Prevenzione e diagnosi precoce per vincere il carcinoma alla mammella - QdS

Prevenzione e diagnosi precoce per vincere il carcinoma alla mammella

Prevenzione e diagnosi precoce per vincere il carcinoma alla mammella

giovedì 24 Giugno 2010

La Sicilia è al secondo posto tra le regioni del Sud, per numero di donne che attualmente convivono con la malattia. La mortalità per tumore al seno è diminuita in modo considerevole grazie all’impiego di terapie mirate

CATANIA – In Sicilia ogni anno si contano circa 2.600 nuovi casi di cancro al seno: con oltre 25.000 casi, in valori assoluti è al secondo posto tra le regioni del Sud dell’Italia, dietro la Campania, per numero di donne che attualmente convivono con la malattia. Il Centro Catanese di Oncologia Humanitas è in prima linea nella lotta a questo tipo di tumore.
“Prevenzione e diagnosi precoce sono le prime armi per vincere il carcinoma della mammella” – ha affermato in conferenza stampa Francesco Pane, responsabile Diagnostica senologica – “e gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione hanno dato un forte contributo all’individuazione dei tumori in fase precoce”. Grazie alla diagnosi precoce anche l’approccio chirurgico è molto cambiato: oggi si predilige nella quasi totalità dei casi una chirurgia conservativa. Si è passati dalle mastectomie radicali anni ‘50 e ‘60 a interventi di quadrantectomia integrati da radioterapia. “Oggi, grazie alla biopsia del linfonodo sentinella spesso riusciamo ad evitare alle pazienti anche l’asportazione dei linfonodi, con un grande vantaggio anche in termini psicologici per la paziente” – ha ricordato Francesco Caruso, direttore sanitario e responsabile Chirurgia oncologica generale.
L’attenzione alla qualità di vita della donna è un elemento importante nell’intero percorso terapeutico. Nonostante l’aumento dell’incidenza degli ultimi anni, la mortalità’ per tumore al seno è diminuita in modo considerevole grazie anche all’impiego di terapie sempre più mirate. La target therapy è oggi un’arma in più nella lotta alla malattia: consente infatti di curare forme di tumore al seno che, anche se piccole possono essere molto aggressive, come le Her2 positive, che rappresentano il 25-30% di tutti i carcinomi della mammella. A rivoluzionare la prognosi per le donne colpite da tumore Her2 positivo è stato l’avvento di trastuzumab, anticorpo monoclonale di ultima generazione che colpisce in modo mirato le cellule tumorali che iperesprimono sulla loro superficie il recettore Her2. “Trastuzumab ha cambiato la storia naturale della malattia dimostrando benefici significativi sia nella malattia in stadio precoce che in quella avanzata” – precisa Michele Caruso, responsabile Oncologia medica. “Sconfiggere il cancro è una responsabilità comune” – ha evidenziato Maurizio de Cicco, amministratore delegato Roche – “che deve vedere impegnati clinici, ricercatori, istituzioni e aziende. Stiamo cambiando il paradigma della terapia oncologica: farmaci innovativi rappresentano progressi importanti che aiutano i pazienti a vivere più a lungo, mantenendo una discreta qualità di vita. Dal tumore oggi è sempre più possibile guarire. Il nostro impegno continua per offrire terapie più efficaci e sicure attraverso una maggiore personalizzazione dei trattamenti che tenga conto delle caratteristiche genetiche dei pazienti”.
E anche la radioterapia, una volta vissuta come una fase drammatica, è oggi molto meno invasiva sugli organi vitali e sulla qualità di vita. I ridotti effetti collaterali consentono infatti oggi alle donne di vivere serenamente questa fase, soprattutto quando informate sui possibili effetti collaterali e consigliate sui rimedi. “Al termine del trattamento, la paziente può osservare modesti segni di infiammazione, con eritema cutaneo ed edema mammario, che regrediscono però in pochi giorni” – ha sottolineato Andrea Girlando, responsabile Radioterapia – “mentre meno frequentemente, solo nel 10% dei casi, possono presentarsi danni tardivi”.

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