regione nascosta

venerdì 18 Giugno 2010

Turismo. Visitatori male informati è il trionfo degli irregolari.
Corsi mai partiti. I corsi previsti per gli anni 2004, 2005 e 2006, per i quali erano stati stanziati 200 mila euro (ritenuti insufficienti dalle Università che dovevano organizzarli), non sono mai stati attivati.
Albo. All’albo regionale risultano iscritte nell’Isola 1.229 guide abilitate, in media una ogni 21 chilometri quadrati; in Toscana ce ne sono 1.680 per una media di una guida ogni 13,7 chilometri quadrati.

Si dovrebbero fare corsi di formazione, concorsi, utilizzare personale altamente qualificato e garantire al turista la qualità dell’informazione. In Sicilia invece la guida turistica è solo un optional, per tanti un “inutile lusso”. “Costa di più e mi dà lo stesso servizio di un’altra guida che magari non ha il tesserino” ripetono in coro i turisti. Di contro però si rischia di incappare in una guida che molto spesso non è in grado di dare vere informazioni. Tutto questo caos si consuma sotto gli occhi delle istituzioni competenti, con particolare riferimento alla Regione che ha da tempo adottato lo strumento giusto ma in sostanza è la prima a non applicarlo. Stiamo parlando della legge quadro numero 8 del 2004 che prevede tutta una serie di regolamentazioni nel settore delle guide turistiche.
 
In pratica la norma prevede che una guida faccia prima un corso di formazione e poi si sottoponga ad un concorso bandito dalla Regione. Solo che di fatto questo diritto viene negato, esattamente dal 1990: “È stato nel lontano 1990 – dice una guida, C.T. – l’ultimo esame per abilitare le guide ed essere inserite nelle liste regionali e fino ad oggi l’assessorato continua a rimandare di mese in mese delle possibili svolte”.
Ad oggi secondo quanto afferma Alessandra D’Acquisto, rappresentante del Comitato per la tutela della legalità nelle professioni turistiche, “la legge regionale non risulta applicata: i corsi previsti per gli anni 2004, 2005 e 2006 – precisa – per i quali risultano stanziati 200 mila euro, non sono mai stati attivati”. Tutto vero e lo conferma il dirigente generale del Dipartimento Turismo della Regione, Marco Salerno: “Quei soldi sono andati persi perché non sono stati più spesi – afferma -. Lo scorso anno abbiamo inserito altri 100 mila euro in bilancio ma da tutte le Università siciliane ci è stato detto che serviva almeno il triplo per attivare un corso del genere. Stiamo adesso lavorando su un emendamento che miri ad inserire in bilancio 200 mila euro per attivare dei corsi in modo da garantire la formazione di 150-200 unità”.
La mancata attuazione della normativa ad oggi in Sicilia ha portato ad un sottodimensionamento delle persone qualificate. All’albo regionale risultano iscritte nell’Isola mille e 229 guide abilitate, in media una ogni 21 chilometri quadrati (o, se vogliamo, 0,04 per kmq). In Toscana ci surclassano nettamente: ce ne sono mille 680 per una media di una guida ogni 13,7 chilometri quadrati (0,07 per kmq).
Non mancano, dunque, i reclami da parte degli addetti ai lavori che denunciano le inadempienze da parte delle agenzie di viaggio operanti sul territorio che non assumono il personale locale, servendosi di figure non abilitate. “Purtroppo è noto che in Sicilia – dice in una nota l’associazione Nemesi di Catania – quasi quasi praticare l’attività ad esempio di guida turistico-ambientale non si configura come un illecito. è assurdo incontrare sull’Etna “guide” con tanto di stemmi al petto, le quali poi, rivolgendosi al loro nutrito gruppo di persone, dicono le cose più assurde e assolutamente sbagliate”.
Il giro d’affari non è mica male per la guida abusiva: secondo le organizzazioni di categoria l’incidenza dell’abusivismo si aggira sul 30 per cento e vengono richiesti tra le 50 e le 70 euro per guidare un gruppo nutrito di turisti, cioè la metà di quanto invece viene corrisposto secondo tariffario alle guide autorizzate per girare con gruppi non oltre le 50 unità.
L’associazione guide turistiche della provincia di Palermo rende noto che il compenso è di 132,50 euro lorde. Facendo riferimento al censimento delle presenze turistiche del 2009 (14 milioni di presenze) e alla richiesta di guide (non tutti i turisti ne fanno richiesta: secondo i tour operator siciliani solo 4 su 10), si può quindi dedurre che gli abusivi (facendo una media di una guida per ogni 25 turisti) sottraggono alle guide regolari ogni anno qualcosa come 5 milioni e 400 mila euro. Una cifra enorme per un settore che tra l’altro sta scontando anche il calo delle presenze turistiche nell’ultimo biennio.

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